Olginate, 2 lecchesi 'in mostra': i modellini di Casati e i mari in tempesta di Matarrese

Questa mattina è stata inaugurata ad Olginate, nelle splendide sale di Villa Sirtori, la nuova esposizione di modelli navali dei gruppi dell'ANMI (Associazione Nazionale Marinai Italiani) di Lecco e Roma alla presenza di appartenenti ai sodalizi di Calolzio e Brivio, quest'anno accompagnata dai quadri del pittore e musicista lecchese Renato Matarrese, col suo ciclo di lavori sui paesaggi marittimi.
Questa mostra, così come l'esposizione ospitata nel 2015 sempre a Villa Sirtori, ha quali pezzi forti i modellini realizzati dal marinaio Cesare Casati.

Il taglio del nastro

Prima del taglio del nastro da parte del presidente dell'ANMI Lecco Stefanio Milani, il sindaco di Olginate Marco Passoni, un rappresentante dell'Associzione e l'assessore alla cultura Davide D'occhio hanno preso la parola per ringraziare i presenti, tra cui alcuni membri della Pro Loco, i rappresentanti della biblioteca civica e i componenti del Gruppo Manzoniano Lucie.
Passoni ha voluto ricordare l'importanza della partecipazione civica alla vita del paese e delle iniziative culturali sul territorio come quella di oggi e ha avvicinato la mostra anche alle celebrazioni per il 25 aprile, per la quale Olginate non ha mai organizzato una parata, preferendo piuttosto sviluppare eventi e mostre per i cittadini.

Il marinaio Cesare Casati

Cesare Casati, classe 1943, è un personaggio davvero interessante. Durante la mostra ha presentato agli avventori i suoi lavori, che ha prodotto nell'arco di quasi 60 anni, con un affetto e un amore incredibili. Ha inoltre voluto raccontato nel dettaglio come si sia inizialmente avvicinato al modellismo dopo il suo servizio di leva, lavorando con kit preconfezionati in plastica alla preparazione di auto, moto o carro armati, senza mai però innamorarsi davvero di quell'attività un po' sterile e poco personale. La sua primavera creativa è iniziata solo più avanti, quando dopo alcuni anni ha preso a lavorare su riproduzioni in scala di navi, senza istruzioni, senza plastica, solo con il legno e costruendo i suoi modelli basandosi su foto e progetti d'epoca. Questo potrebbe non essere immediatamente sorprendente per chi non si è mai approcciato al modellismo, ma vedere i dettagli millimetrici tutti fatti a mano con cui ha arricchito i suoi copolavori grandi anche un metro potrebbe convincere chiunque della grandiosità dell'opera di quest'uomo.

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Casati ha presentato i suoi manufatti a diverse mostre del settore, legate all'ambiente marinaresco, piacevoli da osservare anche per gli estranei all'ambiente del modellismo. Si possono distinguere le differenze dai suoi lavori più datati da quelli più maturi, ma sono tutti allo stesso modo ben curati: è visibile la cura certosina per i dettagli che ha inserito in ogni lavorazione.
Ci ha spiegato come negli anni abbia sviluppato tecniche e processi di lavorazione del legno che molti modellisti vogliono imparare da lui vedendo i suoi lavori. Per esempio ha svelato come diffidi dagli strumenti per la curvatura delle listelle in vendita sul mercato: lui preferisce piegare il materiale manualmente dopo averlo bagnato, così da mantenerlo elastico ed avere un effetto più realistico, senza il rischio di romperlo. Ha anche parlato della sua tecnica di incollaggio senza chiodini, che riproduce un effetto verosimile sulle doghe delle sue navi.

Infine, ci ha raccontato del suo "figlio prediletto": la Vespucci. Modello di grandi dimensioni, che ha richiesto circa tre anni per il suo completamento ed è esposto in una teca illuminata. Per questo particolare lavoro Casati ha spiegato di aver usato tutte le tecniche più complesse ed esteticamente appaganti nel suo armamentario, come la copertura in rame che ha dato al fondo della nave per riprodurre l'esatto aspetto dell'imbarcazione usata da Amerigo Vespucci nel suo viaggio.
La mostra è sviluppata su due stanze separate: da un lato i modelli del marinaio Casati, con sulle pareti tutta una serie di foto che ha usato come referenziario e altri oggetti legati all'ambiente marinaresco, dall'altro i lavori di Renato Matarrese.
Il pittore lecchese ha spiegato come nella sua produzione artistica quasi prettamente paesaggistica, abbia affrontato e stia continuando un percorso di studio degli ambienti marini e delle navi, anche se "come Jules Verne che raccontava il mondo senza uscire dal suo studio, io sono un abitante del lago che disegna il mare in tempesta" ha confessato. "In tempesta" perché quello che ci mostra nei suoi lavori non è un mare tranquillo "che come un brano senza movimento, non potrebbe suscitare niente in chi lo osserva", ma un mare mosso e agitato, sotto un cielo con poche nuvole tranquille che creano un contrasto molto interessante.

Matarrese, sassofonista attivo e insegnante di musica oltre che pittore, ha spiegato come sia forse proprio la sua "anima tormentata da musicista ad essere rappresentata dall'agitazione inarrestabile del mare".
Le opere esposte provengono dal suo studio e da collezioni private di estimatori del suo lavoro, tra cui alcuni membri dell'ANMI e sono state prodotte nell'arco di un ventennio, le ultime proprio in queste settimane.

Renato Matarrese

Matarrese ci mostra insieme al mare spesso delle navi "sulle quali non è quasi mai neanche salito" e queste sono sempre in movimento, mai ferme, in una prospettiva dinamica che sottolinea ancora di più la tensione sempre attiva nell'anima del pittore. Le sue imbarcazioni sono imponenti e forti, ma uno dei quadri più grandi della mostra, opera del 2005 da collezione privata, mostra un mare in tempesta con un vascello che affonda fra le onde, impotente.
I lavori del pittore sono piuttosto realistici, con una tavolozza precisa, quasi mai espressionista, ma mostrano un mare incredibile e potente, quasi inesorabile e divino.

Questa mostra è sicuramente esteticamente molto appagante e interessante, non di nicchia, ma probabilmente attraente per chiunque voglia immergervisi. Resterà aperta per alcuni giorni al pubblico ed è sicuramente un evento da non perdere.
Riccardo Aurelio Gilardi
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