Lecco perduta/185: la festa di Lecco ''nella prima settimana di ottobre''

Uberto Pozzoli (scrittore al quale è dedicata la civica biblioteca di via Bovara, in Lecco) scriveva nell’autunno 1924: “Anzitutto la solennità del Rosario non è la festa patronale della città, che si celebra il giorno di San Nicola, ma solamente la festa della Confraternita del Santissimo Sacramento. Come si sia giunti poi a chiamare “festa di Lecco” la prima domenica di ottobre, nessuno lo sa: nemmeno coloro che contano 70 anni o più primavere. Probabilmente i confratelli di una volta hanno saputo far valere così bene i loro “diritti” da rendere la loro festa tanto solenne da essere additata da tutta la popolazione come la massima solennità locale dell’anno”.


La processione con la statua della Madonna del Rosario

Aristide Gilardi, giornalista ricordato in una via del quartiere Belledo, scriveva nel 1964 sulle feste di Lecco dei tempi trascorsi: “Otto giorni prima della festa le nove campane della Prepositurale suonavano a distesa, ogni anno, per la novena. Era un dolce ed armonioso scampanio che pareva raccogliesse, fondendoli ed orchestrandoli per la distanza, quelli che ancora vibravano tra l’aria di Olate per l’Addolorata o di Germanedo per la Rovinata. La vigilia era mezza festa. La domenica mattina era dedicata alle pratiche religiose; il pomeriggio tutto per la processione che si snodava lenta, solenne per le vie cittadine, con la banda, le confraternite, le associazioni, il popolo. Si sentiva profondamente che era la processione per la festa di Lecco, di tutta Lecco. Poi, il lunedì successivo, la grande fiera del bestiame, molto frequentata perché l’ultima dell’anno agricolo e nell’imminenza di chiudere, per l’inverno, le bestie in stalla. Ma tra la fiera e la giornata religiosa si inserivano i baracconi con giostre, tiri a segno, toboga e, magari, un piccolo serraglio, che a noi fanciulli pareva allora chissà che cosa”.
La ricorrenza dedicata alla Madonna del Rosario prende origine con la storica battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, quando la flotta cristiana sconfisse quella islamica, una vittoria attribuita a tutte le navi della “Croce” anche se le ricerche storiche più recenti indicano un largo merito di navi ed equipaggi della Repubblica veneziana di San Marco e del cattolicissimo re di Spagna. La basilica di San Nicolò vede nella navata laterale vicino all’antico pulpito aereo, detto dello Spirito Santo e dei quattro evangelisti, l’altare dedicato alla Madonna del Rosario, con la statua che veniva portata in processione. I più solenni cortei della domenica pomeriggio si sono conclusi negli anni ‘60/’70 del Novecento. Ultimamente vi era la processione mattutina da Santa Marta alla Basilica.
L’antica festa di Lecco aveva anche dei risvolti laici: era la fine della stagione dei barcaioli sulla sponda del lago, che avevano remato con turisti dal lunedì dell’Angelo, dopo la festività della Pasqua. Le barche venivano portate nelle rimesse di via del Pozzo o dei vicoli Granai e Torchio. C’era anche un appuntamento minore, riservato ai soci del Circolo parrocchiale “Giuseppe Toniolo”: la festa di Lecco concludeva la stagione delle bocce all’aperto nel piccolo “viale” che si trovava presso il ritrovo, all’interno del muro di cinta che si può ancora oggi notare lungo via San Nicolò. Terminavano lunghe ed appassionate serate di sfide amichevoli, ma combattute, “sotto le stelle”, mentre nella sera di vigilia della festa di ottobre i bronzi del sovrastante campanile della Basilica cancellavano l’eco anche della più forte bocciata.
A.B.
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