Sulla fusione di Acel e Lario Reti Gas in Acsm-Agam, Canzi: operazione necessaria per non finire ai margini del mercato. La gestione dell'acqua di LRH è e resterà sempre pubblica

Il percorso è stato lungo, complesso e a tratti anche contrastato.
Ma alla fine l'operazione di aggregazione del comparto gas detenuto da Lario Reti Holding si può ritenere ormai perfezionata.
E ai primi di luglio opererà il nuovo soggetto, frutto dell'aggregazione di diverse aziende del gas provinciali in Acsm-Agam società controllata da A2A e quotata alla borsa di Milano. Con il dr. Marco Canzi abbiamo già affrontato in altre occasioni ragioni e modalità di questa complessa operazione. Ora vediamo con lui l'esito e le prospettive. Marco Canzi è membro del CdA di Lario Reti Holding il cui presidente è il dr. Lelio Cavallier.
LRH, come noto, è il gestore unico provinciale del servizio idrico integrato e, a sua volta, la società è controllata da 70 comuni lecchesi e da 17 comaschi.


Il dr. Marco Canzi
Acel Service Srl e Lario Reti Gas fuse in Acsm-Agam: operazione conclusa?
Sostanzialmente sì: le assemblee straordinarie di tutte le società coinvolte si sono già tenute, iI prossimo 2 luglio ci sarà l'assemblea per la nomina del nuovo cda di Acsm e pochi giorni dopo si stipulerà l'atto di fusione, dopodiché il nuovo gruppo sarà una realtà concreta. E' prevista una "coda" sul finire d'anno per via dell'Opa (offerta pubblico acquisto) che sarà necessario lanciare. Nella sostanza A2A e LRH si offriranno di acquistare le azioni dei piccoli  azionisti non coinvolti nel patto parasociale per poi rimetterle sul mercato quanto prima, in modo da mantenere le quotazioni e senza alterare le quote stabilite.


Lario Reti Holding che quota detiene della nuova società?
LRH col 23,05% è il secondo socio dopo A2A, che ha il 38,91% e il primo tra quelli pubblici, ovvero i Comuni di Monza (10,53%), Como (9,61%), Sondrio (3,3%) e Varese (1,29%).


Cambierà qualcosa per gli utenti delle due ex società lecchesi?
Tutti i clienti di Acel manterranno le loro attuali condizioni e gli sportelli rimarranno dove sono. Verranno invece potenziate le offerte nel segmento dell'efficientamento energetico degli edifici e, per i clienti industriali e terziari, della cogenerazione. Lario Reti Gas rimane il gestore delle reti di distribuzione del gas del nord della provincia e del comune di Merate nel sud, sino a che si terranno le gare d'ambito, alle quali ovviamente si parteciperà per vincere.



Si è parlato molto del "tesoretto" di circa 22,5 milioni in pancia alle aziende locali. E' rimasto nella disponibilità della Holding o ha seguito il conferimento nell'operazione di fusione? E in caso sia rimasto come sarà suddiviso tra i comuni soci?
Per esplicita scelta le disponibilità liquide di Acel, pari a 20,2 milioni  - di cui 18,7 di competenza di LRH (la rimanenza spetta ad Ausm e Aevv, gli altri soci di Acel), non sono state conferite nella multi-utility, mentre quelle di LRG sì. Come Cda abbiamo proposto che questi soldi venissero almeno in parte destinati al finanziamento pluriennale di progetti di innovazione e/o iniziative territoriali di particolare rilevanza, che magari potessero godere di benefici fiscali, come il credito d'imposta per ricerca e sviluppo o l'art-bonus, con l'idea di farne un volano per lo sviluppo del nostro territorio. I sindaci hanno condiviso questo stimolo e - sia pur destinando la parte più cospicua ad un maxi dividendo che verrà erogato ai comuni nei prossimi tre anni - circa 4,5 milioni di euro sono rimasti a disposizione per i fini di cui sopra. Un risultato importantissimo, che non ha uguali nel passato della nostra provincia.


