In viaggio a tempo indeterminato/113: il suono del Messico

Se si pensa al Messico la prima cosa che viene in mente sono i mariachi.
Ok, magari non è proprio la prima perché forse nell’elenco ci metteremmo anche i tacos, il guacamole, jalapeño, fajitas... vabbè diciamo che escludendo il cibo è una delle prime cose che vengono in mente.
D’altronde come si fa a non pensare alla musica quando si parla di questo Paese?!?
Qui la gente balla nelle piazze il sabato pomeriggio.
Le coppie più o meno giovani si regalano delle serenate mentre sono sedute sulle panchine.
Si canta, si balla, si suona... il Messico è musica.

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Ma chi sono i mariachi?
A primo impatto possono sembrare una piccola banda di uomini molto eleganti, che gira tra parchi e ristoranti.
A volte possono essere visti come degli stalker un po’ molesti, soprattutto mentre sei seduto a mangiarti un tacos gigante che quasi ti va di traverso quando parte il suono di tromba.
Ma i mariachi hanno una storia antichissima che come tutte le belle storie è avvolta dal mistero.
Ormai qui in Messico, tra Maya e Aztechi, ci siamo quasi abituati al fatto che non sempre si può sapere tutto del passato.
Ma non ci aspettavamo che per i mariachi addirittura l’origine del nome fosse sconosciuta.
Secondo una teoria il nome deriverebbe da un canto aborigeno dedicato alla Vergine Maria, che iniziava con le parole “Maria ce son” che significava ‘ti amo Maria'. La lingua usata nel canto era il náhuatl, un mix tra lo spagnolo e il latino.
Un’altra leggenda dice, invece, che il nome deriverebbe dalla parola francese “mariage” (matrimonio) proprio perché i mariachi inizialmente suonavano soprattutto durante i matrimoni.
Una storia racconta che durante i festeggiamenti di nozze in un villaggio, arrivarono dei comuni soldati francesi i quali, meravigliati dal gran caos e dalla musica, chiesero cosa stesse succedendo. Uno degli invitati rispose in francese: "C'est un mariage".
E fu così che quei soldati francesi iniziarono a chiamare il gruppo musicale.

Ma se l’origine del nome è incerta, una cosa è sicura: i mariachi mettono allegria appena iniziano a suonare.
Che siano in 4 o in 10 sanno strappare sempre un sorriso e noi proprio non riusciamo a non osservarli estasiati.
Violini, trombe, chitarre spagnola, vihuela e guitarrón e in certi casi si aggiungono anche il flauto e l'arpa.
Una vera orchestra che suona per strada appena il sole scende e il caldo lascia spazio alla frescura.
Ma non è solo la musica ad affascinarci.
I mariachi messicani hanno anche un abbigliamento elegante e che non passa inosservato.
Nel passato i primi gruppi indossavano comuni abiti da contadini.
Dagli inizi del XX secolo, cominciarono invece a portare l'abito da “charro”, il cavallerizzo tradizionale messicano.
Bianco, nero, viola e con decori e ricami evidenti... insomma, i mariachi non suonano solo bene, ma hanno anche un certo stile.

“Ay, ay, ay, ay,
Canta y no llores,
Porque cantando se alegran,
Cielito lindo, los corazones.”
Questa la sappiamo anche noi!
Cantiamo
Sorridiamo.
La gente balla.
Batte le mani.
L’allegria si libera nell’aria.
Questo Messico è davvero così: colorato, caotico, rumoroso, felice... proprio come si vede nei film.
E i mariachi sono un altro tassello di tutto questo arcobaleno.
Le nostre avventure continuano ogni settimana su LeccoOnline e ogni giorno sulle pagine Facebook e Instagram “Beyond The Trip”.
Angela&Paolo
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