In viaggio a tempo indeterminato/107: Christmas time in Messico

E' arrivato Natale.
Un Natale strano per noi che oggi siamo lontani km e km da casa, con addosso un costume da bagno e le palme al posto del vischio.
Ci eravamo lasciati su un van negli Stati Uniti e ora ci ritroviamo su una spiaggia, al caldo, in Messico.
Ma andiamo per ordine perché in mezzo ne sono successe di tutti i colori, proprio come nei tradizionali film americani di Natale, quelli in cui si deve aspettare la Vigilia per il lieto fine.

VIDEO


 

Dato che oggi è il 25 Dicembre, in TV ci sarà uno di quei film e noi siamo passati da Hollywood, questa avventura la raccontiamo così, in stile "film americano di Natale".
Fazzoletti in una mano, fetta di panettone nell'altra (o sarebbe meglio dire tacos per noi), ecco che comincia la nostra fiaba per questo Natale.

SCENA 1 - CIAK - AZIONE:
"Road closed for snow" (strada chiusa per neve)
Ci guardiamo.
Facce da genitori del film "Mamma ho perso l'aereo" quando realizzano di aver dimenticato il figlio a casa.
"E ora?"
Siamo seduti sui sedili riscaldati del nostro Van Halen, il minivan che ci sta portando in giro per gli USA da ormai quasi due settimane. Fuori c'è il sole ma il termometro della macchina segna 25 gradi... peccato che siano Fahrenheit, quindi in pratica sono -3°C.
"Ma dai proprio qui?!?!? Ci perdiamo il Grand Canyon?"
"Era una delle tappe principali di questo road trip!"
"Ci tocca cambiare tutto!"
"Vabbè mangiamoci qualcosa che le avversità è meglio affrontarle a stomaco pieno!"
Abbassiamo la radio. Apriamo la scatola di fagioli con il sugo, li spalmiamo su una fetta di pane e con questo pasto succulento, continuiamo a ragionare sul da farsi.
Apriamo la mappa sul cellulare.
"Potremmo andare sulla costa!"
"Lì fa sicuramente più caldo ma fino al mare entro sera non ci arriviamo, sono troppi km!"
Poi dalla radio arriva una melodia...
Love me tender,
Love me sweet,
Never let me go.
You have made my life complete
And I love you so
"Elvis ci sta indicando la via!"
"Route 66!!" urliamo in perfetto stile film americano.
Siamo sereni e spensierati perché ancora non sappiamo cosa ci aspetterà su una delle strade più famose del mondo
(musica drammatica che lascia intendere che la gioia finirà presto)

SCENA 2 - CIAK - AZIONE
La mattina dopo ci svegliamo a Kingman, un tranquillo paesino che sembra quasi abbandonato.
Facciamo un giro tra i negozi di antiquariato, banchi dei pegni dove gli articoli più presenti sembrano essere fucili o animali impagliati, angoscianti statue di Elvis che per 1$ ti predicono il futuro.
"Chiediamo a Elvis cosa ne sarà di noi?"
"Che cosa stupida, sai che non credo a queste cose!"
"Io ci provo lo stesso"
"Hey Baby" e gli si illumina il ciuffo.
"Quando le cose vanno male non andare con loro."
E fino a qui non fa una piega.
"Segui quel sogno, dovunque il sogno ti possa condurre."
Proprio saggio questo Elvis con la voce profonda.
"Non sto provando ad essere sexy. È solo il mio modo di esprimermi quando mi muovo."
Ok direi che può bastare.
Ci rimettiamo in macchina ma le parole di Elvis restano lì nelle nostre menti, ecco magari non tutte le parole.

SCENA 3 - CIAK - AZIONE
(musica stile film western in sottofondo)
Gli asini ragliano e noi ci risvegliamo in un paesino sui monti.
Costruito per i minatori che lavorano nelle miniere della zona, Oatman sembra una via di mezzo tra il set di un film (magari non proprio un film di Natale) e un'attrazione di Gardaland.
Se non fosse che aprendo le porte del saloon ci ritroviamo davanti persone in carne ed ossa, musica in sottofondo e cibo sui tavoli crederemmo davvero sia tutto fatto di cartongesso.
"Hey gringa" mi dice Paolo con sguardo da cowboy, finta spiga di grano in bocca e mano appoggiata a un cinturone in pelle che non esiste.
"Mi sa che abbiamo sbagliato film, non era un film di Natale?Da Elvis siamo passati ai cowboy in un villaggio di minatori!"
"Forse tutti ‘sti fagioli ci stanno facendo strani effetti!"
Ci rimettiamo in macchina, questa volta direzione San Bernardino a due passi da Los Angeles, da Hollywood, dal mare.

