Villa San Carlo: la Nativià è ambientata nel deserto. Scatti dei presepi dell'olginatese
Non è mai davvero Natale senza presepe. Anche quest'anno, il simbolo per eccellenza delle festività cristiane è tornato ad essere protagonista all'interno (ma anche all'esterno) di case, edifici pubblici, oratori e naturalmente chiese, grazie alla creatività e all'impegno di tanti appassionati, alle prese con statuine, muschio, paglia e materiali di ogni sorta da diverse settimane, se non mesi.
C'è chi ha preferito restare sul "classico", collocando la Natività in un ambiente tipicamente naturale, tra vallate e grotte, ma anche chi, al contrario, ha voluto sperimentare soluzioni alternative e originali, magari inserendo la propria opera in uno dei luoghi del nostro territorio. Proponiamo qui una "carrellata" di foto dei presepi dell'olginatese, partendo da Valgreghentino e arrivando fino a Pescate, con tappe intermedie a Villa San Carlo, Olginate e Garlate.
A Valgreghentino, sono stati ancora una volta i bambini e i ragazzi della Parrocchia a mettersi all'opera per riprodurre la scena della Natività nella chiesina adiacente al Municipio. L'idea è stata sviluppata a partire dal tema oratoriano "Vedrai che bello!", che ha suggerito ai giovani di narrare il miracolo del Natale con le parole di Gesù Bambino, che è stato accolto nel mondo con amore, speranza e fiducia, portando con sé la vera gioia.
È ambientato nel deserto, invece, il presepe di Villa San Carlo, come sempre ricco di significati. Sullo sfondo un tempio in procinto di crollare, simbolo della fragilità del cuore umano, circondato da massi e dune sabbiose, la cui aridità è però immediatamente controbilanciata dal calore e dalla gioia della Natività, al centro del "quadro". Emblematico anche l'albero di melograni, già presente nella tradizione ebraica come simbolo per antonomasia di amore, abbondanza e fertilità.
Ben due, invece, i presepi realizzati a Olginate. Il primo, più "classico", è visitabile all'interno della chiesina di San Rocco, dove i volontari della piccola frazione hanno deciso di posizionarlo proprio ai piedi dell'altare, circondandolo di piante e rami di abete. Decisamente più originale l'opera creata per la Chiesa Parrocchiale di Sant'Agnese: impegnati da diversi mesi, i volontari dell'apposito gruppo - che lo scorso anno avevano scelto come sfondo l'antica Filanda Abegg - hanno rappresentato la Natività sotto il ponte dedicato a Vittorio Emanuele III, inaugurato nel 1911 e abbattuto nel 1925 dopo un cedimento strutturale.
L'attuale struttura venne edificata nel 1927 sugli stessi piloni. La scena è completata con la ricostruzione della navigazione sul fiume di un barcone, chiamato comballo, adibito al trasporto delle merci da e per Milano. Tali imbarcazioni venivano fatte risalire lungo il Naviglio di Paderno e il Fiume Adda, sfruttando il traino di cavalli o buoi che percorrevano la strada alzaia ancora oggi presente lungo l'argine.
A chiudere il cerchio, ecco i due presepi di Garlate e Pescate: anch'essi più tradizionali ma non per questo meno suggestivi, sono stati impreziositi con giochi di luci e piccole cascate d'acqua, nonché con i movimenti di alcune statuine, in grado di rendere in maniera straordinariamente plastica e concreta l'operosità di contadini, pastori e artigiani nelle vallate di Betlemme.
Benedetta Panzeri