Consonno: il passato rivive nelle voci dei suoi abitanti, al via i pannelli informativi

Saranno installati in alcuni angoli di Consonno e consentiranno, attraverso un “QR Code” leggibile dai telefoni cellulari, di vedere sul proprio telefono i video di chi nel borgo olginatese ci è cresciuto, quando era ancora una frazione rurale di Olginate e dopo l’arrivo del conte Mario Bagno.

Barbara Funagalli presidente Amici di Consonno e
Caludio Corbetta Coopertiva Brig

Grazie al progetto “Aneddoti. Borghi parlanti” a cura della Cooperativa “brig – cultura e territorio” speciali pannelli, che saranno installati tra dicembre e gennaio, permetteranno un approfondimento del luogo dalle voci dei suoi protagonisti. Si potrà così ascoltare del sedano che veniva coltivato e venduto a Lecco e in paese, dell’ultima alunna che racconta l’unica classe delle elementari, dei ragazzi che frequentavano la discoteca della “città dei balocchi” del conte Bagno.
Il progetto, già promosso in altri luoghi del territorio come Camporeso e San Michele a Galbiate e Giovenzana a Colle Brianza, è stato presentato proprio a Consonno in presenza di molti dei suoi abitanti originari, alcuni dei quali ora si impegnano all’interno dell’Associazione Amici di Consonno.  

L'antico borgo. Immagine esposta nel bar La Spinada

Le video interviste sono state realizzate dalla cooperativa con la collaborazione dell’associazione, su diversi temi legati al luogo in cui hanno vissuto da piccoli, poi trasformato in “città dei balocchi” e decaduto a seguito della frana della strada di accesso da Olginate nel 1976. 
Ha parlato proprio di questo aspetto il vice sindaco Antonio Gilardi, che nel video “Il borgo, la sua strada” ha raccontato di come l’antica mulattiera sia stata sostituita dall’asfalto nel 1961, per volontà dell’Immobiliare Consonno tuttora proprietaria del complesso ora in gran parte in stato di degrado e abbandono.

Ex abitanti al bar La Spinada, alla presentazione dell'iniziativa

“C’è stato un momento in cui si pagava il pedaggio, c’era una sbarra e delle guardie svizzere che facevano pagare, ma dopo una rivolta popolare è stato eliminato” ha spiegato Gilardi. "La strada è stata pagata per metà dall’amministrazione comunale e per metà da loro,con la clausola che l’utilizzo restasse libero. Con lo sviluppo del “paese dei balocchi” c’era un via vai continuo, e nel 1976 la frana ha interrotto tutto rendendo la via asfaltata non più transitabile. Nel 1996 è stato promosso un primo intervento di sistemazione grazie a un contributo regionale, ed era stata riaperta come strada agro silvo pastorale. La sistemazione definitiva si è avuta a seguito di un bando della Comunità montana vinto dal comune, con un finanziamento di 300.000 € a cui sono stati aggiunti stanziamenti del comune e della proprietà”.




Uno dei prodotti che venivano coltivati a Consonno, e poi portati a Lecco per la vendita, era il sedano. Coltivato in gran parte interrato, veniva raccolto in inverno e portato in stalla perché si sciogliesse il ghiaccio. Gli anziani lo pulivano, le donne lo lavavano il giorno dopo alla fontana, e veniva poi trattato sul tavolo della cucina. Legato in mazzi, veniva accuratamente imballato in foglie di granturco ed era pronto per il commercio.

Carmen Milani e Rosa Milani,  protagoniste di alcuni video

“Si campava bene a Consonno” ha spiegato Vittorio Panzeri, protagonista del video “Il ritrovo sotto il tiglio”. “Avevamo verdura, il grano per la farina, sin ammazzava il maiale e quando era la stagione delle castagne si mangiavano fino a Pasqua. Poi è arrivata la corrente elettrica, si aveva una sola lampadina in casa e non c’era il contatore, ma il limitatore di elettricità”.

Immagini del vecchio borgo all'interno del bar La Spinada

Quella dell’antico borgo era una comunità con spazi comuni, come gli essiccatoi e le cantine, un equilibrio rotto dall’arrivo delle ruspe che hanno abbattuto le vecchie case – di proprietà dell’Immobiliare, dove gli abitanti erano in affitto – per creare ristoranti, sale da ballo, fontane e farne un luogo dedicato all’intrattenimento e al divertimento.



“C’era sempre pieno a Consonno, chi ha lavorato ha guadagnato bene” ha raccontato Carmen Milani nel video “Milva, i profeti e i Dik Dik”. “Si facevano i matrimoni, si ballava d’estate all’aperto e in inverno alla discoteca Tavernetta 2001. Ricordo il conte, era presente spesso il fine settimana, arrivava vestito di tutto punto con la moglie. Eravamo ragazzine, con noi era sempre molto gentile, educato con tutti. Ricordo il concerto dei Dik Dik, si facevano sempre begli eventi. Poi, ha fatto quello che ha fatto”.



Anche dopo la trasformazione a Consonno era rimasta la scuola, una classe con bambini di diverse età raggiunte da due maestre – una lecchese e una originaria del Sud – che tutti i giorni raggiungevano il borgo a piedi da Olginate. “Eravamo 4 – 5, c’erano anche due figli di persone che lavoravano per il conte” ha spiegato Rosa Milani, una delle ultime alunne del borgo che ha frequentato  Consonno fino alla quarta elementare, concludendo gli studi in paese. “Noi non scendevamo mai, erano gli altri che durante le vacanze venivano qui”.

Uno scorcio di Consonno oggi

Roberto Milani ha invece raccontato del castano che, abbattuto durante i lavori alla strada, si è trasformato nell’altare della chiesetta tuttora esistente a Consonno.
Le voci di chi è cresciuto e ha vissuto nella frazione olginatese racconteranno, attraverso video accessibili dai pannelli del progetto, il suo passato.
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