Lecco: nonostante le difficoltà strutturali riapre il 17 il rifugio notturno per homeless della Caritas. Novità: le cene 'in città'

Il rifugio notturno per senzatetto della Caritas aprirà anche questo inverno, dal 17 novembre al 31 marzo, nei locali di via San Nicolò 7 a Lecco, a due passi dalla Basilica.
Proprio ieri sera si è svolta la prima riunione organizzativa per i volontari che si occuperanno dell'accoglienza degli ospiti, offrendo una bevanda calda per ristorarsi, docce dove potersi lavare e un letto dove poter passare le gelide notti invernali.
Con una novità rispetto al passato: quest'anno alcune associazioni offriranno un pasto anche la sera. In particolare si sono già impegnati in questo senso, oltre alle varie parrocchie lecchesi, l'istituto Don Guanella, le suore di Olate, due gruppi di famiglie e anche i giovani dell'oratorio dei Cappuccini che organizzeranno per i senza tetto una cena comunitaria una volta al mese.
"In questo modo vogliamo coinvolgere maggiormente il territorio: far conoscere gli ospiti alla città e far conoscere la città agli ospiti - ha spiegato don Ettore Dubini, responsabile della Caritas zonale - Attraverso queste cene al di fuori del dormitorio, vogliamo che i lecchesi si rendano conto della presenza di queste persone, che non devono essere relegate per quattro mesi nel nostro rifugio".

Don Ettore Dubini e Danila Bianchini

Come sempre i volontari rappresenteranno una risorsa importante: dalle 20 alle 23 aiuteranno i due custodi, Paolo e Giuseppe, ad accogliere gli ospiti, a gestire le piccole incombenze quotidiane, le piccole e grandi difficoltà di queste persone fragili, ascoltando i loro problemi, le loro storie, trasmettendo il delicato contatto umano non giudicante di cui hanno profondamente bisogno.
"Sono fiducioso che la Provvidenza ci assisterà e che tutto si concluderà nel migliore dei modi anche quest'anno" ha continuato don Ettore, che non ha nascosto però alcune criticità del rifugio di via San Nicolò, dove mancano gli spazi anche per alcuni servizi essenziali.
Manca ad esempio una sala comune, dove poter mettere una televisione e un computer, manca un locale lavanderia con un'asciugatrice per lavare e far sgocciolare i vestiti bagnati. Anche le docce e i bagni non sono sufficienti e si trovano per di più in un'ala distaccata dal dormitorio, scomoda da raggiungere e da gestire.

I presenti alla serata per volontari

"Sono servizi essenziali, presenti in tutti i rifui gestiti dalla Caritas anche a Milano, di cui avrebbero bisogno i nostri ospiti - ha spiegato il sacerdote - Ma qui abbiamo a mala pena spazi sufficienti per dormire e non riusciamo proprio a trovare il modo di creare uno spazio lavanderia. Il rifugio che abbiamo a disposizione è troppo piccolo e ha limiti di spazio che ci impediscono di migliorarlo come vorremmo".
Purtroppo anche gli scorsi anni la richiesta di spazi più ampi fatta all'amministrazione comunale e a tutte le realtà sociali lecchesi era caduta nel vuoto.
E il progetto di costruire un nuovo rifugio, con tutte le caratteristiche necessarie, sembra ancora in alto mare: "è da quando sono arrivato che ne sento parlare ma, per il momento, credo proprio che farò in tempo ad andare in pensione prima di vederlo realizzato" ha commentato piuttosto sconsolato Don Ettore.
Nonostante queste criticità, i volontari e la Caritas si stanno comunque preparando per gestire al meglio anche quest'anno l'accoglienza ai senza tetto. Un impegno non da poco: sono circa 30 gli ospiti che possono alloggiare ogni sera al rifugio. Persone fragili, senza punti di riferimento, abituati a non pensare al domani: basta poco, una piccolezza, per generare tensioni e turbamenti.
Per questo è fondamentale il contatto umano dei volontari, che aiutano a mantenere un clima di serenità nel gruppo.
In questi giorni lo sportello di ascolto della Caritas, coordinato da Danila Bianchini, ha iniziato i colloqui con tutti i senzatetto e le persone disagiate che vivono, o sopravvivono,  sul territorio.

Il rifugio

"Nei nostri colloqui valutiamo se per certe persone non esistano progetti migliori alla semplice permanenza in rifugio. Dobbiamo stimolare queste persone a trovare un'alternativa, facendo capire loro che è possibile trovare un appoggio per farcela. Alcuni soggetti sono entrati infatti in una logica di abbandono e diventa difficile aiutarli" ha spiegato ancora il sacerdote della Caritas.
Continuano intanto i preparativi e le riunioni per i volontari, sia i nuovi che cominceranno quest'anno, sia i tanti che hanno già avuto esperienza in passato.
Loro si occuperanno dell'accoglienza e della gestione dal rifugio dalle 20 alle 23. Ancora da stabilire se potranno fermarsi anche nelle ore notturne, che potrebbero essere seguite solo dai due custodi Paolo e Giuseppe: "generalmente nei rifugi i volontari non si fermano la notte. Quella di passarla con gli ospiti è una nostra bella abitudine, ma valuteremo più avanti se occorrerà anche quest'anno, a seconda del numero e della tipologia degli ospiti".
Chiunque voglia mettere a disposizione qualche ora del proprio tempo serale può contattare la Caritas di Lecco al numero: 0341363473
Paolo Valsecchi
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