Lecchesi all'estero/5: Lisa Licini, in Australia come ragazza alla pari, tra lavoretti, nuove amicizie e viaggi 'on the road'

Lisa Licini ha 21 anni, vive a Lecco, e attualmente sta studiando alla Facoltà di Mediazione Linguistica all’Università degli Studi d’Insubria, a Como. Ha vissuto un anno (2016-2017), come ragazza alla pari, a Tom Price, piccola cittadina in mezzo al deserto della regione del Pilbara, in Australia Occidentale.


Lisa Licini

Cosa ti ha spinta a diventare Au Pair?
Una volta finito il liceo non sapevo cosa volessi fare, pensavo fosse troppo presto per scegliere, avevo bisogno di pensare. Ho quindi deciso di prendermi un anno per riflettere. Alcune persone che conosco mi avevano raccontato con entusiasmo del periodo che avevano trascorso all’estero, allora mi sono detta: “Perché no? Magari potrei farlo anche io”. È stato strano, non è che ci abbia pensato molto, ho iniziato a guardare alcuni siti dedicati all’esperienza da ragazza alla pari, ho sfogliato i profili di alcune famiglie e ho trovato quella che faceva al caso mio. Ci ho parlato un po’ e poi ho deciso: “Oh Bella! Vado!”. È stato tutto molto veloce, una scelta rapida.

Come ti sei avvicinata a questo mondo?
Due ragazze che facevano scout con me e le mie sorellastre lo avevano fatto, a tutte e quattro era piaciuto un sacco, ne parlavano molto bene, e mi è sembrata un’esperienza molto interessante. Mi piaceva l’idea di poter partire, e ho quindi iniziato a guardarmi intorno. Loro mi hanno consigliato alcuni siti, che però alla fine non ho usato, erano praticamente tutti indirizzati verso l’America, e a me non interessava come destinazione. Volevo avere più scelta, anche in Europa. Così ho trovato un altro sito, “AuPairWorld” (agenzia online per il collocamento alla pari, dove famiglie e aspiranti au pair possono mettersi direttamente in contatto, senza intermediari), che dà più possibilità di scelta. Diventare au pair è facile con questo sito: realizzi il tuo profilo con la tua foto, compili una tabellina con alcune domande, e scrivi qualcosa su di te, tutto ovviamente in inglese; poi, in base al tuo profilo, inizia ad associarti ad alcune famiglie, alle quali potresti interessare.



Perché hai scelto proprio l’Australia?
Io volevo andare in un posto in cui parlassero inglese, perché volevo impararlo. Ma come alternativa volevo anche apprendere un’altra lingua, o il tedesco o lo spagnolo. Quindi, come opzioni, avevo messo Germania e Spagna, ma alla fine non mi accattivavano molto e ho deciso di rimanere più sull’inglese; Canada, ma c’erano poche famiglie; e Australia, che alla fine è stata la mia scelta. Mi sono arrivati dei messaggi da due famiglie del posto, e ho iniziato a pensare seriamente di partire. Una di queste mi piaceva un sacco, sia per le foto sia per quello che scrivevano, e mi hanno chiesto di fare una videochiamata. Dopo aver parlato con loro ho deciso di andare in Australia.

Perché hai scelto proprio quella famiglia?
Come già detto, mi piacevano tantissimo le loro foto, mi sono innamorata delle due bambine, mi sembravano super felici! Poi avevano avuto già delle ragazze alla pari, e quindi ero sicura che sapessero come comportarsi con me. Inoltre i genitori erano molto giovani, poco più di 30 anni, e questo mi piaceva molto, pensavo si potesse creare una relazione “alla pari”. Quando abbiamo fatto la chiamata c’erano anche le due figlie: sembravano molto contente, continuavano a parlarmi, ma io non capivo niente, si esprimevano in modo strano! Però sono stati molto gentili, scandivano le parole, cercavano di spiegarmi. Mi sono piaciuti subito, proprio a prima vista. Poi la madre era vestita da poliziotta: era appena tornata, in anticipo, dal lavoro, per poter fare la videochiamata con me!



