In viaggio a tempo indeterminato/87: non capirci nulla a Taiwan

"Spalle di cowboy impertinente" 
"Ciabatte di maiale scivolose" 
"Zuppa di lingua di mare"
Mmmh, niente male questi piatti sul menù...
Questo elenco strampalato di parole a caso, è quello che ci mostra il telefono quando disperati proviamo a inquadrare il menù con l'applicazione che in teoria dovrebbe tradurre dal cinese all'inglese.
Perché a Taiwan nei ristoranti, ma anche al supermercato, in posta, in banca, alla stazione... tutto è scritto in cinese tradizionale!
È questa la lingua parlata su quest'isola meravigliosa che i marinai portoghesi avevano giustamente soprannominato 'Ilha Formosa' (la bellissima isola).
Affasciante da vedere quanto impossibile da decifrare e riconoscere, il cinese ci sta mettendo davvero a dura prova.
Per cercare di capirci qualcosina di più ci siamo un po' informati su questa lingua.


Il cinese mandarino è la lingua ufficiale a Taiwan. Il mandarino assume due forme: il mandarino standard e il mandarino taiwanese (hokkien). Il mandarino standard fu istituito come lingua ufficiale durante l'occupazione da parte dei cinesi quando l'uso delle lingue indigene fu fortemente scoraggiato. 
Il cinese scritto in Cina usa però una forma semplificata di caratteri che è conosciuta come cinese semplice.
A Taiwan, invece, i simboli sono quelli del cinese tradizionale quindi molto più arzigogolati e difficili da scrivere e leggere.
E così le parole sono formate da tanti disegnini che da soli hanno un significato ma accanto ad altri assumono un nuovo senso. Per rendere le cose più semplici, poi, si scrive sia in orizzontale che in verticale.
Insomma, leggere qualcosa a Taiwan per noi sta diventando un vero e proprio rompicapo.
Questo ad esempio, è il menù di uno dei tanti ristoranti che si trovano nelle vie delle città taiwanesi.

Bello vero?!? Ma che cosa ci sarà scritto?
Quei carinissimi disegnini, che servirebbe almeno un diploma al liceo artistico per scriverli, non sono altro che parole per indicare i piatti.
Lì in mezzo, tra quello che sembra un piccolo polipo con i tentacoli e l'immaginina di un vaso di fiori, in realtà si nascondono zuppe, riso, noodles e verdure.
O almeno questo è quello che ci hanno detto. Perché davanti a tutti questi simboli andiamo un po' in confusione, sia noi che il traduttore del telefono.
Quindi l'unica soluzione è fare "all'antica", cioè chiedere a qualche sventurato che parla inglese di darci una mano a capire cosa potremmo mangiare.
Non sempre siamo così fortunati da trovare qualcuno che possa farci da interprete e spesso succede che una traduzione vera e propria neanche esista.
In quei casi l'unica cosa che possiamo fare è affidarci alla sorte e far capire a gesti cosa vorremmo, o non vorremmo mangiare.
Per ora le uniche cose che abbiamo imparato sono che quella specie di polipetto sta ad indicare le zuppe, il simbolo che contiene una lanterna è per i noodles, la J con due stanghette ai lati vuol dire piccolo e l'omino con le gambe larghe e storte significa grande... forse!
Insomma, la strada per capirci qualcosa è ancora molto molto molto lunga.

Finché si tratta di cibo, comunque, è tutto piuttosto semplice e la cosa peggiore che può succedere è mangiarsi qualcosa di strano o dal gusto "particolare".
La situazione però si fa più complessa quando si deve, ad esempio, prendere un treno in una stazione minore.
La difficoltà inizia già online quando si va sul sito delle ferrovie per scoprire gli orari.
Impostare la lingua principale come inglese è già un'impresa tra tutti quei bei caratteri.
E anche quando ce la si fa, alla fine ci si ritrova davanti una pagina che per metà è scritta in inglese e per metà in cinese.
Vabbè, basta andare in stazione e guardare il tabellone... mmmh no, perché anche quello è scritto in cinese!
Ecco quindi che il vecchio metodo del "fermare uno sventurato e riempirlo di domande" resta l'unico efficace.
Ormai siamo diventati bravi anche a scegliere la vittima che dovrà farci da interprete: deve essere giovane ma non troppo, meglio se in mano ha uno smartphone e se è da solo/a.
Abbiamo notato, infatti, che gli anziani cercano in ogni modo di aiutarti ma spesso non parlano inglese, i ragazzi troppo giovani sono molto timidi e si vergognano e i gruppi invece si distraggono e alla fine ci si ritrova più confusi che altro.
L'età giusta è tra i 25 e i 40 anni, uomini o donne non conta.
Una volta individuata la vittima poi, ci si deve avvicinare con calma e delicatezza, perché i taiwanesi, abbiamo imparato, sono un popolo piuttosto riservato.
Una volta rotto il ghiaccio con un "Sorry, can you help us?"(scusi può aiutarci?) e un sorriso, poi è fatta e l'aiuto arriva con tanto di indicazioni dettagliate e descrizioni aggiuntive.
Insomma, il fatto che tutto a Taiwan sia scritto in cinese, non ci sta rendendo la vita semplice. In compenso però, per colpa di quei simbolini indecifrabili, stiamo chiacchierando e conoscendo moltissime persone nuove che ci stanno mostrando aspetti di Taiwan che da soli non avremmo mai notato!  

一個擁抱 (un abbraccio)
 

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Angela e Paolo
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