Si è detto che con una posizione finanziaria netta negativa per 78,2 milioni delle società aggreganti e aggregate a rimetterci sono le lecchesi che invece avevano una PFN positiva per quasi 17 milioni per Acel Service e quasi 6 per Lario reti Gas, il famoso tesoretto". Corrisponde al vero?

Nel calcolo dei concambi la PFN negativa di Acsm è stata sottratta al valore degli apporti dei rispettivi soci (A2A, Como e Monza) mentre quella positiva di LRG (non quella di Acel che come dicevamo è stata tenuta in LRH) è stata aggiunta al valore delle nostre partecipate: è anche per questo che la nostra quota ha raggiunto il 23,05% del capitale. Ciò premesso quando si parla di debiti finanziari delle aziende quello che conta non è tanto il valore assoluto quanto la loro sostenibilità, sintetizzata dall'indice PFN/ebitda (cioè debiti diviso margine operativo lordo, una approssimazione del flusso di cassa annuale), che nel caso del nuovo gruppo è pari a 1. Considerando che nel settore delle utility si ritengono normali valori di 2,5-3 volte, si capisce che il tema indebitamento non esiste, anzi ci sono ampi margini per ricorrere alla leva finanziaria per spingere gli investimenti sul territorio, che sono poi il vero motivo per cui questa operazione è stata fatta.


Le azioni della società aggregante ACSM-AGAM sono quotate, quindi il valore delle partecipazioni è fluttuante in base agli andamenti di borsa. Una eventuale perdita di gestione può essere scaricata pro quota sui soci e da questi, nel caso di Lario reti Holding, sui comuni?
Considerando che il patrimonio netto di LRH è pari a circa 69 milioni e le partecipazioni sono iscritte a bilancio per circa 33 milioni, anche qualora - per assurdo - il valore del titolo in borsa si azzerasse, il patrimonio rimarrebbe capiente e sui Comuni soci di LRH non si avrebbe alcuna ripercussione. Anche dal punto di vista della liquidità non ci sarebbero problemi, in quanto ci siamo premurati di rendere il servizio idrico finanziariamente autonomo dalla cassa del gruppo già a fine 2017. Quello che invece può influire sui Comuni sono i risultati economici del nuovo gruppo, che dovrà generare utili per poter continuare ad erogare dividendi, come è stato per Acel e LRG sino ad oggi. Peraltro questo aspetto è contemplato nel piano industriale, che prevede utili in crescita.


Lecco d'accordo, Merate contraria all'unanimità all'operazione. Come se lo spiega?
Penso che - di fondo - il voto contrario sia da ascrivere più alla mancata condivisione della distribuzione del maxi dividendo, che Merate avrebbe preferito fare dopo la fusione con Idrolario, che ai contenuti dell'operazione in senso stretto, ai cui caratteri industriali e strategici il Comune di Merate aveva guardato inizialmente con spirito positivo. Su tutto poi si è abbattuta la vicenda della riservatezza dei documenti che ha fornito la giustificazione per il voto contrario, saldando maggioranza e opposizione del consiglio comunale. Vicenda quest'ultima davvero paradossale, in quanto nessuno si era mai sognato di vietare ai Consiglieri comunali di accedere alla versione completa dei documenti dell'operazione, si ero solo chiesto loro di impegnarsi a non divulgare quelli che potevano avere un effetto sulle quotazioni di borsa. Ma tant'è: la cosa è passata come oltraggio alla democrazia.


Davvero non si poteva continuare a gestire in proprio le due aziende che, grazie anche a una imponente campagna promozionale, avevano acquisito ampie fette di mercato?
Proprio in questi giorni i media sono pieni di pubblicità di operatori energetici che propongono di passare con loro anticipando la fine del regime di maggior tutela della fornitura gas. Nella distribuzione del gas F2i ha sfidato A2A nella maxi gara del comune di Milano. Sono solo due esempi concreti di come lo status quo non si sarebbe potuto mantenere a lungo. E allora quello che sarebbe successo è che invece di negoziare una partnership con pari dignità e con ottimi risultati come abbiamo fatto oggi, ne avremmo dovuta accettare una domani in condizioni peggiori.


