Lecco, Silea 'a rapporto' in Commissione: luci e ombre della raccolta rifiuti in città

Nel rispetto dei patti presi tra il Comune di Lecco e Silea in occasione della stipula del nuovo contratto che ha introdotto diverse novità nel servizio di raccolta e gestione dei rifiuti in provincia di Lecco - tra cui l’aumento della Tari per i cittadini lecchesi -, ieri sera in occasione della riunione della Commissione consiliare quinta sono intervenuti Marco Peverelli e Beniamino Bianco - rispettivamente direttore generale e responsabile commerciale di Silea - per presentare un report sui primi mesi del servizio.

Da gennaio il livello di raccolta differenziata nel territorio è rimasto sostanzialmente invariato con qualche piccola modifica: “Il rifiuto secco, la carta e il cartone fondamentalmente si equivalgono - ha spiegato Peverelli -, anche il vetro è in linea con la media dello scorso anno, gli scarti vegetali sono in leggera diminuzione, mentre la frazione organica è in netto aumento con un più nove per cento. Da gennaio il sistema di controllo è stato più rigoroso e sembra che la gente stia gestendo meglio la raccolta differenziata anche se i rifiuti sono aumentati, perché anche il residuale è aumentato”.


Passati brevemente in rassegna anche i “destini” dei vari rifiuti: la carta viene mandata ad una piattaforma dedicata per la pulizia e poi in cartiera, il sacco viola nell’impianto di Seruso, il sacco trasparente è conferito all’inceneritore così come i rifiuti ingombranti, la frazione organica all’impianto di Annone, il vetro e il legno in impianti autorizzati mentre gli scarti vegetali in parte ad Annone e in parte in impianti terzi. Per illustrare gli aspetti più operativi della relazione è stata passata la parola a Bianco: “Nei mesi di febbraio, marzo e aprile non abbiamo raccolto sacchi viola che contenevano carta. Sembrava una guerra, ma oggi ci siamo stabilizzati, anche se troviamo ancora dei sacchi non conformi. Ogni tanto anche gli operatori sbagliano nella segnalazione, ma noi nel viola troviamo di tutto: pannolini, sigarette, stracci, segatura. Se il sacco non è a posto dobbiamo lasciarlo lì, altrimenti rischiamo di pagare 90/100mila euro al mese di multa e non guadagneremmo nulla”.

Dal primo gennaio sono stati 943 i contatti dei lecchesi con Silea - 859 telefonate e 84 messaggi tramite l’app - e sono stati aperti 828 ticket, la maggior parte per la mancata raccolta del sacco. Le zone di maggior criticità rispetto “all’abbandono di sacchi” sono il Bione, Malavedo nella zona dell’ex ferramenta, l’area - privata - fuori dal bar Express in stazione, via don Luigi Monza, via Tonale e via Bezzecca attorno ai rispettivi cassonetti della Caritas, il Vicolo della Torre in centro città, via Quarto nei pressi della pensilina, l’angolo tra via Varese e via dell’Isola e la zona delle case Aler in via Monsigor Polvara. “Qui troviamo sacchi non conformi, alcuni dei quali neri, che non dovremmo portare via ma etichettare - continua Bianco -. In queste aree puntualmente rimangono lì e dopo qualche giorno, quando sono diventati rifiuti abbandonati, li dobbiamo portare via e conferire all’inceneritore. La soluzione sarebbe quella di tornare ad aprirli: nell’80 per cento dei casi è possibile rintracciare il proprietario e notificargli la multa”.

