In viaggio a tempo indeterminato/64: il festival nel deserto

A febbraio, quando si dice “FESTIVAL”, in Italia si pensa subito al tanto amato, quanto discusso Festival di Sanremo. In India invece, stranamente, hanno un’altra idea... Nel Rajasthan, lo stato in cui ci troviamo ora, dire febbraio e dire festival non vuol dire fiori e canzoni ma cammelli e sabbia. Sì, perché una volta l’anno, proprio in questo mese si svolge il coloratissimo ed eccentrico Desert Festival.



La città che lo ospita è Jaisalmer, detta la città d’oro per le mura del suo forte costruite con sabbia gialla. Circondata dall’arido deserto Thar (il grande deserto indiano), Jaisalmer è affascinante durante tutto l’anno ma durante questi 3 giorni di festival è più colorata e viva che mai. Il festival del deserto non è una semplice festa o una sagra di paese. Come spesso accade in India, infatti, viene vissuto con un’enorme partecipazione da parte di tutti. Centinaia di migliaia di persone si mettono in viaggio da tutto il subcontinente per raggiungere la cittadina. E quest’anno, anche noi abbiamo fatto esattamente lo stesso. E quindi eccoci a Jaisalmer, pronti a farci travolgere da questa folle festa.

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Il tutto inizia con una sfilata che dal lago della città conduce fino allo stadio. Ad aprire la parata c’è la banda militare, seduta... su dei cammelli. Seguono degli eccentrici danzatori. Le donne indossano abiti colorati con ampie gonne che fanno roteare al ritmo dei tamburi. Gli uomini, invece, hanno dei costumi da cavallo con le paillettes. Poi è il momento di altri cammelli decorati con specchietti, pendagli, tessuti pregiati e guidati da uomini con tanto di turbante, baffi lunghi e spade. Una volta che il corteo raggiunge lo stadio, può finalmente iniziare lo spettacolo.



I partecipanti al concorso di Miss Moomal

Il pubblico, seduto per terra davanti al palco, viene diviso in settori. Noi ci sediamo in quello riservato ai turisti stranieri, un po’ sorpresi nel vedere questa organizzazione così precisa in India. E infatti ci rendiamo presto conto che quella divisione era solo un "pro forma" e così passiamo le ore successive con una bambina indiana in braccio e una signora che vuole assolutamente parlare con noi... in hindi. La musica è altissima ma ha quel ritmo che ti fa ballare anche senza volerlo e così ci lasciamo trasportare dall’atmosfera, mentre la signora accanto a noi continua a indicare e parlare. I presentatori prendono in mano il microfono e spiegano il programma della giornata:
- Gara di turbanti, a cui possono partecipare anche i turisti stranieri;
- Gara di baffi: chi ha i baffi più belli e meglio arrotolati all’insù;
- Miss Moomal: non un concorso sulla bellezza della ragazza, ma sull’eleganza dei gioielli tradizionali che indossa;
- Mr Desert: l’uomo del deserto con il fascino e l’abbigliamento migliori.



I partecipanti al concorso di Mr Desert

Finalmente un festival con delle competizioni interessanti... talmente interessanti che Paolo si iscrive alla gara del turbante. Ha 3 minuti per arrotolarsi sulla testa un telo lungo 7 metri e dargli la forma del famoso ed elegantissimo copricapo indiano. Ecco, forse meglio esercitarsi per il prossimo anno. E quando pensiamo che già così il festival ci abbia convinto, ecco che inizia la seconda giornata. Tra tempeste di sabbia, degne di film apocalittici, il programma prevede:
- Concorso di bellezza per... cammelli. Che poi, in realtà, i cammelli indiani sono quelli che noi chiamiamo dromedari perché hanno una sola “gobba”.
- Tiro alla fune indiani contro stranieri, dove ormai da anni sono i primi a perdere. D’altronde loro, tutti mingherlini, come potrebbero mai vincere contro dei nerboruti scozzesi o americani?
- Camel Polo: una versione del gioco fatta utilizzando i cammelli anziché i cavalli. Sembra che questo sport, nel mondo, si pratichi solo a Jaisalmer... diciamo anche che i cammelli non sembrano essere molto portati per questa attività!
- Gare di “Wrestling del deserto” che ancora non abbiamo ben capito come funzioni.



Gara di polo

E poi c’è il giorno 3, in una cittadina fuori Jaisalmer, dove si tengono corse di cammelli, sfilate di acrobati sui cammelli, altri giochi con i cammelli. Insomma cammelli, cammelli e ancora cammelli in tutte le salse... Ovviamente in senso figurativo perché, per fortuna, tra tutti i carretti che vendevano cibo nessuno aveva carne di cammello. Ah, il latte di cammello invece sì, era in vendita come prelibatezza!

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Angela e Paolo
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