
Il centro massaggi di Garlate ora sottoposto a sequestro
Assistito da un avvocato del Foro di Verona, è stato sottoposto questa mattina, presso il Palazzo di Giustizia di Corso Promessi Sposi a Lecco, ad interrogatorio di garanzia il cittadino cinese, classe 1970, residente a Merate, agli arresti domiciliari dallo scorso 30 dicembre in quanto accusato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Stando al quadro accusatorio tracciato dai Carabinieri del Norm della Compagnia di Lecco, titolari dell’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, ovviamente ancora tutto da provare, dedite al lavoro più vecchio del mondo sarebbero state le massaggiatrici, tutte di origini cinesi, assunte nei centri “Tuina” di Garlate e Vercurago, il primo intestato proprio all’indagato, il secondo formalmente amministrato da una donna ma di fatto – sostengono gli inquirenti – gestito dallo stesso così pure come un terzo locale situato a Delebio in provincia di Sondrio. E proprio mentre l’uomo era intento ad accompagnare una “neo-assunta” verso quest’ultimo centro, avrebbe spiegato alla stessa come assecondare le richieste “hot” dei clienti, una spiegazione captata dalle microspie piazzate dai militari sulla vettura del quarantaquattrenne e finita dunque agli atti quale elemento a sostegno della tesi accusatoria sposata dal giudice Paolo Salvatore, firmatario dell’ordinanza applicativa della misura cautelare emessa nei confronti del cinese. Non è invece stato ancora possibile dare esecuzione all’analogo provvedimento riferito alla moglie del meratese, al momento all’estero, tacciata di aver attivamente coadiuvato il consorte – dal quale ha avuto due figli – nella gestione delle attività.

Il Tribunale di Lecco
Come anticipato, l’arrestato quest’oggi è stato tradotto presso il Tribunale: dinnanzi al dottor Salvatore ha però scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere nell’attesa che il proprio legale possa studiare al meglio il fascicolo nel quale sarebbero confluiti gli esiti dell’attività investigativa condotta dagli uomini del Norm a partire da alcune acquisizioni informative inerenti il centro massaggi di Vercurago presso il quale sarebbe stato notato il quarantaquattrenne seppur formalmente estraneo alla gestione dello stesso ma impegnato in prima persona, con la moglie, nell’amministrazione dell’esercizio commerciale, del tutto simile, sito in Garlate e già oggetto, nell’ottobre di 2013 di un provvedimento di chiusura temporanea per irregolarità emerse durante un controllo. Ascoltando anche alcuni clienti, i carabinieri, avrebbero così appreso come, in entrambi i centri, ai massaggi, versando una quota aggiuntiva di 20 euro, si poteva “abbinare” una prestazione sessuale, erogata dalle giovani ragazze alle quali veniva anche fornito un alloggio nei pressi del posto di lavoro. Sul web sarebbero stati poi trovati messaggi inequivocabili che rimandavano proprio ai “servizietti” praticati presso le strutture gestite dall’arrestato che avrebbe operato con la collaborazione, oltre che della consorte, anche di ulteriori due cittadine cinesi co-indagate le quali avrebbero favorito o comunque tollerato la prostituzione svoltasi dalle dipendenti “reclutate”.
A.M.