Come è stato il primo giorno?
Il primo giorno sono atterrata a Perth, e ho dovuto passare la notte dalla madre della mia host mum (madre ospitante), perché la famiglia abita a due ore da lì, e il viaggio sarebbe stato troppo lungo. Così in aeroporto è venuta a prendermi lei, era molto giovane, e mi ha portata a casa sua. Io ero stanchissima, volevo solo dormire, ma mi ha voluta trascinare al supermercato! Siamo andate al centro commerciale, in macchina cercavamo di comunicare, lei mi chiedeva tante cose ma io non capivo molto, allora abbiamo deciso di non parlare più... La mattina dopo sono ripartita e finalmente sono arrivata, nel pomeriggio. Mi sono venuti a prendere il mio host dad (padre ospitante) e la bambina più grande, di 5-6 anni. All’inizio non sapevo cosa dire alla piccola, non sapevo come approcciarmi. Lei era molto timida ed emozionata e si metteva dietro le gambe del padre. Siamo saliti in macchina e, durante l’ultima ora di viaggio, ho ammirato il paesaggio più bello che abbia mai visto! In realtà non era niente di che: uno stradone dritto e immerso nel deserto. Ma era stupendo, e lì mi sono innamorata dell’Australia. Siamo andati a prendere la seconda bambina a scuola, di 3-4 anni, per poi arrivare finalmente a destinazione. Mi hanno mostrato la casa e la mia stanza e le piccole hanno voluto darmi una mano a disfare la valigia: “Ti aiuto io! Ti aiuto io!”. Hanno iniziato a toccare tutte le mie cose e a portarle ovunque, innervosendomi un po’, però alla fine è stato molto bello! Ho giocato un po’ con loro e dopo cena ho conosciuto la madre, molto carina.

Quali sono state le difficoltà iniziali?
In realtà non saprei, non ci sono state molte difficoltà. L’unica cosa è che io non avevo mai fatto prima la ragazza alla pari, ma la famiglia aveva dato per scontato che sapessi come muovermi, cosa fare. A molte cose ci sono dovuta arrivare da sola. Ma diciamo che è una cosa che ho notato un po’ dopo. Però loro sono stati bravi, alla fine non dovevo fare chissà che cosa. Mi sono abituata subito alla nuova situazione, e non ho avuto problemi nel distaccarmi dall’Italia e dai miei cari. L’unica difficoltà, forse, è che all’inizio ho fatto un po’ fatica a fare amicizia, anche se stare da sola non mi dispiaceva. Per i primi due mesi non ho visto molti ragazzi della mia età, erano tutti più grandi o bambini. Non mi dava fastidio, ma mi sarebbe forse piaciuto trovare subito qualcuno con cui stringere un legame. Poi ho scoperto che c’erano dei corsi di vario genere, tipo yoga, e frequentandoli ho conosciuto molte persone.



Come ti sei trovata con la famiglia? Sei ancora in contatto con loro?
Con la famiglia mi sono trovata bene, soprattutto con il padre, forse perché siamo più simili. E sì, sono ancora in contatto con loro, anche se non ci sentiamo tutti i giorni. Sono tornata a trovarli a marzo scorso, e sono stata a Tom Price per un po’ più di una settimana, vedevo le bambine ogni giorno. Mi ricordo che la host mum mi disse: “E’ incredibile come siano legate a te”

