Lecco perduta/197: quando viale Adamello era un'''autostrada''

La foto pubblicata è del dicembre 1979: Viale Adamello è una nuovissima opera stradale realizzata dal Comune di Lecco, a completamento della circonvallazione esterna che, partendo da Viale Valsugana, fra Maggianico e Belledo, prosegue lungo le Vie Roccolo, Eremo, Redipuglia, Monte Grappa, Tonale, per arrivare su Viale Adamello e con il viadotto sul Gerenzone percorrere il tratto di Via Oslavia verso Via Monte Santo, in quartiere Rancio.



Si disse e si scrisse allora che la realizzazione di Viale Adamello, con il viadotto sul Gerenzone e il successivo tronco della Via Oslavia, portava l’intera rete stradale della città di Lecco “ad essere superiore, come sviluppo, ai 100 chilometri, con idonee pavimentazioni di tipo permanente o semipermanente”. E’ un dato che sarebbe oggi interessante verificare, consultando il responsabile dell’Ufficio Strade del Comune, Geom. Andrea Ratti, ora in pensione.
Viale Adamello presenta ora una realtà vivace di attività varie e non è più un’autostrada come si può notare nella foto di cinquant’anni or sono. E’ un’importante arteria cittadina, in una zona densamente popolata del quartiere San Giovanni, che, proprio in queste settimane di Natale, è tornata alla ribalta della cronaca locale con un’aria di festa che non si registrava da alcuni anni. Un quotidiano ha, infatti, scritto: “Dopo anni di nulla Viale Adamello è tornato a farsi bello per Natale. Grazie ai commercianti della zona e di quelli della Via Oslavia e della Via Mentana (la parte alta, almeno) sono state posizionate le luminarie: grandi pacchetti con tanto di fiocco rosso che faranno mostra di sé sino all’Epifania”.
Certo, la foto di mezzo secolo fa riporta alla memoria un Viale Adamello ancora tranquilla strada di periferia, anche se ha già l’asfalto e la segnaletica del grande traffico. Vi era già, ad esempio, l’edicola di Vittorio Buratti, popolare personaggio del tifo bluceleste, lui stesso giocatore nelle squadre amatoriali dei tornei notturni estivi della città di Lecco e dintorni. Era anche un grande appassionato di calcio balilla, quando i campioni con le manopole si alternavano, in particolare nelle ore serali, con sfide interminabili nell’allora Bar Narciso di Via Bovara. C’era, all’inizio di Viale Adamello, poco dopo l’edicola del Buratti, il Bar Miranda, che era, invece, ritrovo dei migliori giocatori di boccette. Memorabile la gara individuale organizzata nel settembre 1967 per la disputa di una medaglia d’oro messa in palio dallo stesso bar. Parteciparono al torneo ben novantasei giocatori provenienti da tutta la Lombardia. Il record di Vittorio Buratti non è stato al pallone, ma con le due ruote a pedale. Era, comunque, una scommessa sul calcio: pedalare da Lecco a Lodi per seguire i blucelesti in trasferta contro la locale formazione del Fanfulla. Una popolare canzone recita: “… faceva a piedi da Lodi a Milano per incontrare la bella Gigogin”. Quella volta capitò, invece, di pedalare da Lecco a Lodi per una partita di calcio. Era, molto probabilmente, il campionato 1954/55 in Serie C.
A.B.
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