Lecco perduta/156: 1960, il progetto per la funivia dal prato Brick

Una panoramica della località
di partenza della funivia
Era quasi tutto pronto, nel 1960, per realizzare la funivia da Lecco/Brick ai Piani Resinelli/Forcellino. A metà Dicembre 1959, con intervista ad un periodico locale, l’Ing. Francesco Meschi, presidente dell’Azienda Turismo, presentava l’iniziativa di una funivia ai Resinelli, comunicando ufficialmente la costituzione di apposita Società per Azioni. Alla domanda dell’intervistatore: “Perché, improvvisa e quasi clandestina, giunge la notizia di tale iniziativa?”, Meschi rispondeva: “Se ne parla da anni e, subito dopo l’ultima guerra, si stava per realizzare un progetto da Castello al Coltignone. Ultimamente, però, avevamo saputo di un’altra idea, che aveva intenzione di far partire la funivia da Pradello, in territorio già di Abbadia Lariana. Allora, ci siamo mossi per la nuova Società per Azioni Funivia Lecco/Piani Resinelli. Qualche giorno fa, davanti al notaio Dott. Gaetani, abbiamo fatto l’atto ufficiale di costituzione, con il capitale versato per il momento di sei milioni di lire, con intervento della Pro Lecco. Io sono l’Amministratore Unico della nuova Società, che ha un Consiglio di sette membri. Nostra intenzione, però, è di interessare il più possibile all’iniziativa i capitali privati”.
Una domanda successiva chiedeva notizie sul progetto della funivia. La risposta di Meschi è stata: “Partirà dal Brick, su un piazzale ricavato dai vasti prati colà esistenti ed adatti. In due chilometri e mezzo circa di percorso arriverà al Forcellino del San Martino, superando circa mille metri di dislivello, in sette minuti, con cabine di quaranta posti e scorrevoli su fili fissi. In un’ora la portata complessiva dell’impianto dovrebbe essere sulle trecento persone. Dal Forcellino ai Piani Resinelli si dovrebbe, poi, costruire un secondo tronco di funivia, però di sistema diverso, con navicelle leggere di quattro/sei posti, oppure, ma non credo, invece di questo tronco, si allargherà il tracciato sentieristico già esistente per farvi un servizio di corriere. Sarebbe, però, una soluzione più scomoda e d’inverno ci sarebbero sempre difficoltà”.
L’Ing. Francesco Meschi, nel resto dell’intervista, ricordava che, secondo calcoli fatti, l’impianto avrebbe richiesto una spesa sui centocinquanta milioni di lire, illustrando inoltre le procedure in corso per ottenere il nulla osta delle Ferrovie dello Stato per il sovrappasso della linea con i binari della Lecco/Colico. A tale proposito, evidenziava che era già stata coinvolta la Ditta Badoni di Lecco. Meschi, a tale proposito, aggiungeva: “Forse ci regalerà il progetto, oppure ce lo cederà in cambio di azioni della Società. Per la costruzione sarebbe, naturalmente, incaricata la stessa Azienda specializzata, eventualmente con il cambio parziale di un po’ di azioni. Ora, la stessa Badoni si sta interessando per il permesso da parte delle Ferrovie dello Stato”. L’ultima domanda dell’intervista era: “Quando potrebbero cominciare i lavori?”. Risposta: “Tutto dipende da pratiche burocratiche. Forse, si potrà anche arrivare ad iniziare nella prossima primavera 1960”. Ma non è stato così…
A.B.
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