Lecco perduta/190: quando c’era il Trofeo ''Baracchi''

L'ultima gara del calendario internazionale era il Giro di Lombardia, ma l'ultimissima era rappresentata dal Trofeo "Baracchi", gara a cronometro a coppie, con partenza da Bergamo ed arrivo, solitamente, a Milano. Era voluta dal bergamasco Mino Baracchi, in memoria del padre Angelo, grande appassionato di ciclismo. L'ultima edizione risale al 1991.

 

Il "Baracchi" passava sulle strade lecchesi anni 1955/1960, proveniente dalla strada di Bergamo, con il primo controllo orario parziale in Corso Martiri, davanti al Palazzo Gerosa/Crotta, dov'era commentato dallo speaker Renato Corbetta. I lecchesi di una certa età ricordano soprattutto il passaggio del 1958, che vide la strepitosa vittoria di Ercole Baldini ed Aldo Moser che, con una straordinaria galoppata a 47 di media, superarono gli agguerriti concorrenti stranieri, con le coppie formate da Anquetil/Darrigade e da Riviere/Sent. Un successo quest'ultimo, che venne ripetuto nel 1959, mentre nel 1960 la coppia Baldini/Moser, grande favorita, venne superata per poco da Diego Ronchini e Romeo Venturelli. Il passaggio del "Baracchi" segnava una "stele" nell'album dei ricordi del ciclismo lecchese, quando c'erano i pionieri, le strade sterrate, le corse trasformate in avventure. C'era un ciclismo fiorente nei decenni successivi, con numerose competizioni in città, magari anche due nella stessa domenica, organizzate dal Velo Club Lecco, da Gilardi, Corti, Gattinoni, ed altro ancora. Oggi il campionato sociale è solo quello del Pedale Lecchese; allora, nel giorno prima del "Baracchi", si correva il campionato organizzato dal locale Moto Velo Club, con arrivo in Corso Martiri della Libertà. Un campionato che è ben presente nei ricordi di Vincenzo Parolari, corridore anche del Pedale Monzese, che proprio in Corso Martiri mancò per poco una vittoria che aveva voluto collezionare in carriera, come dilettante di prima serie. E' doveroso, a questo punto, ricordare l'attività ciclistica di Don Agostino e della Casa Guanella, con il pellegrinaggio alla Madonna del Ghisallo, la Gran Fondo del Lario e la pedalata di primavera sul percorso della classicissima Milano/Sanremo.
Ezio Cazzaniga, classe 1923, compianto corridore, che conservava un album di ricordi, alla domanda sulle origini della bicicletta in città rispondeva: "Il velocipede a Lecco risale alla primavera 1895, quando nella centralissima Via Cavour veniva aperto un negozio novità: la rivendita con officina di riparazioni, di Enrico Corti". Un anniversario che ha oggi il sapore della storia, la storia del costume e del progresso. Saranno, infatti, nella primavera prossima, 125 anni dalla prima bicicletta a Lecco. Considerato che presso Casa Guanella di Via Amendola vi è la segreteria della lodevole iniziativa "Università per adulti e terza età", Don Agostino potrebbe proporre, nel prossimo piano di conferenze, anche un'ora di storia sul pedale a due ruote nel Lecchese. Si potrebbe iniziare con la classica internazionale di primo Novecento, il Giro delle Alpi Orobie, organizzato dall'Unione Sportiva, che partiva da Lecco per tornare in città, dopo aver toccato il Passo dell'Aprica. "Era una gara da titani, da eroi - ha scritto Arnaldo Ruggiero - considerando le strade dell'epoca". Forza, quindi, Don Agostino: occorre solo un "colpo di pedale" in più!
A.B.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.