Lecco perduta/168: la FILE 1919 avrebbe oggi cento anni

Una pubblicazione specializzata nel settore economico scriveva, negli anni Sessanta del Novecento, nel periodo del boom economico: “Se Como ha l’orgoglio di aver dato i natali ad Alessandro Volta, il grande fisico che per la prima volta nel mondo aveva prodotto una corrente regolare di elettricità, Lecco ha l’orgoglio di aver dato al Paese la prima fabbrica di lampadine elettriche”. Sempre negli anni del boom economico, un’altra pubblicazione evidenziava: “Nel contesto industriale di Lecco la FILE (Fabbrica Italiana Lampadine Elettriche) rappresenta uno dei simboli più significativi del lungo cammino percorso dall’industria italiana. Fondata nel 1919, la FILE rappresentò un grande atto di coraggio e di fede per l’obiettivo che si era proposta: emancipare il mercato italiano dall’onere dell’importanza delle lampadine elettriche”. Nel 1922, quando la FILE aveva solo tre anni ed era ancora una piccola azienda artigiana, veniva già menzionata nel manuale della provincia di Lecco, edito dalla Cesare Nani. La guida di Lecco 1927, edita da Ettore Bartolozzi in occasione della seconda Quinquennale, rassegna dell’industria e del lavoro lecchesi, che veniva organizzata ogni cinque anni, scrive: “Fabbrica Italiana Lampadine Elettriche – FILE, Società Anonima, capitale di Lire 2.000.000 versato. Il comitato direttivo è formato dal comm. Egisto Biffi, di Lecco centro, cav. Enrico Bonaiti, di Castello, ing. Piero Fiocchi, di Lecco”. Vengono menzionati, nelle stesse pagine, i consiglieri ing. Riccardo Badoni (Castello), comm. Dante Biffi (Lecco centro), cav. Enrico Bonaiti (Castello). Come si vede, non è menzionato alcun componente della famiglia Ceppi, che subentrerà successivamente nella FILE quando, nel 1932, è un’impresa di dimensioni ancora artigiane. Nella fabbrica lavorano una cinquantina di dipendenti e la sua produzione non supera ancora le tremila lampadine al giorno; il suo mercato è ridotto e si limita ad una parte dell’Italia Settentrionale. E’ a questo punto che irrompe nella storia della FILE il rag. Mario Ceppi. La FILE riceve una marcia in più ed avvia un primo processo di ampliamento sull’area di Via XI Febbraio, con la realizzazione di nuovi capannoni e con l’installazione di nuovi impianti. E’ nel 1953, con la sesta Quinquennale, che lo stand della FILE, progettato dall’architetto Sofia Badoni, presenta la veloce progressione a ruoli di primaria importanza della FILE, che nell’anno 1951, per la prima volta in Italia, aveva prodotto lampade fluorescenti, mettendosi così in testa a tutte le fabbriche nazionali e conquistando mercati internazionali. Il ricordo della FILE si collega, ovviamente, per tanti lecchesi, e non solo per loro, alla figura del presidentissimo bluceleste Mario Ceppi, che portò la squadra di provincia che giocava sul piccolo campo sportivo detto “ai Cantarelli” nel massimo campionato nazionale. Memorie e ricordi che tornano oggi tante volte alla mente transitando in Via XI Febbraio, al Caleotto, e notando il grande edificio color mattone che da tanti anni ormai è abbandonato.
    Qualcuno rammenta anche l’ode che un anonimo tifoso bluceleste volle dedicare al ricordo di Mario Ceppi: “Nei fasti anche il Calcio Lecco illuminasti; gli aquilotti blucelesti in classifica volavano sui monti; un giorno triste, però, hai dovuto anche tu dire “Addio, Stadio Rigamonti!”.
A.B.
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