Lecco: 'svelate' le targhe apposte dove un tempo sorgevano due ospedali militari

Questa mattina sono state inaugurate due targhe in memoria degli ex-ospedali militari del nostro territorio, situati in quelli che sono oggi diventati l'I.I.S. Badoni e il polo scolastico di Via Ghislanzoni, che ospita la Scuola Materna Damiano Chiesa, la Scuola Media Stoppani e parte del Liceo Manzoni.

Al centro il Prefetto Liliana Baccari

La celebrazione, organizzata dalla Prefettura insieme al Comune, le scuole e le associazioni d'arme, fa parte del progetto culturale di celebrazioni per il centenario della fine della prima guerra mondiale. Le due targhe sono state realizzate con l'aiuto del gruppo alpini Lecco e rendono omaggio alle vittime, ma anche ai medici e i militari che hanno attraversato gli stessi corridoi visitati oggi ogni giorno da centinaia di studenti, in periodi più bui e duri per il nostro Paese.

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Al Badoni sono intervenuti dopo il preside Angelo De Battista, Sua Eccellenza il prefetto Liliana Baccari, il delegato alla Cultura di Villa Locatelli Luigi Comi, il presidente dell'Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra (ANMIG) Giovanni Mauri e due ragazzi frequentanti il quinto anno dell'istituto, che hanno parlato della loro lettura del libro "Il capitano l'è ferito, appunti per una storia degli ospedali militari a Lecco", di Angelo Faccinetto, figlio del compianto Giuseppe.
La targa è stata svelata dal reduce, Medaglia d'Onore dal 2009, Sig. Domenico Vassena, classe 1924 di Malgrate.

La targa apposta al Badoni

In Via Ghisalnzoni, invece, si sono susseguiti al microfono il preside del Liceo Manzoni il Professor Giovanni Rossi, il Sindaco di Lecco Virginio Brivio, il Direttore dei Servizi e delle Attività Museali del Comune Mauro Rossetto, l'Ispettrice della Croce Rossa Italiana Marina Sangalli, una maturanda che ha letto un estratto dal libro di Faccinetto e alcuni ragazzi della Scuola Secondaria di I grado Grossi.
A "battezzare" la seconda targa è stata la segretaria storica dell'ANMIG, Ernesta Costa, ringraziata dalle varie rappresentanze presenti per i suoi oltre 35 anni di servizio per l'associazione ed il suo duro lavoro.

La targa posizionata in via Ghislanzoni

Tutti gli oratori che si sono succeduti hanno cercato di spiegare l'importanza della commemorazione. Rossetto ha osservato come la scelta di una targa, un tipo di "celebrazione demodé, nell'epoca della comunicazione ultra-veloce", sia rappresentativa dell'imperitura memoria che si vuole saldamente far aderire agli edifici pubblici che si fanno così "museo esteso" per le persone.
I presidi, entrambi figli del secondo dopo-guerra, hanno voluto sottolineare l'importanza che deve avere nel processo educativo e di crescita che affrontano i ragazzi l'avvicinamento alla storia, che si è fatta anche sul nostro territorio, per meglio far loro comprendere le tragedie che hanno passato i nostri nonni e bisnonni e i successi che la democrazia e la pace ci hanno portato e forse ora danno per scontati.

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Gli studenti, dopo aver analizzato il libro di Faccinetto, si sono detti tutti impressionati dallo scoprire come le loro scuole ospitassero ospedali nei due conflitti mondiali e sono stati colpiti dalle storie che hanno letto, tra cui quella di Giulio Riva, alpino accecato e reso disabile dalle schegge di una mina che lo ha ferito prima della sua deportazione, che dopo la guerra ha fondato un'associazione per l'aiuto dei non vedenti, venendo premiato per i suoi sforzi civili.

L'Ispettrice della CRI Marina Sangalli ha voluto soffermarsi sulla storia di questi ospedali e delle donne che hanno contribuito a salvare tante vite, le crocerossine: Maria Campanari, Laura e Francesca Scotti, Lucia Mazzoleni, Luisa Azzoni, Lauretta Dell'Oro, Lina Margi, Lina Grasselli, Giuseppina Badoni, Trini Scola, Maria Odobez, Gerosa Battezzaghi, Angela Ongania, Maria Fiocchi, Maria Isella e Maria Castelletti.
I rappresentanti del comune e della provincia, infine, hanno parlato dell'importanza per il territorio della memoria storica e delle ragioni che hanno portato all'apposizione di queste targhe. Il Sindaco Brivio e Sua Eccellenza il Prefetto Baccari hanno voluto ricordare e riaffermare lo sforzo e l'umanità che sono costati ai nostri concittadini per poter aiutare e salvare più persone possibili durante i periodi più difficili del '900. Quando l'ospedale Manzoni da solo non ha potuto rispondere all'arrivo dei feriti di guerra, i lecchesi si sono attivati due volte per poter aiutare e assistere più feriti e sollevarli dal dolore infinito che affliggeva loro e il Paese, con la volontà, l'umanità e la fermezza che ci hanno portato fuori dai due conflitti mondiali.  
R.A.G.
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