Lecco perduta/126: le gimkane motociclistiche delle serate estive

Partecipanti alla gimkana GSG anni ‘60 del Novecento
Sono state una tradizione delle serate estive anni ’60 del Novecento le gimkane motociclistiche organizzate dal Gruppo Sportivo Giovanile sul campetto calcistico, sotto il campanile della basilica, all’oratorio San Luigi. Vi era la collaborazione tecnica del Moto Velo Club Lecco, in particolare di Attilio Arnaudo, provetto pilota vespista, dirigente del Vespa Club Lecco con il presidente Giancarlo Colombo e con l’attivissimo Cesare Pizzi, ma anche impegnato nel sodalizio motociclistico che aveva sede al bar Manzoni. Erano gli anni, per il Moto velo Club Lecco, della Ballabio-Piani Resinelli ed anche delle corse in circuito prima a Germanedo di Lecco, poi a Consonno, sopra Olginate, in quello che doveva divenire un nuovo villaggio giochi e vacanze. Erano gli anni del presidente Giorgio Zoboli, grande appassionato di moto, pilota in anni giovanili, del vice Giovanni Carissimi e di altri come l’ex pilota Miro Riva, che aveva partecipato anche alla classicissima di gran fondo Milano-Taranto.
    Le ore della vigilia della gimkana al San Luigi erano sempre inquiete per gli organizzatori: mancavano i birilli dello slalom, la campana da suonare al via, il pallone per centrare il canestro, la passerella dell’equilibrio, le bandierine per i segnalatori lungo il tracciato di eventuali errori.
    Gli anni della gimkana, si può leggere nell’opuscolo uscito nel 1967 per il ventennale del GSG, “sono trascorsi così, con il solito cliché di giovanissimi aspiranti centauri che prendevano parte con moto rombanti. Tutti sostenevano le doti miracolose del proprio motore, potenziato e lavorato con speciali segreti accorgimenti anche di manovra tra birilli, cerchi in bianco sul terreno, e passerelle quasi acrobatiche”.
    Si gareggiava in lotta contro il procedere inesorabile delle lancette dell’orologio e contro gli ostacoli disseminati lungo il percorso. Fra gli applausi degli spettatori per i vincitori e gli ultimi colpi di “manetta” dei centauri delusi, si chiudeva la serata della gimkana. I premi, coppe e medaglie, erano ricercati trofei da mostrare agli amici ed appassionati. Vi era, ovviamente, la delusione e l’amarezza di coloro che pensavano di essere quasi assi affermati, dopo aver fatto il fracassone nelle serate estive; restava allora la consolazione di una buona e rinfrescante granita presso il piccolo bar del signor Maitre, cooperatore emerito e benemerito dell’oratorio, che era in quell’edificio oggi fatiscente lungo via Parini, sul perimetro dell’oratorio che confina con la storica cappella dedicata alla Madonna Immacolata.
A.B.
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