Olginate: niente luminarie ma... ombrelli. Ecco il significato di una scelta 'insolita'

Niente luminarie, per quest’anno, a Olginate: i commercianti dell’Associazione “Olginate del Fare” guidata da Orietta Sabadini hanno infatti pensato a un’alternativa decisamente insolita per far respirare a grandi e piccini, residenti e non, l’atmosfera natalizia, addobbando le principali vie del centro e del lungolago con tantissimi… ombrelli bianchi appesi a mezz’aria.



Una scelta, appunto, decisamente curiosa, che in paese ha già suscitato reazioni contrastanti: se, da un lato, sono stati espressi diversi commenti di apprezzamento, dall’altro non sono mancate le critiche, altrettanto se non più numerose, per un’iniziativa che la diretta responsabile, Orietta Sabadini, ha invece difeso a spada tratta, spiegandone le reali motivazioni.



“Le critiche sono sempre bene accette, quando però sono basate su ragioni e contenuti sensati e ben motivati” ha commentato la commerciante. “In quanti si sono fermati per un istante a riflettere sul possibile significato di quegli ombrelli? L'idea, che ho subito condiviso con i miei associati e con l’Amministrazione Comunale, mi è venuta dalla lettura di un racconto con protagonista un senzatetto, che in un giorno di pioggia, andando oltre la spietata logica dell’individualismo e dell’indifferenza che domina negli altri passanti, offre un riparo a una ragazza nel suo “rifugio” costruito soltanto con un cartone e un ombrello. Ecco, dunque, che quest’ultimo diventa un simbolo di condivisione, di generosità e vicinanza all’altro, perfettamente adatto ad incarnare lo spirito natalizio, ben più delle “classiche” luminarie che, oltre a non avere nulla di “cristiano”, richiedono ai commercianti costi decisamente elevati senza nessun ritorno".



"Le luci, peraltro - ha proseguito Orietta Sabadini - sono visibili soltanto di sera, al buio, quando un piccolo paese come Olginate – non di certo paragonabile a Como, Torino, ma nemmeno a Lecco – non è frequentato da nessuno se non da chi percorre in qualche manciata di secondi in auto la sua strada principale, probabilmente senza nemmeno prestare troppa attenzione a quello che succede intorno: gli ombrelli, invece, è difficile non notarli, anche durante il giorno. Il nostro intento, dunque, è quello di creare un’emozione in chi li guarda, di trasmettere il senso di condivisione, protezione e fraternità che dovrebbe davvero permeare il Natale. Se poi qualcuno non ci vede niente, beh… mi limito a suggerire che possono somigliare a dei fiocchi di neve”.



Sempre grazie ad “Olginate del Fare”, con gli ombrelli si può anche vincere: sarà infatti lanciato a breve un originale concorso dedicato soprattutto ai giovani, che avranno la possibilità di scattarsi un selfie sotto o in prossimità degli ombrelli e, postandolo sulla pagina social dell’Associazione, aggiudicarsi uno dei ricchi premi messi in palio dai commercianti del paese, la maggior parte dei quali ha anche aderito alla lotteria natalizia che darà diritto a tutti coloro che effettueranno acquisti nei loro negozi a ricevere gratuitamente un biglietto. L’estrazione, con la contestuale proclamazione dei vincitori del concorso “fotografico”, avverrà il 5 gennaio.



Ma non è finita qui: gli olginatesi che proprio sentono di non poter fare a meno delle luci natalizie potranno “consolarsi” con quelle che addobberanno un grande albero nei pressi della Chiesa, che Orietta Sabadini e “colleghi” hanno inoltre invitato a riempire di tanti piccoli pezzi di stoffa colorata con un pensiero o un desiderio per il proprio Natale.



“È un’iniziativa che vedrà coinvolti soprattutto i bambini della Scuola Primaria, ma tutti gli olginatesi – e non – potranno prendervi parte, lasciando sui rami una propria frase scritta su un pezzo di tessuto” ha concluso Orietta Sabadini. “Sempre nell’ottica di una maggiore condivisione e di un ritorno alle tradizioni, alla Vigilia di Natale gli Alpini – che ringrazio per il prezioso aiuto dei giorni scorsi nel posizionamento degli ombrelli – si riuniranno ai piedi dell’albero per offrire a tutti panettone e vin brulè, proprio come si faceva una volta”.
B.P.
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