Lecco perduta/209: c'era la ciclistica Lecco-Bellagio

Era tradizione disputare la ciclistica Lecco-Bellagio nel giorno di San Giuseppe, il 19 marzo, allora festivo, quando si correva la classicissima di primavera: la Milano-Sanremo. L’organizzazione faceva riferimento all’oratorio San Luigi di Lecco, ai giovani del GSG e del Convegno. La prima edizione risale al 1949 ed è stata tramandata nella memoria con un particolare sicuramente singolare: i primi concorrenti arrivarono a Bellagio precedendo la giuria, che viaggiava su un Guzzino 65, condotto da Luigi Fumagalli.
La stessa Lecco-Bellagio vide una prova a cronometro nell’autunno 1955, con partenza dal rettilineo di Parè ed arrivo sul promontorio di Visgnola, al termine del duro strappo che sale fiancheggiando la sponda con la Madonna del Moletto, partendo dall’ultima conca lacustre in quel di Limonta. Vinse Giambattista Rota, residente in via Montebello, ventiduenne atleta che militava nei dilettanti con la maglia bianco-celeste della Gattinoni di Maggianico.


Gruppi di partecipanti alla Lecco-Bellagio



Particolarmente festeggiata e numerosa è stata l’edizione del decennale disputata nella primavera 1959; vinse Giuseppe Vassena, detto Moscardino, davanti a Carlo Sacchi, Leonardo Fraquelli, Costantino Magni, Lamberti, Fustinoni, Rota, Cogliati, i fratelli Demaldè, Negri, Rostagno ed altri. In quell’occasione funzionò perfettamente il servizio delle moto-staffette con Balbiani, Mangioni, Sarandrea, Bergonzi, Possenti ed altri.
Nel 1958, alla classica di apertura di primavera si unì quella di chiusura, la gara di autunno, l’ultima domenica di settembre. Si pedalava da Lecco sino a Piona con arrivo all’ingresso della diramazione della strada statale verso l’abbazia cistercense. C’era anche il ritorno fino alla periferia settentrionale di Lecco, all’inizio del lungolago all’altezza del distributore di benzina al Brick Caviate. Era una prova sicuramente più impegnativa della Lecco-Bellagio, anche per un chilometraggio maggiore.
Nel 1958 vinse, sia a Piona che nel capoluogo, Carlo Paroli, precedendo Fraquelli e Lamberti a Piona; Castelli e Bonfanti a Lecco. Nel 1959 fu Leonardo Fraquelli, terzo a Piona e secondo a Lecco, a conquistare la vittoria finale; le due tappe erano state vinte rispettivamente da Alberto Motta e da Giovanni Demaldè. Quell’edizione è rimasta “immortalata” nelle riprese cinematografiche di un 8 millimetri girato dal popolare presentatore Renato Tedoldi a bordo di una “giardinetta” condotta da Giuliano Amigoni, allora studente universitario.
Era tradizione correre la Lecco-Bellagio nella mattinata del giorno di San Giuseppe, che vedeva anche sulle strade lariane di sponda opposta la cosiddetta “Sanremino di Varenna”, gara per dilettanti di prima categoria con partenza ed arrivo sul rettilineo di Villa Monastero. C’è da ricordare anche, negli anni '60, i 12 chilometri di cronoscalata individuale da Varenna ad Esino, con in palio il Trofeo Gilera. Era stata definita una gara “per camosci”. Nell’edizione dell’estate 1962 vinse Antonio Maurino, di Udine, precedendo Felice Gimondi dell’Unione Sportiva Sedrinese. Nella cronaca della cronoscalata si menziona anche la bella prova, nel gruppo dei primi dieci, di Angelo Magni, del Grigna di Mandello Lario.
A.B.
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