In viaggio a tempo indeterminato/92: in Corea... completamente nudi!

Che viaggiare ti “mette a nudo” lo abbiamo sempre saputo.
Lo sapevamo anche più di 600 giorni fa, prima di partire con il nostro zaino, quando ci siamo resi conto che solo essendo noi stessi avremmo potuto affrontare bene questa avventura più grande di noi. E abbiamo avuto poi conferma ogni giorno durante questo viaggio che lasciar cadere tutti i nostri filtri e muri sarebbe stato il modo migliore per aprirci al mondo, alle diversità e agli incontri. Ma, dobbiamo essere sinceri, l’espressione “mettersi a nudo” l’avevamo sempre intesa solo in senso figurato.
Poi siamo arrivati in Corea del Sud...

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Una delle esperienze più tradizionali che si possono fare in Corea è visitare una spa. La chiamano jjimjilbang e già pronunciare il nome è una grande impresa. Si tratta di enormi edifici a più piani aperti 24 ore su 24, con saune, piscine e aree massaggi. Attratti dall’idea di relax, ma soprattutto dal poter dormire a un prezzo relativamente basso, abbiamo deciso di provare anche noi questa esperienza tutta coreana. Dopo tutto stiamo viaggiando proprio per immergerci nella cultura locale, quindi quale miglior modo se non quello di passare una notte in una spa coreana? Sono le 8 di sera quando entriamo nell’Hanok Spa di Jeonju, un paesino a circa due ore di strada da Seoul. Abbiamo appena finito di mangiare dei noodles in scatola a un supermercato vicino e quel piccante ci è un po’ rimasto sullo stomaco. Ma non ci facciamo scoraggiare e quando entriamo nella spa siamo carichi e  pronti per questa avventura.


Paghiamo l’ingresso 9000 WON (circa 7€) e ci vengono consegnati un telo grande, un altro piccolo e una tutina maglia e pantalone a tre quarti. Lasciamo le scarpe negli armadietti all’ingresso e ci dirigiamo verso l’ascensore. Tutti i cartelli sono in coreano, una lingua bella da vedere con tutti quei cerchietti e righette ma impossibile per noi da capire. Davanti al nostro sguardo perplesso sul piano da scegliere, la signora della reception interviene.
Piano 4 donne, piano 5 spazio comune per il relax, piano 6 per gli uomini. E così io e Paolo ci salutiamo e ci diamo appuntamento all’area comune dove avremmo passato la notte.
Appena esco dall’ascensore, una signora dietro un bancone mi sorride e mi urla “io boh seh hooooo” (Ciao). Rispondo al saluto e mi incammino perplessa verso gli armadietti. Ce ne saranno almeno 200, tutti con una chiave magnetica attaccata a un braccialetto. Ne scelgo uno un po’ defilato in un angolo, ci metto il mio zaino e tutti i miei vestiti. Sì, perché nelle spa tradizionali coreane si può entrare solo stando completamente nudi, niente costume e niente ciabatte. Dicono sia per igiene, per evitare che si portino germi con i vestiti. Dopo essermi spogliata, mi avvolgo un asciugamano attorno ai capelli. Non so perché si faccia esattamente ma prima di venire in questa spa mi ero documentata su internet e molti siti parlavano appunto dell’obbligo di raccogliere i capelli in un asciugamano. Con la mia tenuta, molto discreta, entro nella zona delle piscine. Ce ne sono 4 piccole con l’acqua a varie temperature e una più grande con gli idromassaggio, in un angolo 2 saune. Per rompere il ghiaccio con la mia prima spa coreana, mi faccio una doccia e intanto mi guardo attorno per capire un po’ come funzioni. Oltre alla piscine ci sono tantissime postazioni con degli sgabelli.
Molte donne sono sedute lì intente a farsi degli scrub. Si passano il guanto ruvido con un’intensità tale da ricordarmi degli scultori concentrati a modellare delle statue di marmo. Alla fine avranno sicuramente una pelle molto liscia, penso. E mentre sono assorta nei miei pensieri artistici, ecco che la mia attenzione viene attirata da quella che sembra essere la zona massaggi. Dietro un muretto basso sono posizionati alcuni lettini e delle signore sulla cinquantina, che devono essere le massaggiatrici, camminano sulla schiena di altre donne sdraiate nude. Le massaggiatrici si riconoscono solo per il fatto che indossano come divisa mutande e reggiseno neri. Ci metto un attimo a capire che quelli sono massaggi e non tecniche di tortura. A convincermi sono le facce rilassate di chi si alza da quei lettini, dopo aver ricevuto una secchiata di acqua fredda addosso.
Ok, è il mio momento di immergermi nelle acque calde termali. Mi incammino tra le vasche e la mia presenza non passa di certo inosservata. Sono l’unica “non coreana” in tutta la spa e mi sento un po’ di sguardi puntati addosso. Sembra anche io sia una delle più giovani in quelle piscine, dato che l’età media di chi frequenta questa jjimjilbang è piuttosto alta. Qua e là ricevo sorrisi e qualche signora mi fa cenno di entrare nella piscina dell’idromassaggio. Seguo il consiglio e poco dopo mi trovo 4/5 signore sedute attorno a me che mi osservano.
“America?” mi chiede ad un certo punto una di loro.
“No, Italy!” rispondo sorridendo. “Aaaaaaaah Itttalìì” esclamano in coro prima di girarsi e mettersi a guardare la soap opera che stanno trasmettendo alla TV installata vicino alla piscina.


Passo circa due ore tra saune, piscine di acqua fredda, idromassaggi, sorrisi e sguardi curiosi. Quando ormai il sonno si sta per impadronire di me, mi metto il pigiamino arancione che mi avevano dato all’ingresso e raggiungo Paolo nella sala relax comune. Lo trovo sdraiato in un angolo su un materassino marrone talmente piatto da ricordare quello che usavo per fare yoga. Mi guardo intorno e sul pavimento di marmo lucido di quella enorme sala già alcune persone stanno dormendo. Molti vengono qui dopo aver lavorato fino a tardi e passano la notte nel jjimjilbang prima di tornare al lavoro la mattina successiva.
In un angolo noto un piccolo bar che vende gli stessi noodles in scatola che ci eravamo mangiati prima di entrare. C’è poi una zona con dei fumetti, due saune e una sala con le pareti ghiacciate. Sono troppo stanca per continuare ad esplorare e così mi sdraio sul mio materassino e in pochi minuti crollo. La mattina mi sveglio con un po’ di mal di schiena, la nottata è stata tranquilla ma dormire per terra non è il massimo. Ma per fortuna siamo in una spa, quindi idromassaggio e sauna e si torna come nuovi.

Le nostre avventure continuano ogni giorno sulla pagina Facebook- Beyond The Trip, su Instagram e ogni settimana qui su LeccoOnline.
Angela e Paolo
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