Rispetto invece allo spazzamento delle strade le vie più problematiche della città sono viale Turati, via Caprera, viale Dante e le aree di parcheggio: in queste zone, in particolare, non vengono spostate le auto quando è prevista la pulizia della strada, impedendo di fatto che il lavoro venga svolto. La situazione era migliorata lo scorso anno quando è stata adottata per un paio di mese la “linea dura” con multe e rimozioni forzate, ma quando la Polizia locale ha allentato la presa sono tornate le irregolarità. “Del resto - ha commentato l’assessore all’Ambiente Ezio Venturini - la città non può rinunciare alla pattuglia di vigili ogni volta che c’è da fare la pulizia della strada, perché le risorse umane sono molto limitate”. La soluzione proposta dagli esperti di Silea è quella di insistere con i cartelli fissi che indichino il giorno e l’ora in cui l’auto non va posteggiata. Anche il problema dei cestini, per come è stato dipinto, dipende più dall’educazione della gente che dalla qualità del servizio: gli operatori sono aumentati di 6 unità fino a 17, ma i cestini sono sempre pieni, “troviamo dentro l’umido e i sacchetti della pattumiera domestici, dovremmo iniziare a mettere i microchip che registrano quando i cestini vengono svuotati e quando si riempiono” ha suggerito ancora Bianco. Anche la situazione dei parchi pubblici non è rosea: i più difficili da gestire sotto il profilo dell’ordine e della pulizia sono quelli di Villa Gomes e della biblioteca, nonché il parchetto di Rancio, quello in via Crollalanza e quello in via Baruffaldi.


Diversi gli interrogativi ma anche i consigli portati dai commissari: Gianluca Corti di Appello per Lecco ha criticato la carenza delle informazioni diffuse in occasione dell’introduzione del bidone giallo, ma ha anche invitato la società a fare più multe, perché “solo toccando la gente sui soldi si ottengono risultati”. Secondo il leghista Stefano Parolari, invece, gli aspetti più problematici della raccolta differenziata stanno a monte, nel sistema dei consorzi, che pur essendo soggetti privati che prendono il contributo delle aziende come nel caso del Conai, “fanno pesare sui cittadini il costo della raccolta differenziata”. Molte le questioni poste ai rappresentanti di Silea da parte di Massimo Riva del M5s: “Il valore della carta ad oggi è praticamente nullo, che impatto avrà questo sui bilanci di Silea e sulle future Tari? Come vengono gestite le giacenze, ad esempio della plastica che rappresenta un grosso problema? Per quanto riguarda Seruso, intendiamo perseguire il modello di gestione circolare o si è intenzionati a cederlo e a far subentrate il privato? Le fototrappole di cui sentiamo parlare da due anni ci sono? Sul sacco trasparente si eseguono indagini merceologiche per capire se c’è margine per aumentare la raccolta differenziata? Il mercato dei rifiuti ospedalieri come si sta evolvendo? Rispetto alla frazione organica: ci sono eccedenze destinate al forno o tutto è piazzato ad Annone?”.

Alberto Anghileri (Sinistra) ha sottolineato invece come dai camioncini per la raccolta della carta e dal cartone spesso "voli" via parte del materiale ritirato e ha fatto la proposta di predisporre per ogni famiglia un calendario con l’indicazione di quale rifiuto viene ritirato per ogni giorno dell’anno. Anche l’ex borgomastro Lorenzo Bodega ha fatto una notare un limite nella raccolta da parte degli operatori i quali spesso “sbattono giù il secchiello dell’umido che poi si rompe o si perde”, evidenziando però anche quelli che a suo giudizio sono degli aspetti positivi: “Il territorio sta crescendo e questo andrebbe evidenziato. Le criticità ci sono, ma penso che sia meglio lasciare un sacco non conforme vicino ad un cassonetto o ad un cestino piuttosto che lanciarlo nel bosco”.

Infine anche Dario Spreafico di Vivere Lecco ha voluto porre qualche domanda sui rifiuti vegetali, sostenendo che quando “vengono conferiti con l’umido gli operatori si lamentano” - un errore dell’azienda secondo Peverelli - e sui rifiuti Rae (quelli elettronici) chiedendo perché almeno una parte di essi non possano venire conferiti in discarica al posto che essere ritirati su appuntamento. Ha poi lamentato che “lasciare i sacchi viola in strada è poco decoroso, i cittadini cosa devono fare quando non riescono a passare sui marciapiedi perché ci sono i sacchi con l’etichetta gialla?”. Per concludere, ha segnalato che nei rioni lo spazzamento strade lascia a desiderare “perché non passano mai”.

