Lecco perduta/108: il 'Perdono' conteso tra le chiese di San Nicolò e Castello

La parrocchiale di Castello dove avrebbe avuto luogo il Perdono 2018
Il giorno di Pasquetta, il lunedì dell’Angelo, è per tradizione dedicato a gite e camminate, ma nella storia di Lecco ha rappresentato per secoli l’appuntamento religioso del Perdono, con processioni che raggiungevano, alternativamente, le chiese di Lecco San Nicolò e di Castello, partendo dalle diverse parrocchie del territorio. Nel 2018, anno pari, il Perdono sarebbe stato a Castello; negli anni dispari era a San Nicolò di Lecco. Le ultime processioni risalgono agli anni ’50 del Novecento; si muovevano già a disagio nel traffico stradale in aumento per una motorizzazione crescente. Erano avvenute per secoli lungo quasi solitari viottoli di campagna, su strade di villaggi e di borghi rurali, ancora non assediati dal dilagante sviluppo industriale. Meno tranquilla era “l’aria” intorno al Perdono. Un rito religioso divenuto momento di tensioni e polemiche anche civili, una “bandiera” di campanile da sventolare per Lecco San Nicolò o per Castello, sempre divise da una forte rivalità. Tutto aveva avuto inizio con le vicende belliche di Giangiacomo Medici, detto il Medeghino, e con il mortale ferimento del giovane fratello Gabrio, 22 anni, nello scontro navale di Mandello, del gennaio 1532. Ricoverato nel triangolo fortificato di Lecco, dove il Medeghino era assediato, Gabrio morì pochi giorni dopo. Nel 1570 un altro Medici, Giovanni Angelo, divenuto Papa Pio IV, volle onorare la chiesa della sepoltura provvisoria del fratello Gabrio (successivamente traslato nel Duomo di Milano) concedendo il Perdono Pasquale. E dopo il 1570 si discusse a lungo sulla chiesa della sepoltura: Lecco o Castello, avvenuta quando nessuno poteva immaginare il privilegio futuro. Ebbe inizio una lunga “battaglia” verbale e protocollare con interventi di vescovi e prevosti, commissioni d’inchiesta, e con l’intervento anche di due Pontefici: Sisto V e Paolo V. Fu quest’ultimo che nel 1612, per porre fine all’incandescente situazione, decise di assegnare ad anni alterni, a Lecco ed a Castello, il Perdono del giorno dopo Pasqua. Le processioni del Perdono arrivavano alla chiesa dell’indulgenza dopo un cammino non breve dalle varie parrocchie della Pieve. Erano accolte sulla porta da un sacerdote, in cotta e stola, che alzava verso tutti i fedeli il segno benedicente con l’acqua santa. L’ingresso in chiesa era accompagnato dalle note solenni dell’organo mentre si intonava il canto del Te Deum di ringraziamento. Cancellato a Lecco, il Perdono rimane a Melegnano. Il quotidiano cattolico Avvenire ha dedicato una pagina speciale a Melegnano per il Perdono giunto all’edizione numero 455, concesso con una bolla dal Papa Pio IV (come nel caso di Lecco). Lì le giornate del Perdono sono ricche di appuntamenti, non solo religiosi con il prevosto don Mauro Colombo, ma comprendono anche mostre, filmati, concerti, spettacoli teatrali, rappresentazioni dei madonnari, e premiazione dei cittadini benemeriti da parte del sindaco Rodolfo Bertoli. Quest’anno c’è anche un libro dedicato a Pio IV. Un libro dal titolo “Il mio nome è Pio IV”, opera dello scrittore di Melegnano Luca Cremonesi.
A.B.
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