In viaggio a tempo indeterminato/76: i segreti di Bandipur

Sembrava un villaggio tanto carino e tranquillo e invece nascondeva molti segreti...
Potrebbe essere tranquillamente l’inizio di un racconto horror e invece stiamo parlando di Bandipur, un piccolo centro a 1000 metri di altezza, nella parte centrale del Nepal. E appena siamo arrivati in effetti ci sembrava tutto fosse calmo e rilassato come in un normale paesino montano nepalese. Certo, per raggiungerlo avevamo dovuto aspettare quasi un’ora fermi sull’autobus perché la strada ancora non l’avevano finita di costruire, ma a parte questo piccolo dettaglio nulla ci insospettiva. Ma ci è bastato fare un po’ di ricerche per scoprire che a Bandipur gli abitanti nascondono un’enorme spada, che per un periodo questo è stato un paese fantasma e che addirittura osano chiamare “pizza nepalese” una specie di piadina mezza cruda ricoperta di verdure!

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Insomma, dietro quei balconi pieni di fiori e quelle finestre in legno scuro intagliato, Bandipur nasconde parecchi segreti. Ma andiamo per ordine e partiamo dalla spada. Un’antica storia narra che più di 500 anni fa il re Mukunda Sen si fosse fermato a Bandipur per riposare dopo le lunghe battaglie fatte per unire diversi Stati e creare un unico Paese. Non trovando un alloggio, il re bussò alla porta di una vecchia signora e le chiese riparo per la notte. La donna, oltre ad un letto, offrì allo straniero una cena composta da varie pietanze. Il re prese tutto il cibo e lo mischiò frettolosamente. L’anziana donna si arrabbiò molto e lo rimproverò di non essersi gustato il cibo e i diversi sapori di ciascuna pietanza. “Non vorrai fare come il re Mukunda Sen che sta cercando di unirci tutti come fossimo una cosa sola!” aggiunse la vecchietta. Il re rimase molto colpito da quelle parole. Quello che fino ad allora gli era sembrato un successo, iniziò ad apparirgli come un grave errore. Decise così di abbandonare la sua lotta per l’unione del Paese e lasciò la sua spada a casa della vecchia signora senza rivelarle mai chi fosse. Passarono gli anni e la donna si accorse piano piano che strani avvenimenti stavano accadendo nella sua casa. Decise allora di chiamare uno sciamano per scoprire la causa di quella sfortuna. Dopo alcuni riti religiosi, l’uomo individuò nella spada la fonte di tutti i problemi. Quella lama aveva dei poteri molto forti e andava chiusa all’interno di un tempio per proteggere il villaggio. Ancora oggi gli abitanti di Bandipur venerano la spada racchiusa all’interno del tempio costruito nella parte alta della città, nonostante nessuno l’abbia mai realmente vista quell’arma dai poteri malefici.



E la spada è rimasta lì, chiusa nel tempio, anche quando tutti se ne sono andati e Bandipur si è trasformato in un vero e proprio villaggio fantasma. Dopo essere stato per anni un fiorente centro di commerci di tessuti sulla tratta tra India e Tibet, il destino di Bandipur viene segnato dalla costruzione di una strada che corre a valle e che taglia completamente fuori quel piccolo paesino tra i monti. Nel 1970 le persone iniziano a spostarsi in altre città del Nepal e dell’India. Quei negozi del bazar che vendevano centinaia di tessuti provenienti persino dall’Inghilterra si svuotano. Dietro quelle finestre intagliate non rimane più nessuno ad ammirare la vista sui monti dell’Himalaya. Quella fuga di massa che all’inizio sembra una disgrazia si rivelerà poi una fortuna. Le case e gli edifici abbandonati rimasero, infatti, intatti e l’architettura tradizionale Newari venne salvaguardata. Nel ventesimo secolo, poi, l’amministrazione della zona iniziò una vera e propria opera di miglioramento dell’area aprendo scuole, una biblioteca e ostelli che in breve tempo attirarono gli studenti dei villaggi delle zone vicine. Presto iniziarono ad arrivare anche i visitatori e quello che fino a prima era un paese fantasma tornò a risplendere.


Ma ora passiamo all’ultimo segreto di Bandipur, quello che dopo tutti ‘sti mesi in viaggio più ci ha colpito al cuore. Si chiama Chatamari ed è definita la “pizza nepalese”. E noi già sognavamo salsa di pomodoro, formaggio (neanche nelle nostre più rosee aspettative speravamo nella mozzarella!) e una base fatta con lievito e farina, magari cotta al forno. E, invece, la pizza nepalese è una specie di piadina molliccia fatta con la farina di riso e ricoperta da verdure varie, formaggio e carne trita. Non si cuoce al forno ma in padella e se hai molta fame e non pensi che sia una pizza, può anche essere un ottimo pranzo. È molto diffusa in tutto il Nepal ma noi l’abbiamo scoperta lì, nell’apparentemente tranquilla e calma Bandipur.


Non avremo apprezzato la pizza, ma sicuramente Bandipur con le sue storie e i suoi misteri ci è piaciuta moltissimo... E poi ha una vista pazzesca sui monti che riesce a toglierti il fiato!
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Angela e Paolo
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