Valmadrera: Luigi Ballerini parla del rapporto tra genitori, figli e mondo del web
Si è svolto ieri sera, presso la Sala Auditorium del Centro Culturale Fatebenefratelli di Valmadrera, l’incontro “Genitori e figli (im)perfetti. La rivoluzione del web”, con il noto medico, psicanalista e scrittore Luigi Ballerini, autore dei libri per bambini e ragazzi “Imperfetti” e “Io sono Zero”. Rivolto a mamme e papà ma non solo, l’incontro (organizzato dall’Istituto Comprensivo Statale di Valmadrera, in collaborazione con la Biblioteca Civica della città) ha posto al centro dell’attenzione il complesso ruolo del web e delle nuove tecnologie nel rapporto fra adulti e ragazzi e il modo in cui l’uso di smartphone, tablet, videogames e PC influisce sul comportamento dei più giovani, talvolta “divorandone” la voglia di vivere e le passioni.

“Non esistono generazioni di ragazzi pigri o maleducati, come siamo spesso portati a pensare”, ha spiegato il dottor Ballerini nell’introdurre i temi principali della serata. “Sin dai tempi di Socrate si ha la convinzione che la gioventù stia in qualche modo andando alla deriva: la verità è che ogni giovane è fantastico a modo suo. Purtroppo – ha proseguito – l’odierna generazione di adolescenti è al contempo la più abbandonata e la più "monitorata" di tutte, anche a causa delle nuove tecnologie. E non sempre il controllo corrisponde all’educazione”.
Se per i genitori moderni, insomma, risulta difficile non chiamare o scrivere messaggi ai propri figli quando sono fuori casa, è anche vero che il mondo del web e degli smartphone ha la capacità di assorbire i ragazzi, talvolta riducendone l’esperienza reale ed impoverendola.

“E’ complesso riuscire a mantenere un equilibrio tra l’essere troppo ingenui e permissivi e il vietare l’uso di cellulari e computer: è innegabile che sia in atto una vera e propria rivoluzione digitale e – per quanto alcuni genitori tendano a negarlo – al giorno d’oggi è impensabile rinunciare alla tecnologia. Sta al buon senso di ogni papà e di ogni mamma capire quando e come concedere ai propri figli di utilizzare il proprio smartphone o di navigare in internet: tutto dipende dalla maturità del giovane, dal suo modo di affrontare la vita reale. Il vero segnale di allarme, però, è la mancanza d’interesse verso il mondo esterno: avere pochi amici, non uscire, non avere passioni o hobby…”.

Come ha evidenziato Ballerini, le generazioni “hi-tech” sono abituate ad una velocità di elaborazione di pensiero e di reazione molto elevata, a causa dei numerosi stimoli a cui sono sottoposti e che, tuttavia, determinano una smaterializzazione disinibente: “I nostri adolescenti sono abituati ad utilizzare esclusivamente il canale visivo, talvolta quello uditivo, e sono portati a credere di trovarsi in una dimensione differente: ecco perché spesso scrivono cose che dal vivo non direbbero mai”.
Un rapporto controverso, quindi, quello tra i ragazzi, gli adulti – spesso preoccupati da tante novità - e il mondo del web, in cui è necessario riuscire a raggiungere il giusto compromesso tra l’utilità che la tecnologia può avere – e che deve essere messa “a servizio delle esperienze reali” – e la vita nel mondo esterno, da valorizzare e incoraggiare, adottando un’educazione “in offerta”, piuttosto che “in sottrazione”: “L’adolescenza, tanto temuta dagli adulti, è in realtà un periodo meraviglioso, di crescita e cambiamento inevitabili. E' il momento in cui i nostri figli maturano e si staccano definitivamente dal cordone ombelicale, concludendo il processo di formazione personale che ciascuno di noi ha affrontato nella vita. Sta a noi genitori riuscire a non farci spaventare da questo passaggio e, invece, imparare ad apprezzarlo, sapendo che sarà l’istante a partire dal quale i nostri figli inizieranno ad apprezzarci per quello che siamo e non più per il vincolo di sottomissione genitoriale che per i primi anni li lega a noi”.

Luigi Ballerini
“Non esistono generazioni di ragazzi pigri o maleducati, come siamo spesso portati a pensare”, ha spiegato il dottor Ballerini nell’introdurre i temi principali della serata. “Sin dai tempi di Socrate si ha la convinzione che la gioventù stia in qualche modo andando alla deriva: la verità è che ogni giovane è fantastico a modo suo. Purtroppo – ha proseguito – l’odierna generazione di adolescenti è al contempo la più abbandonata e la più "monitorata" di tutte, anche a causa delle nuove tecnologie. E non sempre il controllo corrisponde all’educazione”.
Se per i genitori moderni, insomma, risulta difficile non chiamare o scrivere messaggi ai propri figli quando sono fuori casa, è anche vero che il mondo del web e degli smartphone ha la capacità di assorbire i ragazzi, talvolta riducendone l’esperienza reale ed impoverendola.

“E’ complesso riuscire a mantenere un equilibrio tra l’essere troppo ingenui e permissivi e il vietare l’uso di cellulari e computer: è innegabile che sia in atto una vera e propria rivoluzione digitale e – per quanto alcuni genitori tendano a negarlo – al giorno d’oggi è impensabile rinunciare alla tecnologia. Sta al buon senso di ogni papà e di ogni mamma capire quando e come concedere ai propri figli di utilizzare il proprio smartphone o di navigare in internet: tutto dipende dalla maturità del giovane, dal suo modo di affrontare la vita reale. Il vero segnale di allarme, però, è la mancanza d’interesse verso il mondo esterno: avere pochi amici, non uscire, non avere passioni o hobby…”.

Sulla destra la Prof.ssa Edvige Clivati
Come ha evidenziato Ballerini, le generazioni “hi-tech” sono abituate ad una velocità di elaborazione di pensiero e di reazione molto elevata, a causa dei numerosi stimoli a cui sono sottoposti e che, tuttavia, determinano una smaterializzazione disinibente: “I nostri adolescenti sono abituati ad utilizzare esclusivamente il canale visivo, talvolta quello uditivo, e sono portati a credere di trovarsi in una dimensione differente: ecco perché spesso scrivono cose che dal vivo non direbbero mai”.
Un rapporto controverso, quindi, quello tra i ragazzi, gli adulti – spesso preoccupati da tante novità - e il mondo del web, in cui è necessario riuscire a raggiungere il giusto compromesso tra l’utilità che la tecnologia può avere – e che deve essere messa “a servizio delle esperienze reali” – e la vita nel mondo esterno, da valorizzare e incoraggiare, adottando un’educazione “in offerta”, piuttosto che “in sottrazione”: “L’adolescenza, tanto temuta dagli adulti, è in realtà un periodo meraviglioso, di crescita e cambiamento inevitabili. E' il momento in cui i nostri figli maturano e si staccano definitivamente dal cordone ombelicale, concludendo il processo di formazione personale che ciascuno di noi ha affrontato nella vita. Sta a noi genitori riuscire a non farci spaventare da questo passaggio e, invece, imparare ad apprezzarlo, sapendo che sarà l’istante a partire dal quale i nostri figli inizieranno ad apprezzarci per quello che siamo e non più per il vincolo di sottomissione genitoriale che per i primi anni li lega a noi”.
M.C.