Lecco: spada giapponese ''finta'' in auto, un maestro di arti marziali è a processo

Nell’ottobre 2011, durante una normale attività di controllo da parte delle forze dell’ordine, era stata rinvenuta nel bagagliaio della sua auto una “simil katana”, spada giapponese che nella sua versione senza lama viene utilizzata per l’apprendimento delle arti marziali. Un ragazzo lecchese classe 1987, M. P., è ora imputato presso il Tribunale di Lecco ai sensi dell’articolo 699 del codice penale (porto abusivo d’armi), e nell’udienza di oggi ha raccontato la sua versione dell’accaduto. “Quando sono stato fermato ho spiegato subito agli agenti che all’interno della fodera della spada erano presenti un pugnale e un punteruolo. Si tratta di strumenti già contenuti nella fodera dall’acquisto”. Il ragazzo, incensurato, frequenta tre volte a settimana una palestra lecchese e contribuisce all’allenamento di bambini dai 3 ai 12 anni. “La katana è una spada giapponese dotata di lama, in grado di ferire, la simil katana è indispensabile per l’allenamento e per poter ottenere il grado di cintura nera, che rende istruttori” ha spiegato l’imputato in aula. “Strumenti come quella che avevo in auto si comprano in Rete o nei negozi, non servono a offendere ma ad apprendere”. Il titolare della palestra lecchese, visionando la simil katana e le due armi trovate nella sua fodera, ha spiegato che si tratta di oggetti innocui. “La katana uccide, la simil katana come questa serve per imparare, non taglia” ha asserito. “Nessun allievo della mia scuola si permetterebbe di usarla per fare del male, anche perché si tratta di oggetti poco resistenti. Spesso per allenarci utilizziamo spade e altre armi in legno, che non feriscono ma sono più robusti. Anche il pugnale in ferro e il punteruolo sono senza lame, si tratta di oggetti per lo più ornamentali che vengono venduti insieme alla spada. La simil katana può essere infatti personalizzata, a discrezione del suo proprietario”.
Il pubblico ministero Mattia Mascaro ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste. L’avvocato difensore Barbara Valli si è associata alla richiesta del Pm, evidenziando come sia stata ampiamente dimostrato il giustificato motivo della presenza di quegli oggetti nell’auto del giovane lecchese. Il processo è stato rinviato per repliche al 12 gennaio 2015.
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