Lecco perduta/157: da piazza ''del mercato'' a ''XX Settembre''

Il 4 marzo 2000 il quotidiano La Provincia, come titolo di ampio servizio, scriveva: “Il mercato alza le tende e se ne va; piazza XX Settembre perde l’inquilino cui era intitolata fino al 1895”. Il mercato lasciava piazza XX Settembre per allestire le bancarelle nell’ex scalo della Piccola Velocità ferroviaria, tra via Amendola e via Ghislanzoni. Per tanti lecchesi vigeva ancora nella parlata quotidiana la vecchia denominazione “piazza del Mercato”, mutata il XX Settembre 1895, nel 25° della breccia di Porta Pia, l’ingresso dei “piemontesi” di Vittorio Emanuele e di Cadorna nella Roma pontifica difesa dagli zuavi di Pio IX, l’ultimo papa re.
Il cambiamento del 1895 fu accompagnato da roventi polemiche. La data del XX Settembre era ricordata nella Lecco di fine Ottocento, dove le correnti laiche, garibaldine risorgimentali, con forte venature anticlericali, detenevano le leve del potere civico. La ricorrenza del 1895 si prestava ad una celebrazione particolare anche a Lecco, sull’onda di quanto avveniva in tutta Italia, “per le nozze d’argento della liberazione”. Il comitato delle celebrazioni romane invitava i cittadini a sfilare in “pellegrinaggio innanzi alla storica breccia, per affermare un novello plebiscito di libertà e di giustizia”.
La situazione lecchese divenne esplosiva dopo la seduta consiliare del 12 settembre 1895, quando venne votata la delibera che mutava il nome della piazza del Mercato in XX Settembre, “in memoria della data storica che segnò la fine del dominio temporale dei Papi”. La delibera venne approvata dal Consiglio dopo un ordine del giorno presentato da Antonio Vicini, Carlo Bonfanti, Angelo Grassi, Albino Biffi, Angelo Bettini, Ernesto Pozzi e Carlo Castelli.
Nuove polemiche divamparono quando la banda Manzoni, su invito del Comune, rese noto che il XX Settembre avrebbe tenuto un pubblico concerto per festeggiare la ricorrenza. I cattolici provocarono una scissione all’interno della Manzoni e costituirono il Corpo musicale San Giuseppe, che venne subito indicato tra la gente come “la banda dei Paolotti”. I giovani cattolici del Circolo Beato Pagano celebrarono il XX Settembre con la “sfida” di una Messa a suffragio dei venti soldati pontifici caduti a difesa di Pio IX, di fronte alle truppe “invasori del generale Cadorna”. Le perdite italiane furono superiori a quelle pontificie: 56 morti e 41 feriti tra i bersaglieri ed i fanti rappresentarono il tragico bilancio dell’assalto al tratto di mura fortificate sbrecciato dalle artiglierie “piemontesi” sulla destra di Porta Pia. Si distinsero nell’assalto anche i generali Mazè De La Roche e Consenz, che rimase ferito, guidando, sciabola alla mano, i bersaglieri del 12° e 34° battaglione, i fanti del 19° e del 31°, un drappello del Genio zappatori. La resistenza coraggiosa delle truppe papaline venne definitivamente infranta alle 9.45 del 20 settembre 1870.
Spente le polemiche del 1895, che durarono anche a Lecco sino all’inizio della Grande Guerra 1915/1918, dissipati rancori ed incomprensioni con l’avvento delle nuove generazioni, piazza XX Settembre ricorda quel mattino, purtroppo di guerra e di morte, alla periferia di Roma, che completò il nostro primo Risorgimento.
A.B.
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