Di cosa ti occupavi? Raccontaci un po’ la tua giornata tipo.
In Australia l’anno scolastico inizia a gennaio, quindi fino a quel momento la mia giornata si svolgeva secondo un programma che in seguito ho dovuto modificare, perché inizialmente soltanto una bambina andava a scuola. Poi gli orari erano molto variabili perché la madre, essendo poliziotto, aveva turni diversi. Se lei lavorava la mattina io mi svegliavo alle 7.00, facevo colazione con le bambine per poi aiutarle a vestirsi e lavarsi, e preparavo la cartella mettendoci il pranzo. Una volta pronte, visto che avevamo ancora del tempo, giocavamo e ballavamo davanti alla televisione! Quando arrivava il momento le portavo a scuola, molto vicina a casa nostra. Tornavo e sistemavo un po’ la casa, ogni giorno avevo un lavoretto da fare: per esempio il lunedì pulivo il pavimento; il martedì i bagni o le camere ecc... E poi fino alle 14.00 potevo fare ciò che volevo, se i miei amici erano liberi uscivo con loro, altrimenti stavo a casa. Una volta finita la scuola andavo a prendere le bambine e le portavo a casa. Se avevano qualche attività da svolgere, tipo danza, le accompagnavo. Poi facevamo la merenda e giocavamo, andavamo anche al parco e in piscina. Ah, le aiutavo anche con i compiti ovviamente, la parte più pesante di tutte! Alle 17.00 preparavo la cena e poi, in base agli orari di arrivo dei genitori, potevo essere libera o addirittura metterle a letto a dormire. Il weekend di solito era libero, ma se per caso, o il sabato o la domenica, la madre doveva lavorare, tenevo ancora le bambine e poi avevo un giorno in settimana per me.



Lisa con l'amica Caitlin

Quali sono stati i momenti migliori del tuo soggiorno?
Ci sono stati tanti momenti belli. Per esempio il Natale, per me particolarissimo: prima di tutto non ero con la mia famiglia, poi non lo avevo mai vissuto con il caldo! Mi ricordo che le bambine si sono svegliate alle 5.30 per aprire i loro doni, e mi hanno buttata giù dal letto! Non mi aspettavo mi facessero dei regali, e invece ne ho ricevuti un sacco! Poi è arrivato il camion dei pompieri: praticamente passa per tutte le vie, tu ti devi far trovare in strada e loro ti danno le caramelle. Dopodiché siamo andati in piscina con gli amici della mia host family: lì si fa tutto tra amici perché le famiglie sono lontane. E’ stato molto bello, sicuramente non il solito Natale con la neve! Un altro bel momento è stato la Road Trip con due ragazzi italiani, uno dei quali già lo conoscevo. Abbiamo deciso di fare questo viaggio insieme attraverso tutta la West Coast, per nove giorni, un'avventura pazzesca. Quando sono diventata molto amica di una ragazza australiana, Caitlin, i momenti speciali sono aumentati: ci vedevamo tutti i giorni, ci divertivamo molto e mi insegnava tante cose di cui non ero a conoscenza. Bello è stato anche conoscere il mio attuale ragazzo, Tom: ero andata a una festa con Caitlin e c’era anche lui. Abbiamo parlato un po’, poi l’ho rivisto a una partita di touch rugby e mi ha chiesto il mio numero. Così è iniziato tutto! Indimenticabile anche il giorno del mio compleanno, quando io e Catilin abbiamo fatto sei ore di macchina per andare al mare, a Karratha, divertendoci moltissimo! Abbiamo passato più tempo in auto che sulla spiagga, ma è stato proprio bello. In serata, invece, la mia host family aveva organizzato una cena, dove avevano invitato anche altri miei amici. L’ultimo giorno del mio soggiorno, infine, c’era il ballo di un festival, a cui non ero mai andata. Era un evento a tema, non mi ricordo di preciso di quale periodo, ma era vintage, e c’erano tutti i miei amici. E’ stato molto emozionante perché non avrei più visto la maggior parte di quelle persone.

Ci sono stati momenti brutti?
Non saprei, non mi viene in mente niente di particolarmente “brutto”. Mi ricordo che una volta ho avuto uno screzio con la madre, ma in realtà non è successo niente di che. Io ero stata fuori tutto il giorno al Parco Nazionale, e il mio telefono non prendeva, e quindi non ero riuscita a dirle che non ci sarei stata a cena. L’ho avvisata solo poco prima e lei si è un po' offesa. Mi sono sentita in colpa ma comunque la cosa si è risolta subito! Direi che il momento peggiore è stato quello della mia partenza, sia dalla famiglia - con cui ho vissuto nove mesi, per poi trasferirmi per altri novanta giorni da Tom - che in generale dall’Australia. L’ultimo giorno, quello vero e proprio, è stato davvero un trauma, ho dovuto dire addio a tante persone.

