In viaggio a tempo indeterminato/105: giro del mondo...

San Francisco. Stati Uniti.
E in un attimo ci rendiamo conto che il nostro lungo viaggio è ufficialmente diventato un giro del mondo. Siamo arrivati “dall’altra parte”.  GIRO DEL MONDO...Bastano queste tre parole per farci rendere conto di quanta strada abbiamo fatto, di quanti chilometri abbiamo percorso con i nostri zaini.
Nello stesso istante realizziamo anche che un nuovo capitolo è iniziato. Il capitolo americano.
Sì, è vero, anche le Hawaii sono in America, ma su quelle isole in mezzo all’oceano ci sentivamo un po’ in una “terra di mezzo”, ancora con la testa all’Asia che negli ultimi 22 mesi era stata la nostra casa.
Sbarcare a San Francisco, invece, ci ha fatto rendere conto di essere davvero arrivati in un “nuovo mondo”.

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La nostra avventura ‘mmmerigana inizia da una delle città più belle che abbiamo mai visto in questo viaggio: San Francisco.
Tanti quartieri tutti uno diverso dall’altro.
China Town con le sue lanterne rosse e i negozi che vendono statue di dragoni, ci hanno ricordato per un po’ l’Asia... almeno fino a quando non è passata una camionetta dei pompieri rossa che ci ha catapultato in un film americano anni 90.
Poi Columbus street, la Little Italy di San Francisco, piena di pizzerie e ristoranti italiani dove abbiamo sentito profumo di casa, di pizza, di sugo al pomodoro, di salsa Alfredo...salsa Alfredo?!?!? Ecco, quella magari di italiano ha ben poco, anche se per gli americani quella salsa bianca piena di formaggi è tipica della nostra cucina.
E per rimanere in tema di cibo, a Fisherman’s Wharf, ci siamo anche mangiati il piatto tipico di San Francisco, la clam chowder. Si tratta di una zuppa di pesce molto cremosa servita in una enorme pagnotta.
Buonissima, nonostante l’apparenza.
E anche il pane, una delizia. Anche se eravamo gli unici clienti del ristorante a mangiarlo, dato che tutti sembravano lasciarlo sul tavolo. Un’assurdità insensata, non solo perché era davvero buono, ma anche perché era un insulto verso le centinaia di senzatetto che popolano la città.


Le strade di San Francisco sono tutte un saliscendi continuo che regala viste stupende oltre a mettere a dura prova i nostri polpacci, ormai abituati solo a pedalare sulle strade hawaiane.
Così ci fermiamo continuamente, non solo per prendere fiato, ma anche per fermarci ad ammirare quelle scale antincendio che avevamo visto solo nei film.
Sì perchè questa città sembra un set cinematografico con i suoi palazzi, le strade, i negozi, il porto dove riposano i leoni marini e la vista su Alcatraz, la famosissima prigione.


E continuando a macinare chilometri, arriviamo al quartiere dove si parla spagnolo, pieno di ristoranti messicani e taquerie con i burritos (una specie di “piadine” piene di riso, verdure e fagioli)  dalle dimensioni e dal peso assurdi.
Poi il quartiere hippy che tra luci psichedeliche e un inconfondibile profumo nell’aria, ti riporta in un attimo agli anno ‘70 e ai figli dei fiori.
E alla fine il Golden Gate Bridge, il simbolo della città e non solo.
Uno dei ponti più famosi del mondo.
Abbiamo dovuto aspettare due giorni prima di vederlo senza nuvole, in tutto il suo splendore.


Ma San Francisco è anche la città più cara in cui siamo stati in questi quasi due anni.
Folle. Assurdo.
Pensavamo che le Hawaii fossero costose, ma ci è bastato un giorno a San Francisco per vederle come un posto piuttosto economico
A San Francisco tutto ha prezzi assurdi.
Gli affitti si aggirano attorno ai 3000 dollari al mese e un filone di pane costa 3 dollari.
Una città dove anche chi ha un lavoro fa fatica a sopravvivere.
“Devo vivere in questo ostello perché un appartamento con tutte quelle spese non potrei permettermelo. E siamo in tanti in questa situazione qui a San Francisco. Per strada vedi girare macchine di lusso, ma chi ha uno stipendio normale non riesce a sopravvivere. Se non pensassi che questa è la città più bella del mondo me ne sarei già andato! ” Ci dice Tom, un signore sulla cinquantina che risiede nell’ostello dove dormiamo.
Insomma, San Francisco è un luogo inavvicinabile per chi viaggia con un budget basso come il nostro.
E noi, dobbiamo essere sinceri, ce la siamo potuta permettere solo perché l’ostello ci ha ospitato e perché abbiamo camminato tantissimo, evitando la spesa dei trasporti.
Per il cibo poi ci sono le catene di fastfood che hanno prezzi ancora accettabili . Con meno di 5 dollari ti mangi un menù completo che non sarà il pasto più salutare del mondo ma forse è meglio della salsa Alfredo.

Le nostre avvenute americane continuano ogni settimana su LeccoOnline e ogni giorno sulle pagine Facebook e Instagram Beyond The Trip.
Angela & Paolo
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