Bertacchi: due voti alterati ad una studentessa, professoressa condannata a 13 mesi

L'Istituto Bertacchi di Lecco
La pena irrogata dal giudice monocratico Salvatore Catalano supera la richiesta del pubblico ministero: a fronte di una proposta di condanna a 8 mesi e 10 giorni formulata dal sostituto procuratore Silvia Zannini all'esito dell'istruttoria dibattimentale, quest'oggi la professoressa Maria Graziella Megna ha rimediato una pena pari a un anno e un mese per la vicenda dei due voti che la stessa, secondo l'impianto accusatorio, avrebbe alterato - abbassandoli - ai danni di una sua studentessa. Falsità materiale commessa da pubblico ufficiale (secondo l'articolo 476 c.p.), il reato contestato dell'insegnante. I fatti, snocciolati nel corso del procedimento, muovono dalla denuncia presentata tre anni fa da una studentessa dell'Istituto superiore Giovanni Bertacchi: la giovane pescatese, oggi maggiorenne, accompagnata dai genitori, si sarebbe rivolta alla Questura raccontando di essere stata vittima della condotta della docente che, sul finire dell'anno scolastico, avrebbe ritoccato in difetto due guidizi, correggendo gli stessi sul registro elettronico. La prof., rendendo esame dopo l'audizione di una serie di soggetti gravitanti nell'ambiente della scuola, aveva giustificato il proprio comportamento parlando non tanto di una modifica del voto quanto piuttosto di un "adeguamento" dello stesso in relazione ad un episodio e della correzione di un mero errore materiale in riferimento al secondo. Nella propria arringa, il difensore - l'avvocato Marco Fusari del Foro di Milano - aveva altresì argomentato sul fatto che il giornale dell'insegnante, il documento elettronico dove vengono annotate le valutazione, non sia da considerarsi un atto pubblico (trattandosi a suo dire di un "promemoria che il docente utilizza per la propria attività) nonchè sulla non configurabilità della condotta ascritta alla propria assistita dal punto di vista penale, essendo il cambio dei voti possibile al momento dei fatti in causa, in assenza di un regolamento che esplicitamente lo vietasse. Di diverso avviso il giudice che non solo ha accolto la richiesta di condanna avanzata dalla Procura ma ha anche inasprito la pena.
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