La lista è 'ideale', il simbolo no: la commissione boccia 3 loghi. I campanili inguaiano anche formazioni valsassinesi e casatesi
In una società sempre più secolarizzata, paradossalmente, sono i richiami religiosi ad aver "messo strizza" a diverse liste elettorali della provincia di Lecco, chiamate a modificare celermente il logo presentato in vista della chiamata alle urne del prossimo 26 maggio.
Le commissioni elettorali circondariali hanno infatti bocciato, gli stemmi presentati da Carenno Ideale, Vercurago Ideale e Erve Ideale, in "corsa" per tentare di far cambiare bandiera ai due centri della Val San Martino roccaforte del centrosinistra nonché da altre 4 formazioni in lizza invece in Valsassina, tra Margno (entrambe le compagine scese in campo), Pasturo e Introbio. Nei guai anche un veterano della politica come Antonio Rusconi con il logo della sua Progetto Valmadrera fermato seppur utilizzato da anni. Niet all'uso di diversi stemmi anche nel casatese.
Le commissioni elettorali circondariali hanno infatti bocciato, gli stemmi presentati da Carenno Ideale, Vercurago Ideale e Erve Ideale, in "corsa" per tentare di far cambiare bandiera ai due centri della Val San Martino roccaforte del centrosinistra nonché da altre 4 formazioni in lizza invece in Valsassina, tra Margno (entrambe le compagine scese in campo), Pasturo e Introbio. Nei guai anche un veterano della politica come Antonio Rusconi con il logo della sua Progetto Valmadrera fermato seppur utilizzato da anni. Niet all'uso di diversi stemmi anche nel casatese.
I loghi originali e quelli "ritoccati"
In tutti i casi - tranne per Vercurago Ideale - il problema è stato rappresentato dall'inserimento nel simbolo del campanile (o addirittura dei campanili come per Competenza e Rinnovamento del candidato sindaco per il dopo Agostoni a Pasturo Pierluigi Artana o di Carenno ideale) espressamente vietato dalla normativa vigente. A Carlo Malugani, invece, è stato imposto di rinunciare alla croce posizionata al centro del primo stemma depositato, rappresentante la Rocca dell'Innominato. Un ritocchino a cui subito si è dato seguito. Come già Daniele Barzaghi a Erve e Giuseppe Brini a Carenno hanno provveduto a reimpostare lo stemma. Dalla lista di quest'ultimo commentano: "i campanili, prima che simboli religiosi rappresentano il nostro paese, la nostra cultura e la nostra storia. Soprattutto per noi carennesi. Comunque abbiamo rifatto il logo lavorandoci sopra tutta notte e oggi lo depositeremo presso la commissione elettorale di Lecco".
Difficile sarà assecondare le prescrizioni anche da parte di Giuseppe Malugani e Marco Cariboni, sfidanti per la poltrona di sindaco di Margno. Sia il borgomastro uscente sia il presidente della Canottieri Lecco hanno infatti scelto di abbellire il simbolo con una panoramica del paese, con il campanile ben visibile quale segno distintivo del borgo dell'Alta Valle.Il logo contestato a Barzago
Passando nel casatese, i problemi cominciano dalla lista Il Paese Barzago del candidato sindaco Mirko Ceroli, il cui logo si caratterizzava proprio - e da ben 24 anni - dalla presenza del campanile. ''Ci adeguiamo alle disposizioni inserendo quale alternativa la torre di Villa Redaelli al posto della chiesa'' ci hanno spiegato dalla lista, senza nascondere una punta di amarezza per il cambio forzato del simbolo a nemmeno un mese dalla chiamata alle urne.
I simboli di Cassago e Cremella che dovranno essere rivisti
Non uno, bensì due campanili erano inseriti nel logo di Cremella Unita, la formazione di Ave Pirovano che da ormai qualche anno, aveva deciso di indicare nel simbolo sia la torre della parrocchiale sia quella dell'edificio adiacente, che ospita la sala Giovanni Paolo II. ''Il logo è stato sistemato togliendo i due campanili che rappresentano un po' la peculiarità del nostro paese'' ci ha detto la prima cittadina uscente.
Il logo della lista di Luigi Aglioni, contestato per la presenza del campanile
