Lecco: gli anziani e le donne in menopausa al centro di studi che passano dai dati raccolti in Cardiologia con il dr. Savonitto

Il dr. Stefano Savonitto
Solitamente le strutture ospedaliere balzano agli onori della cronaca per casi di malasanità (purtroppo) oppure, più felicemente, per attività particolari, di nicchia, all’avanguardia o ripetute per un numero di volte tale da trasformare la routine in prassi consolidata con cifre “da record” che portano lustro al reparto ed al suo personale. Difficilmente si parla di “dati” se non in riferimento alla “produttività” e dunque alla statistica. I “dati” che contraddistinguono la Cardiologia dell’ospedale Manzoni di Lecco sono altri. O meglio, non sono solo quelli legati al numero di pazienti ricoverati in capo ad un anno e agli interventi – elettivi o in urgenza – anche di un certo peso effettuati, per i quali la realtà lariana, diretta dal dottor Stefano Savonitto, comunque spicca. A dare ulteriore smalto alla struttura sono infatti i “dati” raccolti e messi a disposizione per la ricerca. “In tanti parlano, in pochi producono” in questo settore per dirla mutuando l’espressione del primario che, dall’inizio della sua carriera lavorativa, ha invece da sempre dedicato attenzione ed energie a tale aspetto, al Niguarda prima, durante la breve parentesi trascorsa a Reggio Emilia poi e a Lecco negli ultimi anni tanto che non sorprende nemmeno più saperlo, di tanto in tanto, in giro per il mondo, ad argomentare sui risultati ottenuti. La prossima lectio la terrà al Congresso europeo della società di Cardiologia in relazione ad uno studio recentemente portato a termine, all’interno del quale il “piccolo” Manzoni ha arruolato più pazienti di tutti gli altri centri coinvolti per arrivare a determinare la miglior terapia farmacologica antiaggregante per paziente con stent aortico (e un sacco di altre specifiche proprie del “medicalese”).
Gli anziani e le donne – soprattutto in età da menopausa – le due aree ancora oggi piuttosto orfane di studio nelle quali l’ASST di Lecco sta dando il proprio contributo. Nel primo settore il dottor Savonitto è parte di un pool di esperti che ha avviato una raccolta dati già dieci anni fa, con lo scopo di migliorare le strategie terapeutiche sugli over 65, dando un supporto di dimostrazione scientifica ai trend. Del resto, pur essendo la “categoria” poco studiata, il 40% degli infarti si verifica in over 75. Come trattarli? Come se si avesse a che fare con un adulto. Il Cardiologia, oggi, infatti, grazie anche all’introduzione di tecniche meno invasive come la “Tavi” che permette la sostituzione della valvola aortica passando dalla femorale, in maniera dunque percutanea, non parrebbero esserci più limiti d’età. La dimostrazione? La settimana scorsa è finito sotto i ferri a Lecco, per una angioplastica complessa, un 92enne della zona che… non riusciva più a zappare l’orto. L’anno scorso, addirittura, ad un ultranovantenne delle nostre valli sono stati applicati dei bypass, dimostrandosi poi “il migliore” in palestra per la riabilitazione. Spesso dunque i dati raccolti confermano scientificamente delle convinzioni basate su un substrato legato alla prassi, altre volte portano a smentire credenze in campo medico. Un esempio? Nei giorni scorsi è stato pubblicato uno studio che attesta come non vi sia correlazione tra la psoriasi e l’aumento della percentuale di casi d’infarto tra gli anziani.
“La medicina di genere adesso è tanto di moda ma anche sulle donne siamo in pochi a produrre dati” ha aggiunto, cambiando argomento, il dottor Savonitto. Ricordando come in tema d’infarto, l’estensione della malattia aumenta con l’età e le esponenti del gentil sesso hanno un vantaggio di 10 anni sugli uomini, il camice bianco ha spiegato come uno studio sul quale sta preparando un e-book abbia dimostrato come non vi sia correlazione tra l’età della menopausa e gli effetti della malattia cardiaca, pur non mettendo definitivamente una tomba sulle teorie che volevano la prescrizione della terapia ormonale sostitutiva non solo per evitare fratture ossee, secchezza vaginale, inestetismi della pelle o per questioni legate a problemi depressivi ma anche quale metodo di prevenzione in ambito cardiovascolare.
Tra registri, comparazioni tra dati raccolti tra centri di studio diversi, istogrammi e grafici di ogni tipo c’è ancora tanto da “ufficializzare” e la ricerca – è bello saperlo - passa anche tra i corridoi dell’ultima piano del presidio di via Eremo.
A.M.
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