Calolzio: la storia della 'Sali di Bario' e di Gaspare De Ponti nel racconto di Orlandi

È stata la “Sali di Bario” la protagonista del secondo incontro proposto dall’Amministrazione Comunale di Calolzio per approfondire la conoscenza della storia dell’industrializzazione locale e delle più significative realtà produttive del territorio: a parlarne di fronte al numeroso pubblico riunito nel pomeriggio di sabato 23 marzo presso Villa De Ponti è stato il dott. Angelo Orlandi, introdotto dall’assessore Cristina Valsecchi e dal coordinatore dell’Ecomuseo della Val San Martino Fabio Bonaiti.

Gli organizzatori della conferenza

Una storia che affonda le sue radici nel tardo XIX secolo, quella della “Sali di Bario”, nata ufficialmente nei primi anni del 1900 sulle ceneri della “Cugnasca & Baggioli”: insediatasi in una zona “strategica” del territorio calolziese, tra la ferrovia e il fiume, per iniziativa di una famiglia valsassinese proprietaria di miniere di barite, quest’ultima ebbe infatti vita breve, come lasciava presagire un esordio disastroso macchiato anche da un incidente che costò la vita ad un operaio.

Sulla sinistra Gaspare De Ponti

In piedi l’assessore Cristina Valsecchi

“All’epoca la chimica industriale stava vivendo una fase di grande sviluppo, ma le conoscenze erano ancora limitate e il personale non adeguatamente formato” ha spiegato il dott. Orlandi, riavvolgendo il nastro della Storia. “La “Cugnasca & Baggioli”, soffocata dai debiti fin dai suoi primi anni, con gli impianti rovinati per il cattivo utilizzo, non riuscì mai ad imprimere la svolta sperata alla propria attività. Fu così che la Banca Popolare di Lecco si “inventò” la “Sali di Bario”, in cui entrarono come soci di minoranza i nobili milanesi Luigi De Ponti e il figlio Gaspare, che a soli 25 anni, nel 1908, fu scelto come Direttore Generale e Amministratore Delegato. Da allora la Storia dello stabilimento porta impresso il suo nome”. Dopo una riorganizzazione generale, nel 1910 il bilancio della “Sali di Bario” risultò già in attivo, per rimanere tale fino al 1968; lungimirante e instancabile, fin da subito Gaspare De Ponti si mise al lavoro con l’obiettivo di cercare contatti con produttori chimici e associazioni del settore su tutto il territorio nazionale.

Il dott. Angelo Orlandi

Il pontile sull’Adda costruito nel 1919

Durante la Prima Guerra Mondiale – in un mercato ormai completamente stravolto – la “Sali di Bario” divenne azienda ausiliaria in quanto “strategicamente essenziale”, avviando nel 1915 anche una produzione di solfato di bario per uso radiologico che portò il nome di Calolzio alla ribalta mondiale, oltre che di innovative schermature impermeabili ai raggi X e alle radiazioni ionizzanti; nello stesso anno, intanto, Gaspare De Ponti era entrato a far parte del Consiglio Comunale insieme a Pietro Gavazzi, altro “storico” imprenditore locale. “Il suo impegno civile si distribuì in molteplici ambiti, dalla vita pubblica all’attenzione ai bisognosi (fu infatti anche presidente della Congregazione di Carità) alla formazione dei più giovani, per promuovere la quale nel 1919 contribuì all’apertura di una scuola di disegno triennale – che “resistette” fino al 1939 – la cui frequenza includeva anche un periodo di avvio alla professione” ha proseguito il relatore.
“Il dopoguerra fu sinonimo di crisi anche per la “Sali di Bario”, che per evitare licenziamenti programmò una serie di lunghe manutenzioni interne, una strategia vincente che replicò anche in altri momenti di difficoltà: nel 1919, poi, fu realizzato un nuovo pontile per i trasporti via acqua fino in Valsassina, mentre si lavorò per cercare di risolvere il problema della disponibilità di combustibile attraverso una ricerca di lignite in zona, che tuttavia portò solo scarsi risultati. Lo stabilimento superò bene anche la “Grande Depressione” del 1929, limitandosi “solo” ad applicare i tagli ai salari imposti dal governo e superando nel frattempo anche il rischio di una chiusura minacciata dai problemi di esalazioni e inquinamento causati dalla produzione”.

La “Sali di Bario” in due foto storiche

L’andamento dell’industria calolziese – che nel frattempo aveva anche ricevuto prestigiosi riconoscimenti – rimase discreto anche nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, nonostante le criticità nell’approvvigionamento delle materie prime e nei trasporti, con Gaspare De Ponti che dopo la caduta di Mussolini fu nominato Commissario prefettizio e riuscì persino ad evitare una rappresaglia tedesca sul territorio. Sospesa la produzione degli acidi, i primi mesi del 1945 furono i più duri in assoluto: sorprendentemente però – essendo a capo “solo” di una piccola impresa di provincia – De Ponti fu eletto presidente dell’Associazione Nazionale Industrie Chimiche, un ruolo indubbiamente frutto del suo alto prestigio personale, che negli anni successivi lo portò all’estero in numerose missioni lavorative e lo vide intrattenere costanti rapporti con importanti personaggi quali Monsignor Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII. La concorrenza per la “Sali di Bario” iniziò a farsi sentire negli anni ’50 – quando Gaspare De Ponti assunse anche la guida degli Industriali di Bergamo – ma gli investimenti, seppur prudenziali, continuarono. “Le prime vere difficoltà sorsero nel decennio successivo, infelicemente culminato nell’annus horribilis del 1969, caratterizzato da un evidente calo di produzione” ha aggiunto il dott. Orlandi, avviandosi verso la conclusione.
“Il 23 giugno 1971 la “Sali di Bario” venne ceduta alla società AMMI Bario, scrivendo così la parola fine alla gloriosa storia di un’azienda che ha lasciato un’impronta indelebile sulla città di Calolzio e su tutto il nostro territorio”. Pochi mesi prima era infatti venuto a mancare lui, Gaspare De Ponti: alla sua scomparsa fu definito da più voci – confermate dal suo omonimo nipote, seduto in prima fila nella sala conferenze della Villa che porta il nome della sua famiglia – “un uomo modesto, probo, buono e giusto, un padre presente e un lavoratore instancabile, con un grande desiderio di apprendere”.
Benedetta Panzeri
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