Sono passati 23 anni da quando il ritaglio di verde compreso tra via Pizzi e via Appiani venne intitolato al piccolo Nicholas Green, tragicamente ucciso nel 1994 lungo l'autostrada Salerno-Reggio Calabria mentre insieme ai genitori Reginald e Margaret si dirigeva in Sicilia.
Oggi, dopo oltre due decenni, non solo la sua morte continua ad essere simbolo di vita per sette italiani - che grazie all'inaspettata e straordinaria generosità dei genitori di Nicholas ricevettero i suoi organi - ma anche per tutta la comunità lecchese, che continua a vedere il suo nome impresso sulla targa del parco comunale. Ad attraversare quello spazio, questa mattina, è stato proprio Reginald Green che - guidato dall'assessore Corrado Valsecchi - è stato reso edotto del progetto "Ventidue Alberi", testando poi in prima persona una delle altalene posizionate nel cuore del giardino, ricordando con nostalgia i momenti passati a giocare con il figlio.
Reginald Green
In nome del gesto dei Green, fu su iniziativa di Les Cultures - di cui, al tempo, era Presidente proprio l'assessore Valsecchi - in collaborazione con AIDO che, nel novembre del 1996, si decise di dare il via ad una nuova gestione del parco, la quale da quel giorno avrebbe visto in nome di Nicholas inciso sui propri cancelli. "Io penso che nella memoria delle persone rimanga indelebile il gesto della famiglia Green" ha commentato l'assessore lecchese. "Nessuno se l'aspettava e i dirigenti di allora dell'AIDO affermarono che dopo la decisione di Reginald e sua moglie e dopo la pubblicizzazione da parte dei media, le donazioni di organi crebbero a dismisura, salvando tante vite umane" ha poi concluso, definendo quello della famiglia statunitense "un gesto non solo da ricordare ma da riconfermare ogni volta".
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A prendere la parola al centro dello spazio verdeggiante è stato poi di diritto Reginald Green, che con voce emozionata seppur gioiosa ha ringraziato la città di Lecco per la sensibilità mostrata verso la propria famiglia: un primo grande passo che, una ad una, hanno poi emulato moltissime città italiane, tanto che ad oggi ad essere intitolato al bimbo americano sono anche moltissimi altri parchi e scuole, addobbati con quelle campanelle che nel tempo sono diventate il simbolo del piccolo Nicholas (nonché di un monumento che lo stesso Reginald ha creato e dedicato a tutti quei giovani scomparsi prematuramente).
Altrettanto commosso è stato anche l'intervento del Presidente provinciale AIDO Giuseppe Larosa, che - oltre a ricordare nuovamente il valore di un gesto solidale e generoso come quello della donazione - ha sottolineato l'importanza di superare quell'indifferenza e "ignoranza della materia" che spingono le persone a rifuggire AIDO ancora prima di conoscerne la tematica. Un dato drammatico che, a detta di Larosa, sarebbe confermato anche dalle cifre raccolte a seguito della nuova possibilità di donare in Comune in concomitanza con il rinnovo del documento di identità: su oltre 5000 utenti impegnati nel rifare la carta, sarebbero stati infatti solo poco più di mille a scegliere una tra l'opzione dicotomica "sì" o "no", mentre il resto della cittadinanza si sarebbe mostrata titubante, dubbiosa o impreparata circa l'argomento.
Giuseppe Larosa, Corrado Valsecchi e il questore Filippo Guglielmino
Nonostante le difficoltà che ancora caratterizzano il mondo della donazione, a chiudere la cerimonia - che nel pomeriggio si sposerà a Casatenovo per l'inaugurazione di una piazza intitolata a Nicholas ed al compianto Riccardo Galbiati - sono state però la speranza e la gioia: nei prossimi mesi infatti, come annunciato dall'assessore Valsecchi, quello in via Pizzi si trasformerà in un parco musicale, che andrà a dare una casa a tutti gli strumenti musicali attualmente presenti in via Caprera e via Aspromonte. Un nuovo look, quello ipotizzato per il polmone verde lecchese, che sicuramente ha trovato l'approvazione di Reginald Green, felice che per questa sua seconda visita al parco dedicato al figlio la nebbia ed il freddo del 1996 siano stati sostituiti da un caldo sole primaverile.
F.A.
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