Cosa hai fatto nei tre mesi in cui hai vissuto con Tom?
Mi sono trovata qualche lavoretto per potermi mantenere: nel weekend, solo alla mattina, ero impegnata in un campeggio dove sistemavo le camere; poi al giovedì, venerdì, sabato in un camioncino degli hamburger e piadine, dove mi divertivo tantissimo; poi, quando mi chiamavano, andavo in un altro truck di piadine, frullati e cose varie; e ogni tanto facevo la babysitter. Diciamo che non avevo un giorno libero!


Lisa con Tom

Che consigli daresti a chi vuole intraprendere questa avventura?
Secondo me cercare un po’ di dimenticarsi la propria vita in Italia, cioè di non pensare molto a cosa si faceva a casa, per immergersi al cento per cento in quell’esperienza. Io ho provato veramente a farlo. Importante, però, anche prestare attenzione a ciò che succede: alla prima cosa che sembra strana, non buona, che non funziona molto, è meglio cambiare famiglia. Un altro consiglio è quello di stare via il più a lungo possibile: solo così, secondo me, si può vivere al meglio questa avventura.

Cosa ti porti dietro da questa esperienza?
Un sacco di bei ricordi! Sicuramente le amicizie, le persone che ho conosciuto mi hanno cambiata tantissimo, e sono ancora in contatto con loro. Poi ho potuto aprire la mente, rendendomi conto di quanti altri punti di vista ci possono essere. Sono diventata più disinibita e ho conosciuto meglio me stessa. Grazie al rapporto con altre persone ho potuto notare tante caratteristiche della mia personalità alle quali magari prima non prestavo molta attenzione. Un’altra cosa che mi porto dietro è la voglia di scoprire altre realtà, di andare sempre in nuovi luoghi: adesso però mi pesa, perché ormai Lecco mi sta un po’ stretta.

Come ti sei trovata con la cultura del posto?
Con la cultura in realtà non ho avuto tante difficoltà. Sì, ci sono delle differenze con l’Italia, ma non marcate. Le cose che fanno sono molto semplici, nulla di complicato, ci si abitua subito. Però sicuramente è bello notare le diversità. Per fare un esempio banale, il modo di vivere la festa di Natale: in Italia sempre in famiglia; in Australia invece con gli amici. Anche il fatto che loro si vedono tantissimo dopo il lavoro mi è piaciuto molto, hanno sempre tempo per incontrarsi e stare insieme, ma proprio tutti i giorni! Non serve fare chissà che cosa, basta passare momenti in compagnia. Per quanto riguarda il cibo, non c’è una grande cultura, niente di tipico. Mangiano tanti alimenti “asiatici” e tanta carne, insomma niente di speciale: la cucina italiana mi mancava molto. Non posso dire di aver assaggiato qualcosa di davvero buono, se non il chicken parmi: in Australia dicono sia italiano, ma ovviamente non lo è! E’ una specie di petto di pollo impannato, con salsa piccante, formaggio, prosciutto e con sopra la salsa di pomodoro. Lo mangiavo sempre quando uscivo, anche se costava un capitale (20 dollari!). Ma lì il cibo costa parecchio!

Quali viaggi hai fatto?
Sono stata a Perth e a Fremantle, con la mia host family per tre settimane. Come ho già detto ho fatto un fantastico Road Trip da Tom Price a Perth, su tutta la West Coast. Poi con la mia amica, per il compleanno, siamo andate a Karratha, sul mare. Sono stata in Queensland con Tom, e lì abbiamo girato tanto, è stato molto bello!
Anna Tentori
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