SCENA 4 - CIAK - AZIONE
Neve. Neve. Neve.
Auto bloccate.
Neve.
Intanto è arrivato il buio e solo Elvis, o al massimo Babbo Natale, ora potrebbero farci uscire da quella bufera e farci arrivare a San Bernardino.
Purtroppo questo però non è "Miracolo sulla 34esima strada" quindi restiamo lì, in un parcheggio di un supermercato, ad aspettare che passi la notte, sperando di non ibernare.
E intanto ripensiamo alla frase del Re della musica "Quando le cose vanno male, non andare con loro!"
"Sì ma se sono loro a venire con te?"

SCENA 5 - CIAK
Ci svegliamo con una canzone in testa.
"I feel it in my fingers
I feel it in my toes
Christmas is all around me
And so the feeling grows" (dal film Love Actually)
Mancano ancora un po' di giorni a Natale ma con tutta questa neve e ‘sto candore ci sentiamo già in perfetto clima natalizio.
Canticchiando e mangiando torta piena di uvetta, arriviamo finalmente a San Bernardino dove non c'è molto, tranne il museo di McDonald che di natalizio non ha proprio nulla.
Così decidiamo di proseguire sulla strada.
Altri km ma questa volta con il sole.
Fino ad arrivare lì, alla collina con la scritta più famosa di sempre "Hollywood".
C'è il sole, siamo felici, ma ancora non sappiamo che ad attenderci al nostro ritorno alla macchina c'è lei.
L'antagonista della nostra fiaba prenatalizia... no, non la neve, ma la poliziotta che ci ha fatto la multa per aver parcheggiato nel posto sbagliato.
"E siete fortunati perché stavo per chiamare il carroattrezzi!" ci dice sorridendo.
E' ora di andarsene.
Ci rimettiamo in macchina. Verso il mare, la spiaggia, l'acqua gelida vicino a San Diego.
Ed è anche tempo di saluti.
Salutiamo il nostro Van Halen, riconsegniamo le chiavi e ci mettiamo a camminare, di nuovo con gli zaini sulle spalle.

Potrebbe finire qui la fiaba, ma non è ancora Natale quindi, come in ogni film americano che si rispetti, deve ancora succedere qualcosa di tragico prima del lieto fine.
E quel qualcosa di tragico per noi è Tijuana, la prima città messicana.

SCENA 6 - CIAK - AZIONE
Il signore al banco della reception ha indosso un sombrero messicano e dei baffi bianchi.
Ci guarda e ridendo ci dice "vi do la stanza migliore".
Apriamo la porta ed è una topaia, sporca, con una finestra che da su un muro e con uno specchio che l'ultima volta che hanno pulito noi non eravamo nemmeno maggiorenni.
Ma la città la fuori è anche peggio. Prostitute ad ogni angolo. Facce scure che ti squadrano da cima a fondo. Locali dalla dubbia attività. E pensare che questo è il centro.
Mettiamo un telo di plastica sul letto e ci chiudiamo nei sacchi a pelo.
E inizia così una delle notti peggiori di sempre in un hotel dalla vivace attività notturna.
Voci, rumori, odori... il peggio del peggio. Come era quella cosa Elvis?!? "Quando le cose vanno male non andare con loro."
Forse il Re ha ragione. Così ci infiliamo su un autobus per 27 ore per scappare il più lontano possibile da quella città orrenda.
E per non farci mancare nulla il bus buca anche una ruota.

Ma è quasi la vigilia di Natale e proprio come in un film americano, è anche il momento del lieto fine.
Quindi eccoci qui, a festeggiare il Natale a Puerto Vallarta, su una spiaggia, con i pellicani che si tuffano in mare.
A mangiare tacos e quesadillas e urlare "Feliz Navidad!".
A baciarci sotto una palma perché il vischio non c'è.
A pensare che alla fine siamo molto fortunati perché stiamo vivendo una vita che è intensa, romantica ed emozionante proprio come un film di Natale americano.

Un abbraccio e buone feste a tutti!

Angela e Paolo
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