In viaggio a tempo indeterminato/63: come è fatta una casa?

Come è fatta una casa? I bambini la disegnano con un tetto a punta, una porta e due finestre. Noi nei nostri trenta e più anni, ne abbiamo viste parecchie di case non solo nel nostro Paese, ma un po’ ovunque in giro per il mondo. Finchè eravamo in Italia eravamo convinti che un’abitazione, per essere definita tale, dovesse avere un tetto, una cucina, un bagno e almeno una stanza per dormire, qualche finestra per fare entrare la luce, l’acqua calda e il riscaldamento. Poi abbiamo iniziato a viaggiare in Asia e ci siamo accorti che la casa non è sempre come te la aspetti. In Laos, ad esempio, la casa è una capanna di bamboo con il tetto di paglia. Resta sospesa con dei pali sopra un fiume e il “soggiorno” è un’amaca appesa davanti alla porta d’ingresso. Da fuori sembra romantica ed affascinante ma da dentro scricchiola e quando c’è vento si ha l’impressione che il tetto possa volare via da un momento all’altro.



A Sumatra (Indonesia) siamo entrati in case tutte di legno intagliato con degli enormi e altissimi tetti a punta. Ci siamo accovacciati per passare da delle porticine piccole piccole, così minuscole da sembrare pensate per dei bambini. Secondo il popolo Batak, che ha costruito queste abitazioni, una porta piccola impedirebbe agli spiriti malvagi di entrare e allo stesso tempo obbligherebbe gli ospiti ad inginocchiarsi davanti al padrone di casa.
Ci si sente come dei giganti che entrano nella casa dei Puffi e una volta varcata la soglia ci si rende conto che si riesce a stare in piedi solo nella parte centrale della stanza, dove il tetto è più alto.



In Vietnam, invece, abbiamo vissuto in case in muratura con cucina, soggiorno e saloni aperti verso l’esterno. All’apparenza normali abitazioni, in realtà studiate nei minimi dettagli. Secondo i vietnamiti, infatti, la casa non è un semplice edificio ma rappresenta in tutto e per tutto chi ci vive. Tutte le dimensioni dell’edificio sono quindi basate sul “Thuoc tam”, cioè su quelle corporee del proprietario. Se, ad esempio, il padrone di casa è molto alto, le porte e i soffitti saranno alti. Questo perchè, secondo i vietnamiti, la casa è il luogo più importante nella vita di una persona, quello dove ci si sente al riparo e si sta insieme in ogni situazione. Per questo motivo è importante che, chi ci vive, si senta perfettamente a suo agio.



In Cambogia, ci siamo riparati dalle piogge sotto le tettoie di alluminio delle case costruite a lato strada. E abbiamo osservato le persone farsi la doccia con l’acqua piovana che scendeva da canali improvvisati sul tetto. Poi siamo arrivati in India e siamo entrati nei ricchi palazzi con le pareti decorate da dipinti colorati e ci siamo sentiti come dei maharaja e delle principesse. Ma abbiamo anche cenato nelle case dei villaggi seduti per terra, circondati da 4 mura di pietra con la luce fioca di un’unica lampadina. E ci sono venuti i brividi quando è saltata la corrente e abbiamo iniziato a sentire il rumore dei topi che correvano lungo le pareti alle nostre spalle.



Abbiamo bevuto chai, seduti su una brandina in un garage trasformato in casa, con il fumo del fuoco acceso che rendeva l’aria irrespirabile. E, in India, ci siamo seduti sui tetti piatti delle case a osservare i bambini che facevano volare gli aquiloni o ad aspettare il sole che tramontava.



Insomma, in questo viaggio in Asia abbiamo avuto la fortuna di vedere tipologie di case completamente diverse l’una dall’altra per forma, dimensioni, materiali usati per costruirle. Ci siamo però accorti che tutte hanno almeno 3 caratteristiche comuni:
1) Quando si entra ci si tolgono SEMPRE le scarpe. Non importa se il pavimento è di sabbia, legno o piastrelle, le calzature, scarpe o infradito che siano, restano fuori.
2) Il pavimento, a seconda del momento della giornata e della temperatura esterna, può diventare un divano dove accogliere gli ospiti, oppure un tavolo dove mangiare o ancora un letto dove riposarsi.
3) Non sono le mura, le porte, le finestre o il tetto a definire tale una casa, ma il calore e l’affetto della famiglia che ci abita. Una luce che riesce sempre a colorare e illuminare anche le stanze più scure e buie.

Alla fine, aveva ragione Jovanotti:
La casa dov'è?
La casa è dove posso stare in pace con te...
Angela e Paolo
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