Marco Peverelli ha cercato di rispondere alle molte questioni poste, precisando innanzitutto che “lo smaltimento del sacco trasparente costa 116 euro, mentre quello viola 55, di conseguenza se noi troviamo un sacco viola non conforme lo dobbiamo lasciare lì, se poi viene ritirato e rifatto nessun problema, altrimenti il Comune dovrebbe decidersi a dare le multe”. È poi passato a questioni più generali cercando di dare conto a quanto chiesto da Parolari e Riva: “Rispetto allo smaltimento della plastica, il vero problema è che si è fermato il mercato cinese delle importazioni di plastica e imballaggi e questo ha messo in crisi l’intera Europa: va di moda parlare di ‘economia circolare’ ma bisognerebbe ragionare in termini di materiali. Silea ha previsto 400mila euro di mancato ricavo, che non incide sul cittadino ma è un importo considerevole. Il problema dei magazzini che scoppiano per la plastica c’è, il Ministero ha infatti mandato una circolare in cui obbliga gli inceneritori a smaltire almeno il dieci per cento della plastica e degli imballaggi. Per quanto riguarda il mercato della carta prevediamo che riparta, ma il nodo è che in Italia ci sono poche cartiere in grado di gestire la carta da macero: noi siamo riusciti a collocarla, andando via alla pari, quanto meno non perdiamo dei soldi. Per quanto riguarda Seruso abbiamo un Cda sovrano, certo è un impianto che non ha fatto alcuni interventi e questo potrebbe creare problemi, ma non c’è nessuna intenzione di vendere perché non avrebbe senso, il forno è complementare alla raccolta differenziata. Le analisi merceologiche del sacco trasparente sono eseguite dal Conai stagionalmente, mentre il mercato dei rifiuti ospedalieri è risalito leggermente: noi prevediamo di trattarne circa 8mila tonnellate come l’anno scorso; il rifiuto organico per legge non può essere bruciato e quello che raccogliamo noi viene mandato tutto ad Annone. C’è una questione legata al fatto che fino allo scorso anno per produrre un compost utilizzabile in agricoltura serviva un rapporto tra verde e organico di 30/70 per cento che adesso è diventato 40/60, producendo un esubero di 100mila tonnellate di organico che vanno ad un impianto anaerobico per il recupero di materia”.

Rispetto ai problemi segnalati sulle modalità con cui gli operatori svolgono la raccolta, Bianco ha fatto presente che da luglio ci saranno dei mezzi nuovi; per comportamenti sbagliati come quello di "sbattere" il secchiello bisogna fare subito la segnalazione. “I rifiuti Rae - ha spiegato poi a Spreafico - vengono ritirati su appuntamento per scelta dei Comuni, se tornassimo a portarne anche solo una parte nei centri di raccolta perderemmo 500mila euro all’anno. Per evitare che ci siano lavatrici o monitor abbandonati in strada basterebbe che le persone aspettassero il giorno dell’appuntamento prima di esporli per il ritiro”. Sul tema invece dello spazzamento nei rioni, Bianco ha assicurato che in occasione del prossimo incontro, a settembre, arriverà con i tracciati dei satellitari dei mezzi che passano a pulire.

Un paio di questioni sono state invece affrontate dall’assessore: “Le telecamere sono arrivate ma prima di installarle c’è la necessità di passare dal Consiglio comunale per approvare le modifiche al regolamento sui rifiuti. L’idea del calendario è valida e ci avevamo lavorato, ma poi con tutte le modifiche introdotte con il bidone giallo siamo arrivati a marzo ad avere una situazione delineata e non aveva più senso dare un calendario dopo tre mesi dall’inizio dell’anno: sicuramente lo faremo l’anno prossimo”.
M.V.
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