In viaggio a tempo indeterminato/55: in carrozza sui treni indiani

I treni indiani sono quasi una leggenda.
Prima di vederli dal vivo, pensavamo che i film ambientati in India esagerassero un po' la situazione. Le scene classiche mostravano persone sedute sui tetti delle carrozze o appese fuori dalla porta. Centinaia di migliaia di persone ammassate come sardine in scompartimenti di lamiera blu.
"Sarà solo per rendere il film più drammatico!"
Speravamo...
E dobbiamo ammettere che le prime nostre esperienze sui treni indiani ci hanno dato ragione. Nei viaggi durante il giorno nelle regioni del sud, siamo sempre riusciti a trovare posto piuttosto facilmente.... magari non comodissimo, ma comunque lo spaziettino per appoggiarci c'era. Le porte rimanevano sempre aperte, così come i finestrini senza vetri, ma nessuno mai se ne stava appeso fuori. Persino con il treno notturno ci è andata di lusso. Siamo riusciti ad accaparrarci due biglietti "d'emergenza" il giorno prima e sulle nostre brandine al terzo piano, dopo esserci riempiti lo stomaco con il cibo consegnato da alcuni venditori ambulanti direttamente sul treno, abbiamo anche dormito... più o meno!
Quindi eravamo abbastanza tranquilli e sempre più convinti che la situazione treni in India non fosse poi così tragica.
Poi siamo arrivati a Mumbai e tutto è cambiato.  

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In pochi minuti ci siamo resi conto che le scene dei film erano una rappresentazione edulcorata della realtà!
Treni pensati per 1700 persone, nelle ore di punta si riempivano fino ad ospitare anche 4700 passeggeri contemporaneamente. Tutti ammassati e schiacciati in pochissimo spazio, giusto l'essenziale per respirare. Un incastro perfetto, tanto che se si deve scendere ci si deve preparare almeno due fermate prima, facendosi strada lentamente ma con decisione tra gli altri 4699 passeggeri. C'è un motivo se la linea dei treni metropolitani di Mumbai è la più caotica dell'intero pianeta!
La conferma è arrivata da un altro treno notturno che partiva proprio da Mumbai diretto verso nord. Niente posti assegnati, quelli erano finiti 3 mesi fa e nella lista d'attesa eravamo al settantasettesimo posto. Ma un po' fortuna fa sì che riusciamo a sederci abbastanza vicini nella General Class. Il treno fischia e si parte puntuali. Le prime due ore passano in fretta. Siamo l'attrazione principale della carrozza. Ogni cosa che facciamo viene notata e commentata. Attacchiamo la presa del cellulare e tutti ci osservano attenti. Prendiamo la sciarpa per mettercela al collo e qualcuno commenta. Parliamo tra noi in italiano ma tutti ci guardano come se capissero perfettamente. A un certo punto arriviamo in una stazione un po' più grande e il treno si riempie, si riempie e si riempie.  


Le persone si arrampicano e si vanno a sedere con i bagagli. Eravamo in 4 sul sedile ma ci ritroviamo in 7. Ci viene lanciato in braccio un bambino che dorme. Paolo che era vicino al finestrino si ritrova a dividere con altri due il sedile singolo. Qualcuno sputa dal finestrino ma causa vento qualche goccia finisce sui pantaloni. Le persone sono ovunque. Sopra, accanto e persino per terra, sedute su sacchi vuoti. Intanto il sole è sceso e inizia a fare freddo. E mentre si chiudono i vetri, la disperazione si fa avanti... Mancano ancora 12 ore!
Dormire diventa un'impresa. C'è chi mangia, chi parla, chi urla, chi è convinto che in Italia si parli francese. Ci offrono da mangiare, caramelle, acqua. Sembra un raduno di famiglia durato un po' troppo. E fa freddo, davvero molto freddo. Dopo quasi un anno al caldo non eravamo più abituati!
Mancano ancora 8 ore. Sul treno intanto ci si attrezza. Qualcuno estrae dalla valigia enormi coperte. Altri un cuscino. I più atletici si siedono con le gambe incrociate sul sedile. Noi intanto, non sentiamo più il posteriore e nonostante le 3 felpe battiamo i denti. Chiudiamo gli occhi, o forse siamo semplicemente ibernati. Quando li riapriamo una calda luce inizia a entrare dal finestrino. Compriamo un chai (tè caldo) da un venditore ambulante per scaldarci un po'. Siamo arrivati, il viaggio più scomodo ed estenuante di sempre è finito.
Questi treni indiani dal vivo sono anche peggio di quello che si vede nei film, ma quanta vita su quella carrozza.  


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Angela e Paolo
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