Valgreghentino 'in rosa': dr.ssa Villa parla della prevenzione contro i tumori da HPV

È stato ancora una volta un incontro a tema sanitario ad aprire nella serata di ieri, venerdì 1° marzo, il “Weekend in Rosa” promosso dalla Pro Loco di Valgreghentino con il patrocinio del Comune, il cui ricavato sarà destinato quest’anno al sostegno di un progetto di “trucco e parrucco” per le pazienti oncologiche ricoverate presso l’Ospedale Manzoni. È in servizio da due anni proprio al nosocomio lecchese la dottoressa Annalisa Villa, specialista in Ginecologia e Ostetricia che ha tenuto presso la nuova sala polivalente una relazione dal titolo “I tumori del collo dell’utero: screening e vaccinazione HPV”: un’importante occasione, per la professionista, per ribadire in primis l’importanza della prevenzione di una malattia che ad oggi, grazie ai progressi della scienza ma anche all’aumento della consapevolezza da parte delle donne, sta diventando sempre più rara, pur nei circa 3.500 nuovi casi registrati in Italia ogni anno e nel suo elevato tasso di incidenza sulle giovani.

La dott.ssa Annalisa Villa

“Il tumore al collo dell’utero è di fatto una complicanza di un’infezione benigna molto comune, che colpisce il 70% delle donne attive dal punto di vista sessuale pur senza, nella maggior parte dei casi, causare sintomi o trasformarsi in una vera e propria patologia” ha spiegato la dottoressa Villa. “Il papilloma è infatti definito un virus “amico” perché transitorio, che può ripresentarsi più volte – esattamente come l’herpes – ma si “auto-risolve” senza particolari conseguenze. Esistono circa 200 tipi di HPV, che si dividono in base al loro rischio oncogeno a livello genitale: se questo è basso, il virus produce solo limitate alterazioni cellulari, che si trasformano invece in lesioni pre-tumorali quando il pericolo è più alto”.

La correlazione della malattia con l’attività sessuale è nota fin dal 1842, ma soltanto negli anni ’70 le cause iniziarono ad essere attribuite al virus HPV: questo si “insidia” attraverso un passaggio cutaneo – dunque non sempre prevenibile con l’uso del profilattico – in una cellula ospite che finisce così per “impazzire” e perdere il controllo della sua proliferazione, fino alla formazione di lesioni pre-cancerose. “Sono poche, soprattutto attualmente, le donne che una volta contratta l’infezione sviluppano il tumore, al quale comunque contribuiscono altri fattori come il fumo, la contraccezione orale, il contagio da altri virus e l’immunodepressione” ha proseguito la specialista. “In ogni caso per arrivare alle lesioni ci vogliono più anni: è qui che entra in gioco l’importanza della prevenzione, soprattutto per un’infezione come quella dell’HPV per cui al momento non esistono farmaci in grado di “cancellarla” in maniera definitiva. Se questa viene identificata per tempo mediante il pap test, infatti, è possibile attivare tutte le necessarie strategie di protezione ed evitare così rischiose complicanze del suo decorso”.

Al microfono la vice presidente della Pro Loco di Valgreghentino Stefania Todeschini

Grazie all’efficacia della prevenzione, negli anni il numero di tumori si è ridotto sempre di più, esattamente come il loro tasso di mortalità: in questo campo, alla “pietra miliare” del pap test – che si consiglia di effettuare ogni tre anni – si è affiancato in tempi più recenti anche l’HPV test, che agendo direttamente sul DNA virale consente di valutare in maniera efficace anche il rischio futuro di contrazione dell’infezione, e pertanto può essere ripetuto anche una sola volta nell’arco di un lustro e comunque non prima dei 35 anni. “Se l’HPV test risulta positivo, le analisi cliniche proseguono con un ulteriore pap test sullo stesso campione, per verificare l’eventuale necessità di un intervento di colposcopia” ha chiarito la dottoressa Villa. “Al “classico” pap test ci si può sottoporre comodamente in qualsiasi momento, in ospedale o in ambulatorio, e in alcune zone d’Italia sono attivi anche programmi di screening a chiamata esattamente come per la prevenzione del tumore alla mammella e al colon retto: con l’HPV, invece, in Italia siamo ancora in una fase “pionieristica”, ma a breve sarà avviato anche a Lecco un progetto al riguardo, che speriamo possa avere successo”.

Successo ormai riscontrato con certezza, invece, dalle campagne di vaccinazioni contro il papilloma virus, introdotte nel nostro Paese dal 2007 e attualmente raccomandate – e offerte gratuitamente in tre dosi – a tutte le bambine a partire dagli 11 anni. “L’obiettivo, in questo caso, è quello di realizzare un “effetto gregge” contro il contagio, attraverso la produzione di anticorpi in grado di prevenire l’insorgere dell’infezione e di proteggere un numero di persone potenzialmente molto alto” ha aggiunto ancora l’ospite di serata. “Sul mercato sono stati introdotti vaccini di diverso tipo, alcuni dei quali hanno un’efficacia certificata pari a quasi il 100% contro almeno due ceppi di virus, il 16 e il 18, responsabili della formazione del 70% di lesioni. Anche una volta effettuata l’iniezione – che ha una durata stimata di una decina di anni circa – resta comunque fondamentale la prevenzione, pur cercando di evitare un inutile eccesso di screening che rischia soltanto di determinare diagnosi in numero sovrabbondante le quali, a loro volta, si tramutano in terapie e procedure spesso non necessarie e potenzialmente controproducenti. Senza contare, poi, i pericoli psico-sociali insiti nel processo, che non di rado suscita nelle pazienti – anche in quelle del tutto sane – ansietà e dubbi infondati in se stesse e nel proprio partner”. Se l’obiettivo primario resta dunque quello della prevenzione, è facile intuire come la dottoressa Annalisa Villa possa essersi rammaricata della scarsa presenza nella sala – comunque affollata, e non solo dalla componente “rosa” – di giovani donne, “che tendono ad affidarsi sempre più a “dottor Google” e a richiedere consulti solo in merito alla contraccezione. Serve una maggiore sensibilizzazione – ha concluso la specialista – soprattutto perché le lesioni pretumorali si sviluppano principalmente nella fascia di età compresa fra i 16 e i 25 anni, per poi manifestarsi in gran parte fra i 35 e i 54”.
Il “Weekend in Rosa” a Valgreghentino proseguirà domenica 3 marzo con il secondo appuntamento organizzato dalla Pro Loco, l’ormai tradizionale camminata benefica a passo libero che si snoderà lungo un percorso di 6 chilometri lungo le strade del paese: come accennato, le quote di iscrizione, unitamente a tutte le offerte raccolte, saranno devolute a favore del progetto per le pazienti oncologiche avviato presso l’Ospedale Manzoni, in cui la stessa dottoressa Villa ha dichiarato di credere molto dopo averne constatato personalmente gli ottimi risultati sulle donne in cura.
B.P.
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