Lecco: una mattinata con gli operatori agli sportelli dell'Ufficio passaporti

Suona il telefono. "Scusate, rispondo perché magari è qualcuno che ha bisogno di informazioni". Non è facile per l'operante intendersi con la donna dall'altro capo del telefono: è dell'Est, non si trova in provincia di Lecco ma qui ci sono il marito e il loro figlio più grande - già maggiorenne - che dovrebbe recarsi nel Paese d'origine per raggiungere e poi riportare in Italia il fratellino più piccolo. Vorrebbe delucidazioni sulla trafila da seguire e una volta compreso l'iter per ottenere il certificato desiderato, per ulteriore scrupolo, chiede anche il nome del suo interlocutore. "Nessun problema signora, sono al servizio del cittadino. Mi chiamo Ledda. Si, signora, chieda pure del signor Ledda. Mi trova qui. Buona giornata". Indossa la divisa estiva della Polizia di Stato ma per l'ispettore Giovanni Ledda, essere chiamato "signor" non è un problema.

Allo sportello, fianco a fianco di un giovane collega prestato all'Ufficio per concedere qualche giorno di stacco alla due agenti titolari, dà indicazioni ad un signor barbuto che fatica a raccapezzarsi con la necessità di prenotare, tanto più usando internet. Il nonnino non ha assolutamente idea di ciò che occorre portare per presentare la richiesta di ottenimento del passaporto e viene istruito passo dopo passo, con Ledda che evita però di parlare a macchinetta, non perdendo il tono cordiale e affabile, pur avendo ripetuto chissà quante volte nella propria carriera lavorativa queste informazioni. "Noi qui non possiamo, a terminale, accedere all'agenza delle prenotazioni on-line" ci spiega, puntualizzando però come tale servizio viene reso, gratuitamente, da diversi comuni e dalle stazioni carabinieri del territorio, a cui quindi possono rivolgersi gli utenti meno avvezzi a rapportarsi con il web. "Merate, vieni. Sono subito da te", così poi l'ispettore saluta il messo comunale del "capoluogo brianzolo" salito in quel di Lecco per ritirare una pila di passaporti già pronti. Un servizio, anche quest'altro, gratuito offerto da Calolzio, Barzanò, Cortenova Valsassina, Introbio, Parlasco, Pasturo, Primaluna e appunto Merate che evitare al singolo utente di tornare in Viale Leonardo da Vinci, recandosi invece più comodamente presso il proprio municipio, alleggerendo al contempo anche la fila agli sportelli della Questura.

Ha perso il precedente documento ormai anni fa e ha preparato tutto il necessario per averne uno nuovo la signora "servita" poi dall'ispettore, così come i giovani sposi al loro primo viaggio importante. Hanno prenotato online. La donna ha figli minori, allega dunque anche la carta d'identità firmata dal compagno, pronta ad esibirne anche una copia a colori, per scrupolo. Ledda le fa apporre la firma in un riquadro che poi scansiona. Idem per la foto tessera, risultata rispondente alle stringenti regole che vietano il ciuffo davanti agli occhi o il sorriso smaccato. Da ultimo il poliziotto chiede all'utente di appoggiare gli indici sul lettore per "catturare" le impronte. "Vengono acquisite esclusivamente per la formazione del chip inserito nel passaporto, non finiscono in altre banche dati" precisa il nostro Cicerone, ricordando come tale passaggio alle volte risulti difficoltoso per chi svolge professioni che "alterano" i polpastrelli, con muratori ma anche parrucchiere spesso costretti a sottoporsi a verifiche anche relative ad altre dita delle mani, fino a ottenere l'ok del sistema, con tanto di "cremina magica" pronta all'uso su uno scaffale dell'ufficio, per facilitare tale l'operazione. Da controllare c'è poi il versamento effettuato, da pinzare insieme alla marca da bollo. "A posto signora, torni tra 20 giorni". "Ah cavolo, io avevo intenzione di partire verso il 20 del mese" ribatte amareggiata la richiedente. "Vediamo un po', il 18 le può andare bene?". "Sarebbe perfetto". Ed ecco comparire, a penna rossa, sulla prima pagina della fascicoletto l'appunto "Entro il 18". E buone ferire alla cittadina.

Si susseguono poi dei ritiri e si aprono così le enormi cassettiere contenenti i documenti già pronti, ordinati per cognome e per sesso. Maschi da una parte, femmine dall'altro. Sono innumerevoli. In un armadio blindato sono conservati invece i pacchi, ritirati direttamente a Roma, di "libretti vergini", ancora da intestare. "Per qualche mese ancora ne abbiamo". E nel caveau sono anche conservati i passaporti di chi... ne ha due. Ci viene infatti spiegato che ci sono soggetti che, prevalentemente per ragioni di lavoro, necessitano di "alternare" l'uso di due "lasciapassare", magari perché intrattengono rapporti con Paesi politicamente in conflitto tra loro (Iran e Israele, per fare un esempio) o perché hanno bisogno, mentre già si trovano all'estero, di mandare avanti le pratiche per ottenere il visto da altro Stato.

"Guardi la accettiamo così cartacea ma la prossima volta può utilizzare il servizio online": questa la risposta data dall'agente allo sportello 2 allo zio che deve espatriare con il nipote minore, recatosi appositamente in Questura per depositare l'istanza, passaggio che avrebbe potuto compiere comodamente da casa, senza attendere in fila. "Le richieste di affido ora possono essere compilate online. Mandiamo un messaggio quando prendiamo in carico la pratica e quando poi il documento è pronto gli utenti vengono, ci portano la loro copia cartacea e lo ritirano, senza bisogno di venire due volte" argomenta Ledda, mostrandoci come stia ricevendo via web le istanze dei genitori di un'intera classe di scolaretti che, alla ripresa delle lezioni, andrà qualche giorno nel Regno Unito. E sempre dalla posta elettronica ci mostra la "corrispondenza" con l'estero, con le richieste ricevute da ambasciate e consolati relativi a lecchesi in giro per il globo. Il mappamondo esposto tanto nella sala d'attesa quanto nell'Ufficio passaporti, sembra davvero piccolissimo in confronti ai "giri" che ogni giorno compiono gli agenti preposti, concedendo con il loro lavoro la possibilità a uomini e donne di spiccare il volo.
A.M.
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