Morterone: terzo e ultimo ''raduno di cognomi'', ospiti i Valsecchi
“Pochi, ma buoni” hanno esclamato alcuni dei Valsecchi mentre - di fronte al municipio del secondo più piccolo Comune d'Italia - l’intima sfilata di festeggiati del terzo ed ultimo “raduno di cognomi” di Morterone si preparava a ricevere il meritato riconoscimento: un gesto puramente simbolico, ma intriso di quella storia e familiarità che come un cordone ombelicale ha attirato decine di affezionati in quei 14 chilometri quadrati che ad oggi contano solo 31 residenti.

Il gruppo dei Valsecchi

A svettare all’interno della piccola sala consiliare sono state le foto di oltre un secolo fa, ancora in bianco e nero e con protagonisti sorrisi sbiaditi dal tempo seppur con i medesimi riconoscibili paesaggi rurali alle spalle. Insieme a queste, una lista delle innumerevoli frazioni che costellano il borgo di Morterone: a raccontare il profondo cambiamento sociale vissuto dalla comunità sono in primis i proprietari della Trattoria dei Cacciatori che – in una giornata di lavoro come un’altra – ricordano con un sorriso il tempo in cui la tortuosa strada provinciale che conduce fino in paese ancora non esisteva, lasciando il suo posto a carovane di muli e contadini ma conservando sulla vetta un borgo di oltre 400 persone.



Dal 1862 al 2006 le frazioni hanno infatti visto mutare vorticosamente i propri numeri: quella di Mortirone è passata dall’avere 57 residenti a solo 4; stessa situazione per Foppa e Bosco, scese rispettivamente a 5 e 3 domiciliati; mentre la frazione Medalunga, al contrario, è salita da 9 abitanti a 12. Se quasi due secoli fa la verdeggiante Pra’ Giacomo, a pochi passi a Olino, accoglieva 9 persone, oggi a tramandarne il ricordo è solo il signor Angelo Valsecchi, che con emozione parla della casa “vicina al fiume e al pino” nonostante ora abiti con la famiglia nel comune di Inzago. Lo stesso sentimento di attaccamento, nella giornata di ieri, l’ha provato anche il signor Federico Valsecchi, oggi residente a Ballabio ma nato a Morterone, dove ha vissuto fino all’età di 6 anni senza però mai dimenticare le proprie radici.


Il signor Angelo Valsecchi insieme alla sua famiglia

“Sapevamo che della triade Manzoni, Invernizzi e Valsecchi questi ultimi sarebbero stati pochi ma non per questo meno importanti per noi” ha esordito il sindaco Antonella Invernizzi all’inizio della cerimonia dal titolo “un territorio, tre cognomi, tanti soprannomi”. “I piccoli numeri nel comune di Morterone, lo sappiamo bene, a volte sembrano non contare, ma ci sono e bisogna dare la giusta importanza anche a questi. L’obiettivo di questo progetto è quello di riportare qui tutte quelle persone che ci vivono, che hanno origini qui o che portano Morterone nel cuore: un tempo il nostro era un territorio vasto che sarebbe bello veder rivivere anche ritornando, soprattutto in quei posti che sono stati abbandonati. Venire a Morterone in queste tre giornate ha significato vedere sorrisi sui volti di tante persone che non erano mai state qui, avevano sentito parlare del nostro paese dai genitori e dai nonni, ma sono arrivate volentieri per rivedere quei posti che sono stati importanti per i loro antenati. Questo ritorno alle origini, che però rappresenta un presente, è una speranza grande che noi come Amministratori abbiamo”.


F.A.