In viaggio a tempo indeterminato/89: gli italiani visti dalle ragazze di Taiwan

"Quindi tutte le ragazze in Italia si sentono come delle principesse?"
Mi chiede J Linn mentre chiacchieriamo nel suo appartamento.
Abbiamo la stessa età, ma mentre io ormai da più di venti mesi ho come casa ogni giorno un posto diverso, lei vive in un appartamento al ventiduesimo piano a Taipei, la capitale di Taiwan.
Un bilocale molto moderno con una vista stupenda sulla città e sui grattacieli che la notte si illuminano e sembrano un albero di Natale.


Sono seduta sullo stesso modello di divano che avevamo anche noi a Lecco.
Appena mi appoggio su quei cuscini mi sento subito a casa, anche se J Linn è la prima volta che la incontro.
L'abbiamo conosciuta grazie a couchsurfing, un sito web che mette in contatto chi ha un divano o una stanza libera con i viaggiatori in cerca di un alloggio.
Le abbiamo mandato un messaggio qualche settimana fa ed ora eccoci qui a dormire per qualche notte sul suo divano svedese.
"In che senso tutte le Italiane sono delle principesse?" Le chiedo incuriosita.
"Beh perché tutti gli uomini italiani fanno sempre complimenti!"
Guardo Paolo seduto accanto a me.
Sta ridendo sotto i baffi e non dice una parola.
Mi sforzo di pensare all'ultima volta che io abbia ricevuto un complimento che mi abbia fatto sentire una principessa.
Escludo Paolo perché non è esattamente la persona indicata quando si parla di galanteria, ma niente, il vuoto.
Guardo J Linn e con la stessa faccia un po' ebete che fanno i taiwanesi ogni volta che qualcuno gli chiede un'informazione in inglese, le domando: "Ma cosa intendi esattamente?"
Mi sorride.
"I ragazzi italiani dicono sempre 'Ciao bella!' alle ragazze. L'ho sentito quando sono stata a Roma e l'ho visto spesso nei film".
Paolo seduto accanto a me sul divano svedese non riesce più a trattenere le risate.
"Ma nooo!"
Le dico.
"Quando ti urlano 'Ciao bella!' non stanno facendo i galanti e di sicuro non devi prenderlo come un elegante gesto di corteggiamento!"
Non finisco nemmeno la frase che mi rendo conto di aver mandato in frantumi in un attimo tutte le convinzioni sui ragazzi italiani che aveva J Linn.
A questo punto però sono curiosa.
"Cosa pensano i taiwanesi degli italiani?"
Le chiedo.
"Che siano tutti degli sweet talker!"
"Scusa?!" Le chiedo perplessa.
"Sweet talker" ripete lei ridendo.
Queste due parole non le avevo mai sentite accostate.
Così prendo il telefono e controllo la traduzione. Letteralmente significa "dolce parlatore" e si fa riferimento alle capacità adulatorie di un buon oratore.
Un po' distorta la visione che hanno le ragazze taiwanesi degli uomini, ma non voglio distruggere ulteriormente le certezze di J Linn, così la lascio parlare.
"Qui a Taiwan tutti gli uomini sono timidi, non parlano, non fanno mai il primo passo. Al contrario le donne stanno diventando sempre più forti e indipendenti .
Si sono stancate di questi ragazzi un po' troppo chiusi e così tutte pensano che gli italiani siano l'opposto... dei corteggiatori che con i fiori e le parole dolci conquistano le donne italiane.
Qui siamo tutti riservati, sarà perché rimaniamo a vivere a casa con i genitori fino a quando abbiamo 25/30 anni, non come voi."
"Paolo, dovresti insegnare ai ragazzi taiwanesi come ci si comporta con le ragazze!" Dice J Linn, convinta di averci appena suggerito l'idea perfetta per racimolare soldi e continuare il nostro viaggio.
Non resisto più e così scoppio a ridere.
Queste ragazze pensano davvero che gli uomini italiani siano dei grandi corteggiatori!
Devo dire che a livello di marketing ci sappiamo piuttosto fare noi italiani, abbiamo venduto un'immagine niente male.
E ora chi glielo dice?
Meglio che sappia la verità.


Nel frattempo a casa di J Linn è arrivata anche la giovane Amber (questo è il suo nome inglese perché quello cinese non l'abbiamo capito).
Ha vent'anni, parla pochissimo inglese e ha un'energia pazzesca che sprigiona tutta quando ride.
Ora siamo in 4 su quel divano svedese a parlare di uomini italiani, o meglio io provo a spiegare e loro due pendono dalle mie labbra, mentre Paolo se ne sta in silenzio sghignazzando qua e là.
E allora racconto che anche in Italia si lascia casa molto tardi, della mamma che è la donna migliore per la maggior parte degli uomini, del vero significato di quel "ciao bella!".
Una delle chiacchierate più divertenti mai fatte che mi ha fatto anche capire quanto siano fortunate le ragazze a Taiwan.
Vivono su quest'isola che sembra perfetta, dove uscire da sole la sera è sempre sicuro, dove lasci il telefono sul tavolo del ristorante e lo ritrovi lì anche dopo due giorni, dove tutti sembrano essere rispettosi degli spazi altrui, educati e riservati...
E in tutta questa perfezione, loro sognano lo "sweet talker" italiano.

Buon ferragosto!
Angela (e Paolo)
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