C'era una volta a Lecco/4: Maria Consoli racconta la vita 'senza camice' al fianco del consorte, prof. Enrico Dormia
Non tutti i momenti più significativi della vita li viviamo da protagonisti. A volte la migliore visuale – quella che più ci cambia, ci segna e ci guida – è infatti quella dello spettatore: non oltre il sipario, bensì a pochi passi da questo, vicino all’occhio di bue seppur mai sotto il suo fascio circolare di luce.
Maria Consoli, giovanissima, insieme al marito Enrico Dormia
A raccontare il punto di vista di chi la sua storia l’ha involontariamente intrecciata a quella, da “attore principale”, vissuta da un’altra persona è ad esempio la signora Maria Consoli, 90 anni da compiere di cui oltre un terzo trascorsi come consorte dell’ex-primario di urologia dell’Ospedale Manzoni di Lecco, Enrico Dormia. Divenuto medico di fama internazionale grazie all'invenzione del cosiddetto “cestello” per l'estrazione di calcoli uretrali – rinomato in tutto il mondo e divenuto simbolo di un passaggio decisivo nel campo dell'urologia - il professor Dormia è stato altresì pioniere nell'attività di prelievo d'organi a scopo terapeutico, inaugurata presso quella che oggi chiamiamo ASST nel lontano 1973 con il suo primo prelievo di rene a Lecco.Un'altra foto della coppia
A dieci anni dalla sua scomparsa, è però un'altra immagine a sopravvivere al trascorrere del tempo e allo sbiadire dei ricordi: quella umana, priva di camice bianco, di un padre e – prima di tutto – di un marito amorevole, presente seppur ostinatamente determinato a perseguire la sua vocazione professionale.Per quanto riguarda l’incontro tra i due, neanche a farlo apposta, “galeotta” fu proprio la necessità di cure mediche da parte di una giovanissima Maria che, a soli diciott’anni e residente a Chiari, contrasse la febbre maltese e venne convinta dal medico di famiglia a trascorrere almeno 20 giorni in montagna, precisamente a Bormio. Il caso volle che tutti gli alberghi fossero già pieni e la famiglia Consoli fu costretta a cercare un appartamento in cui alloggiare: quello del nonno di colui che – di lì a pochi anni – le avrebbe chiesto la mano.
Maria Consoli insieme ai figli Lucia e Guido
“Ricordo che lui si innamorò follemente di me fin da subito” racconta oggi sorridente la signora Maria che, a parte qualche difficoltà di parola, ricorda con lucidità quasi tutto di quel periodo. “L’anno successivo Enrico ha perso sua mamma di soli 48 anni, per un disturbo al cuore che solo anni dopo avrebbero iniziato ad operare. Nel frattempo, nonostante mia madre fosse contraria, lui continuava a mandarmi lettere che mi facevo recapitare di nascosto da una mia zia, oppure veniva spesso a trovarmi in moto per farmi delle sorprese”. Pochi anni dopo, il 30 giugno del 1954, il matrimonio e l’inizio della vita coniugale “in quattro” con la nascita, in giugno dell’anno dopo, della figlia Lucia e poi del secondogenito Guido, futuro urologo proprio come il padre. Ma insieme a questo, anche le prime difficoltà, i turni in ospedale anche di sabato e domenica, e la scelta a malincuore – da parte della moglie – di abbandonare il suo percorso universitario in scienze biologiche seguendo la carriera del consorte fino al capoluogo manzoniano.Il dottor Dormia insieme a un nipotino
“Mi è sempre piaciuto molto studiare, e in particolare il corso di anatomia che era tra i primi esami previsti dalla mia facoltà universitaria” ricorda Maria, che ancora oggi espone minuziosamente e con sguardo tecnico le componenti del “cestello” inventato dal dottor Dormia. “Sono stati anni belli ma, devo ammetterlo, in certi momenti anche molto pesanti: ho sempre amato il verde di Lecco, anche grazie all’appartamento presso il Parco Belvedere in ci siamo trasferiti e che mi ha permesso di godermi tutti questi paesaggi anche negli ultimi anni, quando riuscivo a muovermi solo con il deambulatore. Ma spesso sentivo la mancanza di Milano”.Un'altra foto della signora Maria
Oggi, a riempire le sue giornate sono i 6 nipoti e i 6 pronipoti, frutto di quell’attenzione alla famiglia e agli affetti per cui la signora Consoli ha speso la propria vita senza però abbandonare le proprie passioni, come l’amore per il pianoforte ereditato dalla madre o quello per la scrittura di favole, un piccolo piacere personale che nemmeno gli anni sono stati capaci di cancellare. Una premura, infine, che non ha fatto mancare nemmeno al marito, anche negli ultimi anni della loro vita coniugale, quando insieme a lui ha deciso di andare al mare per godersi l’aria pulita e la leggerezza trasportata a riva da quella distesa blu sempre in movimento e mutamento, proprio come la loro storia, la cui risacca – nonostante la lontananza fisica – non smette di riportare alla mente ricordi indelebili.
Continua/5
Rubrica a cura di Francesca Amato