Lecco: al Manzoni le prime postazioni di diagnosi remota in Italia per la teledialisi, progetto promosso da Rotary e Aned
Quando a fare squadra è la struttura sanitaria con la realtà sociale, nascono iniziative come ''Non lasciamoli soli''. Soggetti sottintesi del nome dato al progetto sono i pazienti che ogni giorno hanno a che fare con l’ingombro della dialisi, rito obbligatorio della loro situazione di salute che da oggi sarà un po’ più semplice da affrontare. All’ospedale Manzoni di Lecco, l’ASST ha varato infatti un innovativo sistema di teledialisi, il primo in tutta Italia e attivo dal 30 gennaio scorso.
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Persone come Emilio Perego, 80enne di Valmadrera affetto da peritonite il quale si è offerto di dimostrare l’efficienza del sistema messo a punto dall’Azienda ospedaliera lecchese nel corso della presentazione ufficiale che si è svolta nel pomeriggio di giovedì 13 febbraio, possono effettuare in autonomia e presso il proprio domicilio tutte le procedure della dialisi, seguiti a distanza da un operatore dell’Unità Operativa Complessa di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale che supervisiona, attraverso un collegamento video e audio in tempo reale, se le operazioni si stanno svolgendo nel modo corretto.
Il sig. Emilio Perego mentre riceve le indicazioni dall'infermiera per effettuare la dialisi in autonomia
Un ruolo chiave nell’attivazione di questo importante servizio presso il Manzoni lo hanno giocato il Rotary Club di Lecco – con il supporto del Distretto Rotary 2024 e dei Rotary Club Gruppo Adda – insieme alla sezione lecchese di ANED, Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi. Insieme a tanti benefattori, i due sodalizi sono riusciti nell’impresa di raccogliere ben 42mila euro, messi a disposizione dell’Unità Operativa diretta dal dottor Vincenzo La Milia per l’acquisto di un sistema di teledialisi TESI eVISuS, fornito dalla società Baxter SpA, composto da una stazione centrale di controllo e da tre stazioni remote.
Rendere il trattamento dialitico più efficiente e meno difficoltoso per i pazienti, chiamati solitamente a recarsi in ospedale per almeno tre volte a settimana, soffermandosi tra le quattro e le sei ore, è secondo il dottor La Milia l’aspetto più importante del progetto ''Non lasciamoli soli''. Per un reparto come quello di Nefrologia e Dialisi del Manzoni, dove ogni anno transitano tra i 30 e i 32 mila pazienti che necessitano di trattamenti dialitici, e che svolge circa 85mila prestazioni, anche attraverso gli ambulatori, puntare alla deospedalizzazione attraverso a strumenti come quelli donati da Rotary e ANED è molto importante.
Il dr. Vincenzo La Milia
Vincenzo La Milia, direttore Nefrologia e Dialisi ASST Lecco, con il direttore generale Paolo Favini
Paolo Vanini, presidente Rotary Club Lecco e Antonia Sala, referente ANED Lecco
Rendere il trattamento dialitico più efficiente e meno difficoltoso per i pazienti, chiamati solitamente a recarsi in ospedale per almeno tre volte a settimana, soffermandosi tra le quattro e le sei ore, è secondo il dottor La Milia l’aspetto più importante del progetto ''Non lasciamoli soli''. Per un reparto come quello di Nefrologia e Dialisi del Manzoni, dove ogni anno transitano tra i 30 e i 32 mila pazienti che necessitano di trattamenti dialitici, e che svolge circa 85mila prestazioni, anche attraverso gli ambulatori, puntare alla deospedalizzazione attraverso a strumenti come quelli donati da Rotary e ANED è molto importante.
La caposala Cristina Milani in collegamento con i CAL di Merate e Oggiono
A.S.