In viaggio a tempo indeterminato/49: benvenuti in India!

Benvenuti in India!
Questo nostro viaggio ci ha portato in uno dei Paesi più folli, colorati, caotici e meravigliosi del mondo. Ci è bastato poco, pochissimo, per capire che se fino ad ora, visitando i Paesi del Sud Est Asiatico, avevamo frequentato il “liceo del viaggio”, con l’India stavamo entrando ufficialmente all’università! Milioni di persone, animali, cibi, profumi, odori, colori... è stato sufficiente mettere piede fuori dall’aeroporto perché tutti i nostri sensi si accendessero di colpo come forse mai ci era successo negli ultimi 9 mesi in viaggio. Ma come lo raccontiamo un Paese che in poco tempo ci ha già fatto vedere talmente tante cose? Vorremmo parlare della signora che sull’autobus ci ha regalato una rosa fucsia, dei bambini che facevano volare gli aquiloni, del venditore di dolci che ci ha regalato due biscotti dolcissimi ma un libro intero non basterebbe per raccontare questi primi giorni. Così abbiamo deciso di focalizzarci su un minuto preciso.

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60 secondi passati in un piccolo bar lato strada a Tiruchirappalli, una città caotica e vivace come tante nel Sud dell’India. Non una location particolare, insomma. Un piccolo stanzino aperto sulla strada con degli sgabelli di plastica e una panca in legno. All’apparenza una situazione “normale”, se non fosse che seduti con una tazzina di chai (tè indiano) tra le mani abbiamo assistito a talmente tante scene da sembrarci di aver visto un film di due ore. Partiamo dal sottofondo di questo minuto: i clacson. Non una strombazzata qua e là ogni tanto ma un suono continuo, prolungato, senza sosta. Tanto da chiederci “ma se tutti lo suonano continuamente e nessuno sembra farci più caso, a cosa serve??”. E tra un biiiiiip e l’altro ecco che fa la sua comparsa sulla scena una mucca. Si piazza nel bel mezzo della strada, si guarda a destra e a sinistra e decide di fermarsi lì. Tranquilla, immobile, come se attorno a lei non ci fossero decine di motorini e tuk tuk gialli che sfrecciano come pazzi. Con la mucca a fare da rondò la situazione traffico peggiora ulteriormente, ma nessuno sembra meravigliarsi della cosa. Non si scompongono nemmeno le due signore con il saree (tipico abito indiano) dai colori accessi e due enormi brocche piene d’acqua sulla testa. Camminano leggiadre a piedi nudi sull’asfalto, parlottando tra loro e ridendo. Al bar intanto sono arrivati altri clienti e il signore che prepara il tè si è già messo all’opera per accontentare tutti. Due cucchiai di zucchero, un po’ di latte bollente e tè scuro fatto scendere da un colino. Questo liquido marroncino viene versato da una tazza all’altra per almeno 5/6 volte prima di venire servito. Un vero spettacolo!



Ci distraiamo pochi secondi ad osservare l’abilità del “barman” e già in strada sta succedendo altro. Passa un carro pieno di sabbia trainato da due buoi e l’”autista”, notando le nostre bocche spalancate, ci fa un cenno di saluto. Nel ristorante sull’altro lato della strada, invece, sono tutti indaffarati a preparare per il pranzo. Chi taglia cipolle rosse, chi mescola pentoloni di curry, chi stende una pastella per preparare i chapati (una specie di piadine indiane). Poi ci sono le signore che hanno fatto acquisti al bazar. Con enormi sacchetti in mano, passeggiano in mezzo a tutto questo caos. Sembrano principesse uscite da un film di Bollywood con i fiori tra i capelli, i veli variopinti dei vestiti, i bracciali e le cavigliere che accompagnano con un tintinnio ogni passo.



E in tutto questo colore, rumore, odore la mucca è sempre lì. Ferma, immobile, tranquilla come se nulla fosse. Un solo minuto ed è successo tutto questo. Chissà a quante altre scene pazzesche avremo modo di assistere nei prossimi mesi qui in India!

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Angela e Paolo
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