Lecco perduta/144: trasferte calcistiche in treno

Il 29 Novembre 1959 il Calcio Lecco era impegnato in trasferta a Torino contro i granata locali, che dopo gli anni mitici del magico squadrone perito, purtroppo, nella tragedia aerea di Superga, nel Maggio 1949, erano finiti in Serie B. Il Lecco, nell’autunno ’59, aveva iniziato un campionato che diventerà favoloso per la promozione, nel Giugno 1960, in Serie A. I primi “avvisi” di una marcia così trionfale vi erano già nell’autunno 1959. I blucelesti avevano espugnato l’”Amsicora” di Cagliari, vincendo per 3 a 2, con due reti di Savioni ed una Nyers, e poi avevano trionfato in casa con il Verona. La trasferta di Torino risultava, quindi, un incontro già fra primi della classe e poi con una squadra leggendaria che aveva visto fra i suoi atleti della stagione migliore quel Mario Rigamonti, nativo di Brescia, al quale era già stato dedicato il campo sportivo comunale “al Cantarelli”, avendo giocato nel Lecco del campionato bellico 1944/’45. C’è da aggiungere che la trasferta in treno verso Torino per i tifosi blucelesti potrebbe essere stata suggerita dalla possibile presenza di forti nebbie sull’autostrada. Gli spostamenti di quel tipo erano, infatti, praticamente in disuso da anni. La conferma avviene da un periodico locale del Novembre 1949, dieci anni prima della menzionata trasferta a Torino. Si può leggere, infatti: “Amici dell’AC Lecco: per la trasferta di Treviglio l’autopullman dei giocatori parte alle ore 9 di domenica prossima; quello degli sportivi alle ore 13. Iscrivetevi al Caffè Commercio e al Caffè Sport di Pescarenico”. Lo stesso periodico conteneva, negli spazi pubblicitari, un inserto: “Da Pietro: Caffè Commercio in Piazza XX Settembre, dove impera lo sport. E’ sede dell’AC Lecco e ricevitoria Totocalcio e Totip”. Il Bar Sport è tuttora in quartiere Pescarenico, sull’angolo di Corso Martiri con Via Corti: era fedele a tale denominazione, radunando non pochi tifosi blucelesti ed essendo anche frequentato da diversi giocatori. Erano numerosi i calciatori residenti nel quartiere: da Riva a Corti, e poi Franchi, Logaglio, Tantardini, Pifferetti ed altri. I tifosi più anziani che oggi frequentano lo Stadio “Rigamonti/Ceppi” potranno, però, ricordare quando erano ragazzini, negli anni dell’immediato dopoguerra 1945 e poi del mezzo secolo intorno ai Cinquanta, e le trasferte avvenivano in treno. Quante volte hanno visto camminare dalla stazione ferroviaria, lungo Corso Matteotti, ciascun giocatore, con la valigia in mano, della squadra ospite che quel pomeriggio di domenica avrebbe giocato sul “rettangolo” bluceleste. La stessa scena si ripeteva al termine della partita, con cammino inverso. “Poesia” del calcio di altri tempi?
A.B.
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