'Premana Rivive l'Antico': decimo tuffo nel passato, con un percorso da 2.5 chilometri tra saperi e sapori di un tempo
Non la cristallizzazione di un momento storico e nemmeno la rievocazione di un fatto saliente che ha segnato il destino comune del borgo: "Premana Rivive l'antico" è piuttosto la fedele riproposizione della quotidianità di un tempo di una collettività che, nel guardare avanti, vuole però riaffermare con orgoglio le proprie origini, senza dimenticare un passato che, rianimato da un intero paese, appare assai meno lontano.
"Premana, prima dello sviluppo dell'artigianato che l'ha resa nota come "capitale delle forbici" viveva una quotidianità fatta di povere risorse e di duro lavoro, di ritmi lenti e naturali, di amore per la terra, di esperienza tramandata di padre in figlio: un patrimonio che non possiamo permetterci di perdere" si legge, quale dichiarazione d'intenti, sul sito internet dedicato all'iniziativa che ha preso avvio questa mattina alle 8.30 e che, anche domani - domenica 14 ottobre - offrirà, per 8 euro, il costo del biglietto d'ingresso, a migliaia di visitatori la possibilita' di fare un tuffo indietro nel tempo.
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"Far rinascere - anche solo per qualche giorno - l'atmosfera del passato, per questo piccolo borgo montano significa innanzitutto conoscere se stesso, ritrovando una parte della sua storia a cui oggi, talvolta, guarda con un po' di nostalgia. Non c'è bisogno di scenografi o registi. Il paese stesso si mette in moto in un progetto di proporzioni straordinarie, un evento capace di motivare i giovani e valorizzare gli anziani, un'occasione irripetibile per conoscerne e apprezzarne il carattere singolare e riscoprirne il fascino".
Quasi 500 i figuranti disseminati lungo un percorso di circa 2.5 chilometri che, dal fondovalle e dunque da località Giabbio conduce verso il cuore di un centro abitato dalla fisionomia unica, con case alte anche diversi piani, quasi tutte con un laboratorio nel seminterrato, una accanto all'altra, incastonate come un moderno presepe. Ci si addentra dunque nel bosco per entrare in contatto con il sudore del lavoro agreste di taglialegna e cacciatori, allevatori e produttori di formaggio per poi salire, di attività in attività - seguendo le dolci note delle canzoni popolari proposte dal primo gruppo "canterino" coinvolto nella manifestazione - tra sapone fatto a mano, muretti a secco rimessi in forma, donne impegnate a "mondà" i prati e uomini intenti a "laorà i corni".
La mostra dedicata al Corpus Domini, introduce poi al paese e ai profumi delle salcicce fresche, del vino dal colore invitate e della grappa appena distillata. Ed è un susseguirsi di mestieri: il fabbro, i produttori di forbici e quelli di campanacci, il macellaio, il prestinaio, la farmacista...
C'è chi tesse, chi carda la lana, chi tosa le pecore, chi trita la paglia, chi insapona i panni al lavatoio. E ancora c'è la scuola, con i banchetti in legno e il pennino, l'osteria con le tavolate affollate e la cucina di casa con l'immancabile polenta girata sull'assetto. Insomma, c'è tutto quello che c'era una volta e che per due giorni torna ora ad essere attuale.
A.M.