Anche i lecchesi a Torino per la manifestazione della CGIL: 'i conti non tornano'

Nella giornata di sabato 2 dicembre migliaia di italiani si sono raccolti nelle piazze di Roma, Bari, Palermo, Cagliari e Torino per gridare a gran voce il loro disaccordo verso i provvedimenti adottati dal Governo su pensioni e settore occupazionale.
Argomenti oggi sentiti, soprattutto a seguito della grande crisi economica del 2008 che ha colpito l'intera penisola lasciando dietro sé una scia di disoccupazione, serrande commerciali abbassate e giovani in cerca di un futuro più che mai precario. "I conti non tornano", questo lo slogan ufficiale della CGIL in occasione della manifestazione nazionale dello scorso sabato: in trattativa da tempo i due poli sembrano non aver raggiunto un punto di incontro ed il perenne clima di tensione è sfociato in uno sfogo pubblico da parte del sindacato.

"La proposta dell'esecutivo - si legge nel volantino distribuito ai lavoratori - ignora completamente l'obiettivo di garantire fin da subito una prospettiva pensionistica, il riconoscimento del lavoro di cura e della condizione delle donne, l'ampliamento della flessibilità in uscita ed il rafforzamento della previdenza complementare nel settore privato".
Presente all'iniziativa anche la sezione distaccata di Lecco che nelle prime ore della mattina è partita alla volta del capoluogo piemontese. Arrivati intorno alle 10:30 si sono uniti ai manifestanti per le vie della città fino a raggiungere piazza san Carlo dove, ai piedi del monumento in onore a Emanuele Filiberto, hanno assistito al discorso dei rappresentati regionali.
In collegamento con le piazze d'Italia la sottosegretaria Susanna Camusso che alle ore 12:30 ha proferito il suo discorso di fronte alle migliaia di attivisti, richiamando quegli argomenti che a detta dei manifestanti 'stonano' con i diritti dei lavoratori. "Questa manovra che doveva essere una manovra sociale - ha commentato la Camusso - manca di un intero capitolo che si chiama 'la salute e la sanità', non riusciamo a capire perché quando ci sono 11 milioni di persone che non si curano questo non sia oggetto di discussione. I conti non tornano - ha aggiunto a gran voce - i numeri ci dicono che cresce l'incertezza sulla precarietà, che si moltiplicano i contratti a termine e siamo molto lontani dal dare una risposta, dal colmare quel vuoto tra la disoccupazione alla pensione".

Tra le prime linee del corteo gli esponenti di Lecco muniti, come i compagni, di striscioni ed insegne simbolo di una protesta che pare assumere le vesti di una richiesta più che mai civile e razionale "La speranza è che questa manifestazione porti a far ricredere sulle ultime direttive del Governo - ha affermato uno dei sindacalisti lecchesi- per questo siamo qui, oggi. Puntiamo alla creazione di un nuovo sistema previdenziale sostenibile economicamente, ma che dia dei frutti concreti, reali e soddisfacenti per le generazioni future. Siamo qui a manifestare per noi e per chi verrà dopo di noi".

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