Calolzio: la Polisportiva Foppenico in festa per i suoi 40 anni. Atleti e dirigenti sul palco per celebrare passione e amicizia
Passione, gioia, coraggio, successo, sacrificio: è con queste cinque parole, scelte dal responsabile del settore giovanile Dario Sibio, che possono essere riassunti i 40 anni di storia della Polisportiva Foppenico, festeggiati nella serata di ieri, domenica 16 settembre, nel chiostro del Monastero del Lavello. Cinque parole che racchiudono in sé la storia e allo stesso tempo il futuro di una grande famiglia, da sempre unita nella condivisione di valori importanti come quelli dell’impegno, del rispetto, della capacità di accettare le sconfitte e di saper gestire le vittorie, diventando adulti ma tornando bambini ad ogni ingresso in campo. Una serata di celebrazioni, ringraziamenti e ricordi, che ha visto alternarsi sul palco, con la magistrale regia di Fabrizio Redaelli, centinaia di atleti, ma anche decine di dirigenti e di appassionati di sport che nell’ormai lontano 1978 hanno voluto credere in un grande sogno e hanno lottato per farlo diventare una splendida realtà.
Il presidente Fulvio Rota
La premiazione di Massimiliano Carbonara
Fondata nel novembre di 40 anni fa in seno all’Oratorio del rione calolziese, la Polisportiva Foppenico è infatti nata per rispondere all’esigenza di creare un punto di riferimento al quale i più piccoli (e le loro famiglie) potessero fare affidamento per praticare sport con gli amici, in un clima di amicizia e serenità. Un piccolo mondo che ha visto crescere migliaia di giovani, alcuni solo “di passaggio”, altri destinati a condividere con la “Foppe” una vita intera, costellata di vittorie e sconfitte, di gioie ma anche di dolori, come la scomparsa di alcune persone care. “Ma se la vita a volte divide, lo sport unisce, trasforma i contrasti e la tristezza in impegno e in desiderio di riscatto” ha commentato con emozione il vice presidente Paolo Cattaneo nel ricordare il fratello Denis, al quale dal 2001 è dedicato il campo del Lavello, che la Polisportiva sogna di riqualificare. E lo sa bene anche Fulvio Rota, attuale numero uno della società, della quale fa parte fin dall’età di nove anni. “A 17 ho iniziato ad allenare, perché ho capito che la “Foppe” aveva bisogno di me non solo come giocatore” ha raccontato Rota. “Da quel momento in poi ho vissuto questo mondo in tutti i ruoli possibili, da dirigente, da accompagnatore e infine da presidente, sempre con un forte spirito di appartenenza a quella che ho sempre considerato una grande famiglia. È per questo che chiedo a tutti coloro che ne fanno parte di essere da esempio per i nostri atleti, con la convinzione che la ricchezza non fa la competenza, ma l’umiltà e la passione fanno sempre la differenza”.
La premiazione di Dario Sibio
La premiazione del fondatore Giuseppe Alborghetti
Sulla sinistra Mario Radaelli, affiancato dal figlio Andrea (direttore sportivo)
Un passaggio “storico”, come ha affermato il direttore sportivo Andrea Radaelli, raggiunto anche grazie alla ferma volontà della dirigenza di perseguire l’obiettivo “di qualificare il più possibile le figure al servizio dei ragazzi e di formare un gruppo di persone serie e motivate, pronte a correre verso una meta condivisa”. Di queste fa indubbiamente parte anche Dario Sibio, che ha scelto la Polisportiva Foppenico “come una seconda famiglia”. “Quando sono arrivato qui mi è stato detto che sarebbe stato impossibile arruolare altri atleti” ha dichiarato il responsabile del settore giovanile. “Oggi invece siamo forse l’unica realtà del territorio – escludendo società di un livello più alto come l’US Olginatese – che può vantare formazioni in tutte le annate: quando ci sono la passione e il cuore, del resto, il tempo, il luogo e il contesto non hanno più nessuna importanza”.
Giuseppe Garavaglia, Sergio Ravasi, Guglielmo Carenini, Tony La Monica
Gigi Gandolfi e Paolo Cattaneo
B.P.