Lecco perduta/137: il palazzo di via Ghislanzoni... quasi bianconero

Il palazzo di Via Ghislanzoni... quasi bianconero
Sente tutto il peso degli anni il palazzo scolastico di Via Ghislanzoni, il più “vecchio” della città, risalente al 1885. E’ necessaria una ristrutturazione di consolidamento dove attualmente si trova il Liceo Classico Manzoni. L’edificio venne completato lungo la Via dell’Unione, divenuta Ghislanzoni nel 1893, dopo la scomparsa dello scrittore librettista dell’Aida. Quando la scuola sorse, vero fiore all’occhiello della civica amministrazione del tempo, con il sindaco Guido Ghislanzoni, non v’erano ancora, più avanti, sulla strada verso Pescarenico, l’ospedale inaugurato nel 1900 e lo scalo merci della Piccola Velocità Ferroviaria, sorto intorno al 1910. Storie e ricordi si intrecciano nel palazzo ampio e quasi maestoso, con un massiccio corpo centrale e due ali di costruzione che perimetrano il cortile maggiore, chiuso dalla palestra resa storica dal centenario, nel 1996, dell’Unione Ginnastica Ghislanzoni. Gli atleti bianconeri sono stati dalla fondazione nella palestra; le vicende del palazzo non sono solo scolastiche, anche se queste rimangono largamente maggioritarie. Il Comune di Lecco, nel 1885, decise di concentrare in Via dell’Unione le classi di ogni istituto, chiudendo sedi periferiche e sollevando proteste di genitori con famiglie residenti nelle zone più lontane, dalla Maddalena a Pescarenico. Ospedale militare nel 1915/’18, il palazzo ha ospitato nel 1922 la prima Quinquennale lecchese, divenuta rassegna tradizionale dell’economia del territorio. Nei giorni della Liberazione 1945 la scuola è stata punto di raccolta degli appartenenti a formazioni militari e non della Repubblica di Salò. Gli anziani di Via Ghislanzoni, allora bambini, potevano ricordare sino a non molti anni or sono che affacciate alle finestre dell’ultimo piano c’erano le “donne rapate”: erano state ausiliarie della RSI. E’, quest’ultima, una pagina di storia quasi dimenticata, che è tornata, però, alla ribalta con il nuovo romanzo “La Repubblichina” di Giampaolo Pansa, che racconta, appunto, le vicende a Casale Monferrato di “ragazze rapate” per militanza o simpatie verso il fascismo repubblichino dell’ultima ora. Percorrere i lunghi e spaziosi corridoi del vecchio palazzo di Via Ghislanzoni è quasi un tuffo nella memoria di storia lecchese. Affiora un velo di commozione e di malinconia guardando dalle finestre sul cortile centrale delimitato dalla palestra. Era, nel primo decennio del Novecento, il rettangolo di gioco per uno sport nuovo: il “football”, così caro all’allora giovanissimo Arnaldo Ruggiero, che lo ricorda nelle sue memorie lunghe un secolo. I colori dei pionieri del calcio non erano, comunque, riferite alle maglie bianconere della Juventus, ma a quelli della Ginnastica Ghislanzoni, fondata due anni dopo la Canottieri Lecco.
A.B.
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