Lecco perduta/186: il Palio delle contrade sul campanile

Sono trascorsi 60 anni dalla prima domenica di ottobre 1959, quando prese avvio il Palio delle Contrade, organizzato dall’oratorio San Luigi con le quattro formazioni di Vittoria, Centro, Basilica e Nord. Erano in programma gare diverse, che impegnavano i giovanissimi dal calcio alla corsa al tennis da tavolo e altro ancora.
Si aggiudicò il Palio la Vittoria, la contrada delimitata nei confini verso il centro cittadino dal corso fluviale del Caldone, ancora scoperto, da viale Dante alla foce. Fu decisiva la finalissima del calcio contro il Nord, la zona di viale Turati, quella che divenne pochissimi anni dopo la parrocchia dei Cappuccini. Nella finale nella squadra della Vittoria c’erano Isidoro Brusadelli e Sergio Sala: il primo sarà nel Lecco in serie B e per anni alla Triestina, il secondo nella De Martino del Lecco, che conquistò lo scudetto, allenata da Guido Capello. Nel Nord erano in formazione Croce, Cavalleri e Trezzi, che hanno poi giocato in diversi campionati: Croce è stato nella Nazionale Militare che trionfò a Bari contro commilitoni inglesi ed ebbe modo di segnare le tre reti della vittoria per la formazione azzurra. C’è da notare che nella corsa svoltasi sul perimetro esterno all’oratorio il primo posto è stato di Ferruccio Sangalli del Centro, davanti a Redaelli della Vittoria; il terzo classificato fu Raffaele Colombo, del Nord, oggi organizzatore di eventi musicali e, in particolare, del raduno internazionale dei Pueri Cantores.
La popolarità del Palio delle Contrade andò, comunque, oltre il centro della città per la caccia “all’Omino Y”: si trattava di identificare il misterioso personaggio che la sera della vigilia avrebbe lanciato segnali luminosi dal terrazzino terminale del campanile di San Nicolò. Quella sera di inizio ottobre, accompagnata dal tempo migliore del dolce autunno lariano, fece sì che tanti lecchesi, non solo giovanissimi, guardassero verso il “misterioso” campanile.
Un romanzetto uscito intorno al 1970 scriveva a proposito: “Un messaggio annunciava, infatti, che l’Omino Y si sarebbe fatto vivo la sera di sabato con segnali luminosi dal terrazzo terminale della Basilica…. Si fece tardi, quella sera, sul sagrato, la vigilia di festa aveva contagiato tutti, si parlò dei programmi del giorno successivo, si fecero i pronostici per le gare in programma, vi fu l’affannosa ricerca degli ultimi messaggi dell’Omino Y… Conclusa la serie multicolore dei razzi, la piccola brigata scese velocemente dal campanile. Ma fu obbligata a rimanere nello stesso perché alcuni ragazzi si erano radunati, presenti anche adulti, per cercare di identificare l’Omino Y. Fu un assedio più lungo del previsto perché i ragazzi non volevano smobilitare, sicuri che il misterioso individuo, pure in possesso di magiche prerogative, non potesse uscire che dall’unica porta del campanile…”.
Tutti ricordi di anni ormai tanto lontani. Ma, a proposito, le recenti ricerche di Giovanni Piras hanno identificato il misterioso Omino Y sul campanile? Qualcuno può aiutarlo? Si seppe, allora, il suo nome?
A.B.
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