In viaggio a tempo indeterminato/96: come immaginavamo il Giappone

Potevamo arrivare in Giappone come fanno tutti, cioè con un aereo.
E invece no, abbiamo deciso che la nostra esperienza nipponica doveva cominciare con il botto.
Così ci siamo imbarcati su un traghetto notturno che in 12 ore ci ha portato da Busan in Corea, a Fukuoka in Giappone.
Prima di salire, con il nostro biglietto di seconda classe pagato solo 20€, ci immaginavamo di dover dormire per terra.
Per quella cifra non potevamo pretendere niente di più del famoso, quanto terribile, “posto ponte” dei traghetti estivi per la Sardegna, e invece... il Giappone ha iniziato a stupirci prima ancora di metterci piede.
E ci siamo ritrovati su una nave che tutto sembrava tranne che un traghetto.
Ristorante e mini market al primo piano.
Al secondo sala karaoke, sala con macchinette “pesca peluche”, sala per il relax e... incredibile ma vero, bagni termali, una versione ridotta di quelli in cui avevamo passato la notte ma stesse regole: tutti nudi e pronti a farsi scrub.
Al terzo piano decine e decine di cabine condivise con futon, tv e aria condizionata. Una è la nostra, ma siccome è anche bassa stagione, ci ritroviamo da soli in quella stanza gigante per dieci!
Quindi esperienza fantastica, finché non abbiamo lasciato il porto... Ecco come è andata la traversata sulla “Love boat” Corea- Giappone.

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Ma è una volta sbarcati che è iniziata la vera avventura.
Non possiamo definirci grandi appassionati di Giappone, ma questo Paese ha sempre fatto parte della nostra vita fin da quando eravamo bambini e passavamo i pomeriggi a mangiare panini con il prosciutto e guardare le infinite partite di calcio di Holly e Benji che sembravano correre su campi che non finivano mai.
Per noi il Giappone erano i ristoranti con il bancone di legno come quello di Marrabbio in Kiss Me Licia, dove la gente passava ore a mangiare zuppe di noodles.


Per noi il Giappone erano le ragazze con la divisa della scuola “alla marinara” come Sailor Moon, con i calzettoni fino alle ginocchia e la gonna a pieghe.
Poi siamo cresciuti e il Giappone nella nostra fantasia si è colorato delle tinte dei kimono delle donne con i fiori tra i capelli, delle insegne al neon dei grattacieli, del legno delle porte scorrevoli dei templi.
Il Paese dove tutto corre veloce come il suo treno, dove tutti leggono manga o giocano con i videogiochi, dove si mangia sushi che si scioglie in bocca.


Insomma, nelle nostre menti, anche senza volerlo, forse anche un po’ inconsciamente, un’immagine del Giappone già c’era.
Ma è solo quando siamo sbarcati da quel traghetto e abbiamo iniziato a camminare per le strade di Fukuoka, che ci siamo resi conto che tutto quello che ci eravamo immaginati era reale.
Tutto!
I ristoranti, le divise della scuola, i manga, il sushi, la velocità...
Anzi no, non proprio tutto.
Non solo non esistono i campi da calcio infiniti su cui correvano Holly e Benji, ma il cartone animato qui si chiama Capitan Taubasa e no, il remake di Kiss Me Licia fatto con Cristina D’Avena qui in Giappone non esiste!

Le nostre avventure giapponesi continuano ogni settimana su Leccoonline e ogni giorno sulle pagine Facebook e Instagram “Beyond The Trip”.
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