Lecco continuerà a gestire il polo della vendita di energia e gas di tutto il gruppo.

Esatto, gli uomini che hanno gestito Acel sino ad ora guideranno il settore della vendita energia e gas dell'intero nuovo gruppo, la cui sede sarà proprio a Lecco. Un risultato niente affatto scontato e davvero lusinghiero, che riconosce il valore delle persone e del nostro "sistema" e ci consegna una sfida importante, in quanto gli obiettivi sono ambiziosi e la concorrenza sarà durissima!


C'è qualche rischio che qualcuno impugni le delibere di fusione chiedendo l'invalidazione dell'intera operazione?
L'operazione, che ha già superato il vaglio della CONSOB e dell'Antitrust, è una fusione a sei in una quotata con maggioranza pubblica! E' quindi molto articolata e per certi versi innovativa, tanto che si pensa possa costituire un riferimento per altre aggregazioni nei servizi pubblici locali.  Il processo decisionale dei soci pubblici è stato ampio, trasversale dal punto di vista politico ed ha ampiamente coinvolto i consigli comunali. Francamente non vedo per quale motivo e su quali presupposti si dovrebbero impugnare le delibere, ma l'Italia è un paese strano, quindi ... staremo a vedere.


Qual è ora il futuro di Lario reti Holding?
LRH continuerà a gestire il servizio idrico integrato, dove le sfide non mancano. La società sta andando a regime in quanto a volume di investimenti che è in grado di generare ogni anno (24 milioni quelli previsti per il 2018) e se il primo ciclo è stato finanziato con i 27,5 milioni di finanziamento con Bancaintesa attivati in sede di affidamento, ora stiamo attrezzandoci per finanziare la seconda tranches di almeno 50 milioni, probabilmente attraverso la Bei. In una fase di tariffe stabili, come è quella che stiamo vivendo dopo gli aumenti spesso criticati ma indispensabili dei primi anni, per sostenere gli investimenti sarà indispensabile ottimizzare e ridurre i costi operativi, penso all'energia elettrica in particolare ma anche al costo degli smaltimenti dei fanghi da depurazione. Su questo fronte i progetti di ricerca e sviluppo saranno di fondamentale importanza. C'è infine ancora molto da fare dal punto di vista organizzativo per passare da una realtà aziendale i cui punti di forza sono una solida base tecnica e un ottimo radicamento territoriale, ad una proiettata nel futuro i cui pilastri siano l'avere il cliente/cittadino al centro del servizio da un lato e l'innovazione costante - direi sistemica - dall'altro.


Può affermare con certezza che LRH è e resterà sempre al 100% controllata dai comuni, quindi col controllo analogo?
Assolutamente sì. Credo che il sistema creato in fase di affidamento, e per il quale rivendico qualche merito - chiaramente condiviso con i tanti altri che ci hanno lavorato -  stia funzionando a dovere. In termini più generali il modello dell'affidamento in house è quello largamente prevalente in Lombardia, con ottimi risultati vedasi, oltre a LRH, i casi di CapHolding, Brianza Acque e delle altre realtà riunite in Water Alliance. Infine anche a livello politico nazionale non intravedo minacce anzi, l'apposito capitolo del programma Lega-M5S conferma proprio la gestione pubblica dell'acqua! Certo nel nostro caso siamo approdati all'in-house non tanto e non solo per motivi ideologici ma piuttosto sulla base della consapevolezza che l'idrico era ed è un servizio strategico che, grazie al lavoro di chi prima di noi ha pensato di industrializzarne la gestione, le nostre aziende pubbliche sono in grado di sviluppare.
Claudio Brambilla
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