Mandello: presentati nuovi progetti per il futuro turistico del marchio Guzzi sul territorio
Quando a Mandello si parla di Moto Guzzi spesso il pensiero corre romanticamente al passato prospero dell’azienda e al benessere che ne derivava per il paese, e con nostalgia si riflette sui bei tempi che furono, si aspetta con ansia il raduno che prenderà avvio tra poche ore e nessuno crede più che sarà possibile legare il nome di Mandello a quello della Guzzi se non sulla scia di una storia e di una tradizione che hanno le loro radici nel passato.

Qualcuno, per,ò crede che possa ancora nascere qualcosa di nuovo, una spinta di sviluppo per il territorio legata alla celebre casa motoristica. Ed è così che ieri sera in occasione del “fuori-raduno” promosso dall’Amministrazione comunale al teatro Fabrizio De André sono stati presentati diversi progetti, tutti accumunati dall’idea che per il connubio Moto Guzzi-Mandello ci possa essere una nuova stagione, fatta non solo di ricordi.

Sono innanzitutto i più giovani a cominciare a studiare il “caso”. Federica Stasi, ad esempio, nella sua tesi di laurea in Scienze del turismo ha cercato di analizzare come si inserisce il museo della Moto Guzzi nel processo di trasformazione che ha subito il fenomeno del turismo dall’epoca industriale a quella post-industriale.

Dario Cardamone, Laura Raso e Federica Stasi
“Ho spiegato come una grande azienda motociclista ha mutato il suo ruolo nel tempo da fabbrica a volano per il turismo della propria comunità con il museo e il motoraduno. Nato nel ’49, tre decenni dopo la fabbrica, con 150 pezzi espositivi e 20mila visitatori all’anno è un museo di identità che offre autenticità e unicità al visitatore e nello stesso tempo rafforza il marchio dell’azienda”.

Sandro Fratianni e Mario de Marcellis
Anche Laura Raso, laureata in economia, ha messo al centro del suo elaborato la storia della fabbrica di moto mandellese, cercando di capire come abbia fatto Carlo Guzzi da solo a costruire un piccolo impero. “L’azienda nasce il 15 marzo del 1921 e da allora ha cambiato tutto il territorio: da quel momento in poi sono infatti sorte diverse industrie da quelli che erano artigiani, sono state costruite case per i dipendenti, ville per dirigenti. Negli anni ’50 a Mandello in ogni famiglia c’era almeno una persona che lavorava alla Guzzi. L’azienda ha finanziato la nascita del Cral, oggi polisportiva, ha sponsorizzato numerose attività ludiche e aveva una scuola al suo interno per i figli dei dipendenti”.

Due rappresentati del progetto “Il museo delle aquile"
Un progetto ideato per passione quasi dieci anni fa da tre amici è quello presentato da Dario Cardamone. “Siamo partiti da due idee: quella che Mandello abbia un potenziale turistico non valorizzato a pieno e che invece il successo che riscuote sempre il motoraduno potrebbe essere sfruttato tutto l’anno. Come? Offrendo al pubblico una ‘brand experience’ che mantenga costantemente accesa l’attenzione sulla Guzzi nel corso di tutti i dodici mesi”. L’idea era quella di creare un "Factory Cafe Moto Guzzi”: una struttura che offrisse servizi ricettivi, un punto di incontro, uno shop.

Ha le sue radici in un tempo più lontano, invece, il progetto del museo della Moto Guzzi del mandellese doc Mario De Marcellis e del suo concittadino d’adozione Sandro Fratianni: realizzare un centro espositivo polifunzionale. Una torre di 25 metri con una struttura di vetro e metallo dove esporre le due ruote degli appassionati che le possiedono e desiderano prestarle al museo per un certo periodo. Sono immaginati vari livelli posti su un percorso a elica, con piedistalli girevoli muniti di specchio in basso che riflette il motore. Attorno alla torre ci sarebbero capannoni di minore altezza attraverso i quali si entra nel museo, in ognuno dei quali una ditta locale potrebbe esporre i propri prodotti, il proprio know-how. Tutti i capannoni condurrebbero alla galleria delle associazioni, uno spazio dedicato alle realtà mandellesi. Un progetto certamente ambizioso e forse non così facilmente attualizzabile.



Interessante anche l’ultimo lavoro presentato da un gruppo di professionisti: Roberto Riva, Fabio Camisasca, Erminia Gabriele, Gabriele Riva e Roberta Battaglia. L’idea è quella di realizzare una nuova struttura dedicata ai mezzi in uscita dallo stabilimento Moto Guzzi, non in sostituzione ma in aggiunta all’attuale museo.


Per immaginare “il museo delle aquile” serve innanzitutto individuare il luogo ideale dove costruire l’edificio: è necessario che si trovi nel centro di Mandello, che sia facilmente raggiungibile, che dia anche la possibilità di visitare il territorio e infine che consenta di incrementare i posti auto a disposizione anche in previsione di un aumento del flusso turistico. I progettisti pensavano, a questo proposito, all’area tra la stazione e lo stabilimento moto Guzzi. Nello studio si ipotizza anche il simbolo, ovvero quello usato nella moto da competizione classe 500 del Mondiale: la 8 cilindri del 1954/57.

Ultimo aspetto della proposta, la definizione della forma architettonica: due torri di cinque piani fuori terra e da un corpo centrale di quattro, con i vari livelli collegati tra loro da rampe elicoidali. I materiali immaginati sono tutti tecnologici: principalmente acciaio e vetro, ad eccezione della struttura che sarebbe in cemento armato, mentre sulla copertura è pensato un giardino pensile usufruibile dal locale ristoro/bar dell’ultimo piano della torre sud, con una vista dall’alto sull’attuale fabbrica.
M.V.